Creato da gse.italia il 18/01/2011
Blog di divulgazione scientifica informativa riguardante l'Estratto di semi di Pompelmo (GSE), le sue proprietà e possibili applicazioni.

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Fondamentale per risolvere efficacemente l'acne è seguire una corretta alimentazione!

Post n°8 pubblicato il 05 Ottobre 2011 da gse.italia
 

L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale

L’acne non è solo la conseguenza delle modificazioni ormonali legate all’adolescenza, ma è anche influenzata dallo stile di vita alimentare. Per affrontarla in modo risolutivo sarà quindi necessario agire oltre che a livello sistemico e locale con gli estratti vegetali descritti, anche modificando le abitudini alimentari che spesso, nei giovani, non sono delle più corrette. Qui di seguito sono riportati alcuni fondamentali consigli nutrizionali, suddivisi per argomento allo scopo di chiarire perché è fondamentale prediligere alcuni cibi ed eliminarne altri, ai fini di un’efficace e completo approccio all’acne.

 ·  contrastare la disbiosi intestinale

L’alimentazione quotidiana influenza direttamente la composizione della flora batterica intestinale. In generale, gli alimenti sani (frutta, verdura, legumi, pesce, ecc.) stimolano la crescita di batteri benefici per la funzionalità intestinale; al contrario invece dolci, latticini, carni, in particolare la carne rossa, cibi conservati e trattati, favoriscono la colonizzazione intestinale da parte di specie patogene, il cui effetto negativo non si limita all’intestino (con l’insorgere di gonfiore, gas addominale, stitichezza oppure diarrea, ecc.) ma coinvolge l’intero organismo producendo una grande quantità di sostanze tossiche, che si riversano nel sangue.

 ·  evitare l’assunzione di xenormoni

L’acne è influenzata, oltre che dagli ormoni androgeni prodotti fisiologicamente durante l’adolescenza, anche dagli ormoni introdotti nell’organismo con la dieta. Questi hanno azione, come gli androgeni, anche sulle ghiandole sebacee, incrementandone l’attività. Tutti i cibi di derivazione animale, in particolare le carni, le uova e i latticini sono ricchi in ormoni (sia fisiologici dell’animale d’origine, sia derivanti dai mangimi “ormonizzati”). Risulta quindi indispensabile eliminare, o quanto meno ridurre, tali alimenti dalla dieta al fine di limitare l’assunzione di xeno-ormoni, sostituendoli invece con cibi poveri di tali sostanze come: i legumi, il pesce di mare aperto, le carni bianche biologiche, le uova biologiche (con moderazione) e gli alimenti a base di proteine vegetali (ad esempio seitan, tofu,…). 

·  assumere di cibi vitali  e alleggerire il lavoro del pancreas

Per “cibi vitali” si intendono tutti quegli alimenti che non essendo stati trattati in alcun modo, mantengono intatto il pool vitaminico ed enzimatico di cui sono dotati. Assumere questo tipo di cibi ricchi di vitamine e di minerali è indispensabile per attivare gli scambi metabolici e per smaltire efficacemente le tossine. L’abbondanza di alimenti crudi (in particolare la frutta e la verdura di stagione) apporta inoltre enzimi digestivi utili per alleggerire l’attività del pancreas.

 ·  Limitare l’apporto di zuccheri semplici

Gli zuccheri semplici, come anche l’eccesso di carboidrati raffinati (pane bianco, pasta, riso brillato,ecc.), favoriscono l’acne, nei soggetti predisposti, poiché determinano l’iper-proliferazione intestinale di microrganismi patogeni a scapito della flora benefica protettiva, con la conseguenza, tra le altre, della produzione di una grande quantità di tossine. Inoltre sono di facilissima assimilazione e stimolano quindi il pancreas a produrre una grande quantità di insulina (ormone che influenza i livelli di altri ormoni nell’organismo, compresi quelli coinvolti nello sviluppo dell’acne!). È perciò necessario scegliere i carboidrati complessi integrali salutari per l’organismo scegliendo fonti quali kamut, farro, avena ecc. Per dolcificare sono consigliati miele biologico e zucchero di canna integrale, ma con moderazione.

