Grilcantino

diario di babordo


Le giro attorno; m' acquatto. Penso: ci vogliono proprio quei 205 montati su 16, con quel volume posticcio da tenere a bada dietro. E infatti poi lei sculetterà, in rilascio, con un sovrasterzo quasi da trazione posteriore. Questo, infatti, è un diario di babordo. Per quanto il babordo è a sinistra, verso la poppa. Così i marinai (o come il profano vagheggia ch' essi s' esprimano). Ma se parliamo della Corsa C/C (Tigra, ha sentenziato il marketing Opel, reinverdendo simil/epici scontri con la Ford Puma) il paragone può essere esteso a ciò che friziona con l'asfalto. A sinistra, perchè lì sta il volante, presso noi terrestri (nauticamente sono più anglosassoni: può anche stare a destra, o al centro, negli open space sotto i 10 metri). Dietro, perchè nell' Opelina che si scopre con un click (prolungato, però, mentre la concorrenza fa risparmiare la fatica di tenere premuto il bottone) il davanti è dietro. Spiego meglio: Peugeot (e, tra poco, Nissan) hanno voluto riperpetuare l' illusione dello stivaggio/persone in spazi improbabili. La Corsetta, no. Il Ragionamento è: tanto, là dietro, non s'accovaccerà nessuno. Ed allora, niente nome cabriolet, niente dizione 2 + 2. Due, e basta. Il che permette alla frangivento di stare esattamente dove d'ev' essere, senza vuoti o spostamenti (e la nuca ringrazia). Il che altresì permette d' avere un baule vero, dietro. Anche a tetto su (250, sono appena dieci meno dell' utilitaria da cui deriva). Del resto, l 'edonista che comprerà la Tigra è d' un' edonismo diverso da chi porterà nel box una Corsa. Il primo gode per la capigliatura (non si scende sotto le tempie, a finestrini alzati) al vento, il secondo con il climatizzatore automatico. Non disponibile, per la scopribile. Ed il ragionamento è: chi sopporta l 'intrusione di pestifere esalazioni al semaforo ( quando il tetto è giù) non si soffermerà sulle sottigliezze di sofisticati sensori; chi invece si dota della segmento B a misura di ragioniere ringrazia, se non deve ritoccare i gradi a ogni deumidificato sussulto termico. Comunque, al volante mi ci metto. Eppoi scendo dalla Serravalle (non credete ai fanfaroni da Bar Sport: per guadagnare la via del mare si scende a settanta. Si tratta in fondo del tracciato della vecchia camionale.. sarà un caso che i più veloci sono i furgonisti del IoLoFaccioTuttiIGiorni). Ed una volta approdato ai viadotti, sensazioni ambivalenti: il profumo dell' acqua salata (dopo Voltri, s' intende...); il brivido delle giunzioni trasversali. Quanto a rigidità torsionale - intendo - si può far meglio. Poi parcheggio, in un sito tanto pittoresco quanto angusto. Niente sensori, e l' adrenalina qui è maggiore che presso un curvone a quinta piena (d' accordo l 'assicurazione Kasco, ma se l' incontro ravvicinato è con un muretto a secco, vagli a nascondere il rossore al cospetto del rivenditore che me l' ha prestata). Altra mancanza di rilievo, l' ESP di serie: questa qui è una Corsa più bassa (e ciò è bene) ma con la ripartizione davanti/dietro spostata dietro (e ciò è male). Poi ripercorre la Serravalle, verso nord. Qui il tracciato è nuovo (ha solo vent' anni...). Il che sta a dire: state pure sui centodieci, voi tanti che potete. Anche di più, motore permettendo. Ma ecco che il millequattro a benzina a stento permette. Siiii, se si tira per tempo e si scala all 'ultimo, si soppravvanza il valore medio. Ma stare in salita a tremilacinque e poi affondare, non è a misura della motorizzazione d' attacco. Fatta per chi la vuole, l' Opelina, ma dissanguandosi il meno ematicamente possibile. Per intanto, un acquazzone mi costringe alla piazzola. Venti secondi d' indolenzimento/indice, ed è subito hard top. Nessuna goccia trapela, se non un' impertinente  unica anarchica quando si tratterà di risbloccare (manualmente, pecca non del tutto giustificabile) gl' attacchi, tornando il solleone. La mezzaluna m' informa: + 11°, tornando in padania (minuscolo, minuscolo...). Giusto il tempo di fermarsi presso premiata cantina sociale dell' Oltrepò. Con una piacevole sorpresa: senza riguardi per la retina contenitrice, sono ben 3 i cartoni da 6 che riesco a stivare dietro gli schienali (ma forse è stata deferenza per un vigneto che è DOC persino nella seconda scelta). Riconsegno, alfine. Il responso è: a cielo aperto, ancor si può. Non curandosi dei TIR, e solo temendo - quelli si - i gassiferi semafori. Un pò illusione di bucolico idillio, un po' reinterpretazione non inscatolettata del tragitto casa/weekend. O casa/ufficio. Mi piacciono, questi adorabili anacronismi. Ancor di più, si diffondessero quei modelli figli del compromesso alimentativo (non solo combustione interna) che renderebbero inalo/combatibili anche tutti i possibili frangenti di rallentata circolazione. Anche perchè, una coppia che scaturisce da zero giri... CordialmenteClaudio Trezzani