Grilcantino

La Dematerializzazione


Flaubert asseriva che l' arte tipografica fosse la scoperta più sporca dell' umanità. Più spesso l' umanità dell' umanità apprezza l'imperfezione. E' questione di non rinunciare a voluttà sensoriale, magari indulgendo in feticismo di retroguardia. Prendiamo l' arte delle immagini catturate: oggi - semplificando la disamina tecnica - le fotocamere digitali oltre gli 8 Megapixel consentono una risoluzione superiore a quella di una 35 mmm. Nel cestino tutte le analogiche? Il fenomeno è in via di completamento, ma con le estremità fruitive fuori dal lenzuolo. I piedi li vediamo alle casse dei minimarket o degli autogrill, vero termometro dell' arcaico sopravvivente (ancora variopinte scatolette celanti arcaiche bobine, anzichè schede di memoria extraslim) : chi dura menare al ventisette non può permettersi di ragionare su economie di scala: con cinque euro si porta a casa contenuto e otturaturante contenente. La testa fuor di lenzuolo è invece dei feticisti. Sarebbe all' incontrario (sono loro a ragionare con i piedi, od almeno con l' organo a metà strada tra le estremità), ma gli è che che la testa sta sopra, ove si suole convenzionalmente apicalizzare la pecunia (sprecar rollini non li tange). Dicono: non vogliamo l' algore della plastica elettronica. Il che sta a dire: non privateci della fisicità della materia. E se gli capita tra le mani una digitale, impostano sensibilità ISO stratosferiche, così poi il rumore elargisce loro il morbilloso fremito della grana. Loro fratelli, quelli del vinile fonoriproduttivo. Razza in via d' estinzione, ma pervicace. Dal tattile al termico, la ricerca della sensazione perduta. Sipperchè il laser all' ascolto è freddo, e pazienza per l' escursione dinamica o la durevolezza del supporto. Degni alleati, quelli delle due e quattro ruote. E masochisti, pure. Quelli delle due rimpiangono la liturgia dell' avviamento e non piangono le tibie rotte per errata impostazione dell' alzavalvole. Con quelli delle quattro dividono l' estasi per il rauco singulto di un quadricorpo Weber, chissenefrega della regolarità d'alimentazione. E se più del cofano interessa l'interno, la libido si trasferisce sui pellami. Tutta roba irrazionale: tremila euro per un francobollo di nappa, e poi non lo puoi sporcare e non ti trattiene quando scendi dalla Serravalle (e magari è montata male, perchè è l' Alto Artigianato sinonimo di gratificante imperfezione, non La Grande Serie). Guai però metterli con le spalle al muro con considerazioni irrazionali, e le Case lo sanno. E traghettano la clientela conservatrice verso l' era dell' immateriale nel modo meno doloroso possibile. Un fabbricante di stampanti iper-fedeli addirittura azzarda: "colori emotivi". Che poi il compromesso s' appunta sul mezzo transattivo: stampare - pur se dal virtualico PC - è ancora cosa urtante la schizzinosità di Gustave (perchè imbrattare d' inchiostro, visto che si può portare al collo gigabytes a profusione?). Già, la Memoria Delocalizzata. Li vendono con artistiche collanine, e ti porti sul petto un incrocio tra un accendino e un totem incaico. E totem, lo sono per davvero. Qui non c'è miele per i feticisti, o meglio ce n'è per i Nuovi. Perchè qui carnalità celluloidiane, viniliche, gassifere sono bandite: contengono l' immateriale ed essi stessi promanano l' etereità della dissimulazione. Tempi duri, per gli ostracizzatori della dematerializzazione. E continueranno a disprezzare l' Efebicità Informatica, persuasi con Oellens - se godere è roba di tessuti vivi con l' illusione del sincronismo - che l 'astinenza o è impotenza o è mancanza d' occasioni. E concluderanno con Schneyder che gli unici tempi - di questi tempi - migliorati sono quelli degli atleti. Come del resto fermare l' ineluttabilità del progresso? Disposto a certificarlo anche sotto giuramento: ieri il benzinaio ha chiosato, dietro presentazione di trasduttivo ammenicolo: "oggigiorno siamo sommersi dai POS". E poi m' ha versato miasmiche sostanze in una scatoletta di metallo precariamente sospesa su derivati dal caucciù. CordialmenteClaudio Trezzani