 ·  Apportare acidi grassi omega 3 e omega 6

Gli acidi grassi essenziali ω3-ω6 e i fitosteroli sono sostanze benefiche per la pelle al punto tale che una loro carenza nella dieta favorisce invece la comparsa di una pelle problematica. I “grassi” amici della pelle infatti riequilibrano le secrezioni sebacee, grazie al controllo sulla produzione di androgeni, e ostacolano la fase infiammatoria dell’acne, evitandone il peggioramento. Si tratta di grassi poli-insaturi, contenuti in abbondanza nel regno vegetale e nel pesce. Ad esempio, noci, mandorle, pinoli, pistacchi, ma anche semi di zucca, di sesamo e di girasole sono ottimi “snack anti-acne”; si possono assumere da soli, oppure a colazione, assieme ai cereali del mattino (con “latte” vegetale di soia, avena, ecc.), oppure nel pane ai cereali, arricchito di semi oleaginosi. Benefico per la pelle è anche l’avogado, oltre ovviamente al pesce, che si può assumere in abbondanza, sempre se di mare aperto.

 ·  Aumentare l’apporto di liquidi

L’assunzione quotidiana di almeno due litri di acqua è un valido aiuto nella depurazione dell’organismo dalle tossine accumulate che possono provocare o aggravare sfoghi cutanei. L’ideale è la semplice acqua a basso residuo fisso e con pH compreso tra 6 e 7 per mantenere l’equilibrio dei fluidi organici e favorire gli scambi cellulari.

 
 
 

Acne....la soluzione dalla NATURA!

Post n°7 pubblicato il 05 Ottobre 2011 da gse.italia
 

La soluzione …dalla natura

Per rispondere efficacemente alla problematica dell’acne, è necessario affrontare ognuno dei fattori primari e aggravanti in maniera mirata con un’attività specifica, sia sistemica che locale. Vediamo allora quali fitocomplessi e sostanze la natura ci offre, a tale scopo:

 AZIONE SISTEMICA

Fitocomplessi e sostanze utili per la risoluzione dei fattori causali

 ·  azione sulla regolazione dell’attività ormonale

 -Epilobio (Epilobium angustifolium)): grazie ai componenti enoteina A e B e β-sitosterolo, esplica una spiccata attività inibitoria nei confronti della 5-α-reduttasi, enzima responsabile della trasformazione degli androgeni in diidrotestosterone (DHT), il vero “nemico” della pelle.

 - Lino (Linum usitatissimum) estratto titolato al 6% di Lignani: si è evidenziato che i lignani sono in grado di agire anch’essi inibendo la 5-α-reduttasi, riequilibrando perciò gli ormoni prodotti a livello cutaneo, con il risultato di una riduzione dell’attività sebacea dei follicoli.

 ·  azione antimicrobica

 - GSE: con uno spettro d’azione vastissimo, è attivo su batteri GRAM+ e GRAM–, fra cui anche P.acnes, oltre che su alcuni funghi responsabili dell’evoluzione patologica dell’acne, senza intaccare in alcun modo la flora fisiologica, proteggendo perciò dalla disbiosi.

 -Bardana (Arctium lappa): conosciuta per la sua attività depurativa sulla pelle, è  stata di recente impiegata anche come antibatterico. La sua azione è stata verificata anche sul Propionibacterium acnes.

 ·  azione antinfiammatoria

 -Ribes nero (Ribes nigrum): ricco in acido gamma linolenico, isoquercitina, rutina e proantocianidine, esplica una potente attività antinfiammatoria che risulta utile anche nel trattamento delle malattie della pelle, inclusa la problematica acneica.

 Fitocomplessi e sostanze utili per la risoluzione dei fattori concausa-aggravanti

 ·  apporto di acidi grassi essenziali ω3-ω6

 -Olio di Lino (Linum usitatissimum): rappresenta una delle più ricche fonti di acidi grassi essenziali presenti in natura. La presenza di Acido linoleico (ω6) è del 14-18% mentre quella di acido linolenico (ω3) del 50-60%. Quest’olio risulta essere l’ideale per l’integrazione bilanciata di ω3 e ω6, al fine di riequilibrare l’apporto di grassi, spesso fortemente sbilanciato a causa di abitudini alimentari errate.

 ·  azione digestiva

 -Maltodestrine fermentate: una miscela di enzimi efficaci in tutto il tratto digerente. Il loro apporto migliora l’efficienza digestiva, spesso alterata dall’alimentazione errata, e alleggerisce il compito del pancreas preservandone l’efficienza.

