Grilcantino

il sesso dell'auto


Giusto a ribadirlo, s'inserì l'Accademia di Francia, e correva l'anno 1959: l'automobile è femmina. Sull'alata scia di Gabriele, che lo stesso  scrisse nel '26 (e il senatore Agnelli, grato incorniciò). Poi s'interpose Daniele Protti, ed è cronaca: l'automobile è bisex, se stiamo parlando della nuova Toyota Yaris. Non fa una grinza, anzi ne fa più d'una: tondeggiante, perimentralmente; aguzza, se si va per nervature. La virilità degl'angoli decisi; la dolcezza della morbidezza, curvando. Più morbidezza, il modello in via di pensionamento elargì: piacque & piace molto alle Femmine, sarà per la bluetooth version che consente loro di ciarlare cojn tutt'emani sul volante. Questa qui nuova, dice Daniele, invece contempera i due generi, nell'alternare sferzità & smussitudini. Oltre all'estetica, un bell'affare: piano piatto, Zafira/style. Il robotizzato sul TD, forse prima della Punto. Lo scorrevole, che fa valere di più i 375 cm. Solo qualche trepidazione circa il clima, i sensori, l'eessepì. E poi, quell'altezza lì, aumentata. Si, ho capito, mercè essa forse non ci faranno neanche la Verso. Ma l'altezza, per quelli a cui - e sono tanti - non serve, non è nè maschio nè femmina. Non occorre, nevvero, che specifichi l'illusinghiera attribuzione? Cordialmente Claudio Trezzani