 ·  ripristino dell’equilibrio della flora intestinale

 -Lactobacillus acidophilus: contrasta la disbiosi intestinale, sostiene l’azione antibatterica grazie alla produzione di acidofilina, dimostrata essere specifica contro il P. acnes, ed è essenziale per la disintossicazione dell’organismo.

 -Bifidumbacterium adolescentis colonizza l’intestino umano dall’adolescenza in poi. Il suo apporto è fondamentale per la sintesi di vitamine del gruppo B e per il ripristino della flora intestinale.

 -Inulina: frutto-oligosaccaride prebiotico utilizzato per la sua riconosciuta capacità di stimolare la crescita dei bifido batteri e dei lattobacilli fisiologici.

 ·  azione depurativa

 -Fumaria (Fumaria officinalis): conosciuta già dai romani per il suo eccezionale effetto depurativo sull’organismo, esplica un’attività di disintossicazione con benefici particolari nei riguardi della cute.

 ·  contrasto di stress e ansia

 -Passiflora (Passiflora incarnata): i suoi flavonoidi assicurano un effetto antiansiogeno, senza alcun effetto collaterale, utile per supportare l’adolescente in questo periodo di cambiamento.

 AZIONE LOCALE

Fitocomplessi e sostanze utili per la risoluzione dei fattori causali

·  azione sulla regolazione dell’attività ormonale locale

 -Serenoa (Serenoa serrulata): di straordinaria efficacia nel regolare la produzione ormonale a livello dei follicoli pilo sebacei, il suo utilizzo risulta di grande aiuto per contenere l’ipersecrezione sebacea.

 -Salvia (Salvia sclarea): grazie alle sue riconosciute proprietà estrogeno-simili, coadiuva l’estratto di serenoa nel riequilibrare l’attività ormonale degli androgeni.

 ·  azione sulla regolazione della produzione di sebo

 -Zucca semi (Cucurbita pepo): i semi, ricchi in acidi grassi essenziali, hanno mostrato efficacia nella cura delle lesioni acneiche grazie alle attività anti-androgeniche, antinfiammatorie e regolatrici della produzione sebacea che migliorano l’aspetto della pelle.

 ·  azione cheratolitica

 -Acido azelaico: estratto da fonti vegetali, ha dimostrato proprietà esfolianti e cheratolitiche ideali per il trattamento della pelle acneica. Inoltre, riduce le secrezioni sebacee ed esplica nel contempo attività antimicrobica e antinfiammatoria.

 -Ibisco (Ibiscus sabdariffa): ricco in acido piruvico, è utilizzato nella cura di problematiche cutanee. Svolge un’azione esfoliante delicata diminuendo l’adesione fra i cheratinociti e quindi lo spessore cutaneo; inoltre, a livello del derma, stimola la formazione di collagene, glicoproteine e fibre elastiche favorendo la rigenerazione della cute. In aggiunta, esplica  attività antinfiammatoria e lenitiva.

 ·  azione astringente

 -Condurango (Marsdenia condurango): il suo fitocomplesso ricco in tannini mostra una spiccata attività astringente, utile per “richiudere” i pori dilatati dal sebo. Il condurango possiede inoltre proprietà cicatrizzanti e riepitelizzanti.

 ·  azione antimicrobica specifica verso P. acnes

 -GSE: l’Estratto di semi di Pompelmo, noto per le sue proprietà antimicrobiche, si è dimostrato efficace anche sul P. acnes, colonizzatore delle lesioni acneiche. L’inserimento del GSE nel trattamento cutaneo per l’acne risulta quindi indispensabile per la disinfezione selettiva della pelle, nel pieno rispetto della flora fisiologica.

 -Ratania (Krameria trianda): conosciuta per le sue proprietà astringenti, è stata studiata anche come antimicrobico dimostrandosi efficace su diversi ceppi batterici responsabili dell’infezione delle lesioni acneiche.

 -Usnea (Usnea barbata): ha un ottimo potere antimicrobico verificato anche sul P. acnes. Alcuni studi hanno dimostrato un incremento notevole di attività antiacneica in associazione all’Iperico.

 -Tea tree oil (Melaleuca alternifolia): conosciuto da secoli per le sue svariate proprietà, è utilizzato principalmente come antibatterico e antimicotico. Queste attività sono state verificate anche nei riguardi del P. acnes e di specie micotiche responsabili dell’acuirsi dell’acne.

 • azione antinfiammatoria e cicatrizzante

 -Centella (Centella asiatica): a tale pianta sono riconosciute diverse proprietà salutistiche: antinfiammatoria, antiarrossamento e riepitelizzante; la sua applicazione cutanea risulta particolarmente utile per sfiammare e rigenerare la cute acneica.

 -Iperico (Ipericum perforatum): le proprietà antinfiammatorie sulla cute dell’olio di Iperico sono note da tempo: già in antichità estratti oleosi di questa pianta venivano utilizzati per lenire e sfiammare rossori cutanei e cicatrici. Queste attività possono essere ricondotte alla presenza di flavonoidi nel fitocomplesso.

 -Calendula (Calendula officinalis): la fitoterapia moderna le riconosce attività lenitive ed antinfiammatorie, oltre che stimolanti la rigenerazione tissutale, grazie ai glicosidi triterpenici presenti. Inoltre sono state evidenziate anche proprietà antisettiche e antimicotiche.

Dal GSE “il sistema completo” antiacne

I componenti naturali descritti sono disponibili in commercio, in ambito salutistico, divisi a seconda delle loro funzionalità, in rimedi per uso sistemico e in rimedi per uso cutaneo. Ne riportiamo qui brevemente le descrizioni:

 1) Un “sistema di integrazione” che racchiude componenti naturali utili per la risoluzione dei fattori causali e aggravanti dell’acne, suddivisi in 2 integratori specifici al fine di garantire l’assunzione di ogni componente nel momento della giornata più idoneo alla sua attività e assorbimento. Tale “sistema” comprende:

 -integratore A: a base di Estratto di semi di Pompelmo, Ribes nero, Bardana, Fumaria e Maltodestrine fermentate, in bustine monodose idrosolubili. Modo d’uso: 2 volte al giorno, prima di pranzo e di cena, assumere il contenuto di una bustina disciolto in un bicchiere d’acqua.

 -integratore B: a base di Bifidumbacterium adolescentis, Lactobacillus acidophilus,·Inulina, Lino semi, Epilobio, Lino olio polv., Passiflora, in bustine monodose idrosolubili. Modo d’uso: 2 volte al giorno, al mattino al risveglio e alla sera prima di coricarsi, assumere il contenuto di una bustina disciolto in un bicchiere d’acqua.

 All’interno di questo “sistema di integrazione”, oltre ai due integratori A e B, è contenuta una preziosa guida con consigli indispensabili per un’alimentazione adatta all’adolescente che vuole risolvere la problematica acneica e mantenere nel tempo i risultati ottenuti.

 2) Un’associazione di due trattamenti cutanei specificamente formulati per affrontare e risolvere localmente tutti i fattori causa e concausa della problematica acneica; gli attivi selezionati sono stati suddivisi, a seconda delle loro funzionalità, al fine di ottenere da una parte un trattamento specifico per l’applicazione del mattino e dall’altra un trattamento specifico per l’applicazione serale. L’associazione contiene:

 -trattamento MATTINO: a base di ·GSE, Usnea, Iperico, Calendula, Semi di zucca, Condurango, in tubo da 50 ml. Modo d’uso: al risveglio, dopo l’accurata detersione, distribuire delicatamente una discreta quantità di crema sulle parti interessate. L’uso regolare e continuativo garantisce i migliori risultati.

-trattamento SERA: a base di ·GSE, Ratania, Salvia sclarea, Serenoa, Centella, Acido azelaico (vegetale), Ibisco, in tubo da 50 ml. Modo d’uso: alla sera prima di coricarsi, dopo l’accurata detersione, distribuire delicatamente una discreta quantità di crema sulle parti interessate, insistendo sulle zone più problematiche. L’uso regolare e continuativo garantisce i migliori risultati.

 3) Un latte detergente a base di GSE, Bardana e Melaleuca, specificatamente studiato per una pulizia profonda, ma delicata, ottimo come preventivo ed indispensabile durante il trattamento.

 
 
 

Natura potente e delicata! Un approccio completo per risolvere l’acne giovanile

Post n°6 pubblicato il 05 Ottobre 2011 da gse.italia
 

“Oh nooooo!!! Lo sapevo: un altro brufolo!!!”

Ogni mattina la giornata di milioni di ragazzi e ragazze di tutto il mondo comincia con queste parole, dette davanti allo specchio con un’espressione delusa sul viso. No, non stiamo esagerando, parliamo di milioni, forse anche di miliardi di adolescenti… già, perché la problematica dell’acne giovanile è diffusa capillarmente tra i ragazzi in età puberte di ogni ceppo etnico (anche se con una maggiore incidenza sul ceppo caucasico). Per parlare di numeri, si stima che fino all’85% dei giovani tra i 15 e i 18 anni soffra di acne, considerata dalla medicina ufficiale una vera patologia. In realtà, la problematica acneica non è una vera e propria malattia, ma la conseguenza di un mutamento ormonale fisiologico, che, in alcuni soggetti predisposti, può manifestarsi con la comparsa di brufoli, punti neri e lesioni cutanee. Lo avevano capito, parecchi secoli or sono, gli antichi Greci, a cui si deve il nome di questa condizione cutanea: infatti “acnè” significa “efflorescenza, fiore della vita, massimo sviluppo” indicando così la peculiare età di insorgenza, quasi una tappa obbligata nella crescita di ognuno.

Tuttavia, nonostante la “fisiologicità” del manifestarsi dell’acne ad una certa età, tale fenomeno è ben lungi dall’essere accettato di buon grado, come comprensibile, anzi al contrario spesso diventa motivo di insicurezza per il giovane, in un’età come quella dell’adolescenza, psico-emotivamente delicata, nella quale i ragazzi non amano mostrarsi in pubblico, né essere osservati.

Ma cerchiamo quindi di capire meglio cosa sta dietro agli “odiati brufoli da acne” e cosa si può fare naturalmente per debellarli.

 

Diverse tipologie di acne giovanile

L’acne vulgaris o acne giovanile è sicuramente la tipologia di acne più comune e conosciuta, anche se non l’unica (esistono infatti altri tipi di acne con eziologie e manifestazioni sintomatiche diverse, ad esempio l’acne neonatale, l’acne iatrogena , l’acne rosacea e l’acne menopausale). Ogni tipo di acne viene classificato in modi diversi a seconda delle lesioni che presenta, per l’acne giovanile, ne sono state individuate cinque diverse tipologie:

·  comedonica: quando le manifestazioni d’acne più presenti sono i comedoni chiusi (punti bianchi) o aperti (punti neri);

·  papulo-pustolosa, quando compaiono papule (rigonfiamenti infiammati ma non purulenti) e pustole (il tipico “brufolo”);

·  nodulare-flemmonosa, quando compaiono lesioni rosso-violacee dolorose che possono riassorbirsi o evolvere in pustole;

·  nodulo-cistica, quando sono presenti pustole, papule e grosse formazioni cistiche che danno vita a cicatrici cheloidee;

·  polimorfa: è la forma più comune di acne giovanile, che si verifica quando sono presenti ciclicamente tutte le manifestazioni d’acne.

 

Un’origine complessa

L’acne giovanile, di cui ci occupiamo specificatamente in questa trattazione, è considerata medicamente un “processo a patogenesi multifattoriale”, definizione che indica tutte le patologie in cui le cause innescanti siano molteplici. Possiamo infatti individuare dei fattori causali primari legati alle modificazioni ormonali tipiche dell’età adolescenziale e dei fattori concausa aggravanti legati invece allo stile di vita e all’alimentazione.

Tra i fattori causali primari, quella che si può considerare la conditio sine qua non dello sviluppo dell’acne è la grande produzione di ormoni androgeni, tipica dell’età adolescenziale, ed, in particolare, del diidrotestosterone (DHT). Ciò infatti provoca mutamenti in tutto l’organismo e quindi anche a livello cutaneo, dove modifica la quantità e qualità dei dotti sebacei e del sebo prodotto. Più in particolare il DHT è responsabile della mutazione di alcuni follicoli vestigiali collocati sul viso e sul dorso in follicoli pilo-sebacei. Questi, come già suggerisce il nome, sono follicoli dotati di una grossa ghiandola sebacea, che da questa fase in poi, nei soggetti predisposti, produrrà sebo in grande quantità. Tali follicoli rappresentano la sede nella quale si sviluppa l’acne: questo spiega anche il perché del manifestarsi di questa problematica cutanea principalmente su viso e dorso. Il DHT è responsabile anche di un altro mutamento cutaneo: la modifica qualitativa-quantitativa del sebo: infatti, dopo la pubertà, il sebo viene prodotto in quantità nettamente maggiore e, dal punto di vista della composizione, presenta una grandissima quantità di acidi grassi liberi ad azione irritante sulla pelle. Queste modifiche a livello cutaneo portano a :

 

·  ipercheratinizzazione del dotto pilo sebaceo: i cheratinociti che ricoprono il dotto, irritati dal DHT e dagli acidi grassi liberi, iperproliferano determinando un’aumentata coesione cellulare che impedisce lo svuotamento spontaneo del poro. In questo modo si creano i comedoni, lesioni acneiche semplici che facilmente evolvono in lesioni più complesse;

·  iperseborrea: come difesa dall’irritazione provocata dal legame di acidi grassi e DHT con i cheratinociti, le ghiandole sebacee producono una maggiore quantità di sebo che si accumula dando vita al comedone, che evolve poi in pustole, cioè i comuni brufoli;

·  colonizzazione e attività del Propionibacterium acnes: battere anaerobio fisiologicamente presente sulla cute umana che si nutre di sebo; trova quindi terreno fertile per la sua riproduzione nei dotti pilo sebacei intasati, nei comedoni e nelle pustole. La sua proliferazione porta all’edema e all’infiammazione del poro con formazione di pustole purulente grosse e doloranti.

·  infiammazione follicolare e perifollicolare come conseguenza dell’infezione da P.acnes.

Oltre a questi fattori causali scatenanti, possiamo individuare come fattori “concausa o aggravanti”, i seguenti:

·  carenza di acidi grassi essenziali nella dieta: l’equilibrio ormonale e la regolazione sebacea cutanea sono influenzati dall’apporto dietetico di acidi grassi essenziali ω3-ω6, di cui sono ricchi il pesce e i semi oleaginosi. Il loro apporto insufficiente, particolarmente frequente negli adolescenti a causa di scelte alimentari errate, che prediligono i grassi saturi, predispone allo sviluppo di acne;

·  carenza di vitamine e minerali: l’insufficiente apporto, o il mancato assorbimento, sia di vitamine A, E, gruppo B, benefiche per la pelle, sia di minerali, in particolare zinco e magnesio, rappresentano anch’essi una concausa nella comparsa dell’acne;

·  sovraccarico del pancreas: un’alimentazione poco “vitale”, ricca di grassi saturi, zuccheri, cibi conservati e raffinati, giorno dopo giorno mina l’efficienza dell’apparato digerente. In particolare il pancreas, costretto ad un iperlavoro, è penalizzato nelle sue funzioni. Ne conseguono difficoltà digestive e l’aumento del cosiddetto “fattore insulinico”, che, stimolando anch’esso la produzione di androgeni, contribuisce all’insorgere dell’acne.

·  disbiosi intestinale: eccesso di zuccheri, carboidrati raffinati, cibi conservati, proteine animali, ecc. e assunzioni di farmaci, in particolar modo antibiotici, causano il progressivo depauperamento della flora protettiva intestinale (disbiosi); batteri patogeni ed opportunistici proliferano perciò a dismisura, portando a putrefazioni e fermentazioni intestinali che favoriscono la patogenesi dell’acne. 

·  tossinemia: il “terreno” intestinale malsano che si viene a creare come conseguenza della disbiosi, induce la produzione di una grande quantità di sostanze tossiche, che si riversano nel sangue. La tossinemia sistemica che ne deriva trova sfogo anche sulla pelle, aggravando la problematica acneica.

·  stress, ansia: il disagio legato alla crescita, ai mutamenti ormonali in atto e alla ricerca della propria identità è fonte di grande stress per gli adolescenti, spesso acuito dal timore di “mostrarsi” in pubblico. Com’è noto, lo stress stimola le ghiandole surrenali a produrre non solo cortisolo e adrenalina ma anche androgeni, causa prima dello sviluppo della problematica.

 
 
 

Ancora a proposito di ANTIBIOTICI…

Post n°4 pubblicato il 30 Marzo 2011 da gse.italia

L'Italia occupa il terzo posto a livello europeo, dopo Grecia e Cipro, per la quantità di antibiotici consumata e un considerevole aumento è stato riscontrato soprattutto nell’ambito ospedaliero. La medicina generale comunque non è da meno, i medici di base continuano a prescrivere antibiotici, spesso anche per malattie che interessano le prime vie aeree le quali, nella maggior parte dei casi, sono di origine virale e quindi non da trattare con gli antibiotici.

I dati raccolti nel 2009 riguardo le prescrizioni di antibiotici rivelano che il 40,8% erano state fatte per pazienti affetti da patologie dell’apparato respiratorio, il 18,4% per patologie a carico dell’apparato genitourinario e il 13,6% per problematiche dell’apparato digerente. Per quanto riguarda invece le categorie di antibiotici maggiormente prescritte, al primo posto ci sono i fluorochinoloni (23,1%) seguiti dall’associazione delle penicilline (22,3%), macrolidi e lincosamidi (18,7%), penicilline (13,3%) e cefalosporine (7,2%). Ma come è ben noto, questo tipo di farmaci non è privo di effetti collaterali sulla salute dell’uomo, anche gravi, e inoltre è responsabile dell’insorgere di resistenze batteriche.

Proprio a causa dell’uso inappropriato si sono infatti diffusi moltissimi ceppi batterici resistenti agli antibiotici. Nonostante alcune di queste resistenze batteriche (come quella dello Staphylococcus aureus per la meticillina e quella dello Streptococcus pneumoniae per la penicillina e l’eritromicina) siano in diminuzione, la loro frequenza è ancora a livelli elevati. Invece per quanto riguarda altre specie batteriche, soprattutto Gram-negativi come l’Escherichia coli e la Klebsiella pneumoniae, lo sviluppo di resistenza è in aumento, soprattutto nei confronti degli antibiotici della famiglia dei fluorochinoloni per quanto riguarda l’E. coli e nei confronti delle cefalosporine di terza generazione per quanto riguarda la Klebsiella.

Alcuni ceppi sono diventati resistenti ad un’altra famiglia di antibiotici, i carbapenimici, gli antibiotici utilizzati come ultima risorsa contro le infezioni batteriche provocate da Gram-negativi multi resistenti, proprio come la Klebsiella.

Sembra che la resistenza di alcuni ceppi batterici, definiti “superbatteri”, arrivati in Europa (Regno Unito, Francia, Svezia, Olanda) dall’India, a questa famiglia di antibiotici sia dovuta alla presenza di un plasmide (filamento di DNA presente all’interno della cellula batterica, accessorio del corredo genetico batterico) al loro interno, il quale veicola il gene che codifica una proteina (New Delhi-metallobetalattamasi, NMD-1) in grado di distruggere la molecola dell’antibiotico e quindi renderlo inefficace. Proprio perché il gene della resistenza è veicolato da un plasmide, la rapidità di diffusione è elevata ed anche se in Italia è ancora limitata, non bisogna escluderne l’evenienza nè sottovalutarne la pericolosità.

A livello ospedaliero è indispensabile in primis migliorare il controllo delle infezioni batteriche e limitare l’uso degli antibiotici solo ai casi in cui sia strettamente necessario. Bisogna limitare e contenere questo sviluppo delle resistenze batteriche, soprattutto per quanto riguarda le resistenze multiple che si stanno evolvendo, per tutelare la salute pubblica.

Anche a livello privato ognuno di noi dovrebbe ricorrere all’uso di antibiotici solo nei casi più gravi, diffidando delle frequenti e spesso effettuate con troppo facilità, anche per problematiche di origine non batterica, prescrizioni mediche. Gli effetti collaterali degli antibiotici sono innumerevoli, ormai a tutti noti, e non sono per nulla da sottovalutare in quanto, se assunti per lunghi periodi o da individui a rischio, possono anche portare a decesso (nel 2009 ci sono stati 118 decessi su 1643 segnalazioni di reazioni avverse nei confronti di questo tipo di farmaci). La famiglia di antibiotici che ha riportato un maggior numero di segnalazioni è stata quella delle penicilline, seguita da quella delle associazioni delle penicilline e quella dei chinoloni (soprattutto fluorochinoloni).

Con tutte queste informazioni vogliamo quindi avvalorare ancora una volta la nostra tesi riguardo l’uso/abuso che viene fatto degli antibiotici, che soprattutto in Italia, nonostante le continue “prove”che emergono riguardo gli innumerevoli effetti collaterali, spesso anche di grave entità, e lo sviluppo di resistenze batteriche, anche multiple, siano dati di fatto riconosciuti e pluriconfermati. Il messaggio che ci danno è quindi chiaro e senza ombra di dubbi, sta quindi alle persone agire secondo coscienza per la propria salute e per la salute di tutta la popolazione.

Ma l’alternativa naturale, efficace, priva di effetti collaterali c’è…è il GSE!!!       

 
 
 

Antibiotici è ALLARME! (mal uso e abuso)...ma un’efficace alternativa c’è!

Post n°3 pubblicato il 25 Gennaio 2011 da gse.italia
 

Antibiotici: cosa sono e come agiscono
Si tratta di sostanze che, introdotte nel corpo, vengono trasportate dal flusso sanguigno fino a raggiungere una zona infetta dove distruggono o disattivano un batterio invasore. Gli antibiotici hanno due modi diversi di agire: se sono battericidi, uccidono effettivamente i batteri; se sono batteriostatici interferiscono con la loro attività o con i loro meccanismi riproduttivi, in questo modo interrompono l’azione batterica senza distruggerla. Ai fini dell’individuazione della cura corretta, i batteri sono classificati (in base a precisi tests) in gram-positivi o gram-negativi; ciò è necessario perché alcuni antibiotici agiscono solamente verso gli uni o gli altri. Non ci sono antibiotici che agiscono universalmente; ognuno di essi “funziona” nel controllo di alcuni, ma non tutti i batteri ostili, ed allo stesso tempo danneggia alcuni, ma non tutti i batteri della flora benefica. È importante sapere infatti che gli antibiotici, oltre ad essere attivi sui batteri patogeni responsabili di malattia, distruggono purtroppo anche la microflora intestinale benefica, a tal punto che in alcuni casi sono necessari mesi, se non anni, per ripristinarla. La devastazione dell’equilibrio microbico intestinale costituisce infatti uno dei rischi più gravi dell’impiego di antibiotici (anche di un solo ciclo!) e rappresenta già di per sé una ragione sufficiente per limitarne seriamente l’utilizzo solo alle effettive necessità, com’era all’epoca della loro scoperta, quando gli antibiotici erano impiegati esclusivamente come “salva vita”, non certo per un mal di gola qualunque… 

L’Italia tra i 5 paesi a più grande consumo di antibiotici!
Eppure nonostante le conoscenze attuali relative ai danni da antibiotici e malgrado i ripetuti appelli da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla necessità di contenere le prescrizioni di tali farmaci, di antibiotici vi è indubbiamente un abuso, oltre che un uso improprio e spesso assolutamente scorretto (vedi, quale esempio più eclatante, la pratica di assumere antibiotici qualora si sia in presenza di un’infezione virale, ad esempio l’influenza! Gli antibiotici non sono attivi sui virus!). L’Italia, ahimè, è con la Francia fra i paesi d’Europa che detengono il primato del maggior consumo di antibiotici: uno studio pubblicato su una delle più autorevoli riviste scientifiche internazionali “The Lancet”, ha infatti classificato l’Italia tra le nazioni che utilizzano gli antibiotici più del necessario, in particolare nella popolazione infantile. Secondo l’Istituto Superiore della Sanità, solo un italiano su due sa cos’è un antibiotico e nonostante ciò 4 su 10 lo assumono senza prescrizione medica! I  rischi più gravi di questo abuso sono principalmente due: da una parte, come già menzionato, la distruzione della microflora intestinale benefica, dall’altra il rischio concreto dell’aumento di ceppi batterici resistenti (i famosi “superbatteri”!) ai comuni antibiotici, rischiando che tra qualche anno vi siano più specie batteriche invincibili che antibiotici in grado di sconfiggerli.

La distruzione dell’ecosistema microbico intestinale
Non vi sono dubbi: la maggior parte degli antibiotici distrugge la microflora intestinale benefica intestinale (costituita per la maggior parte da bifidobatteri e lattobacilli) e favorisce invece la crescita di potenziali patogeni, come ad esempio il clostridium difficile e la candida albicans. Nel breve termine, tale cambiamento nella composizione della flora intestinale porta ai ben noti disturbi gastrointestinali (gonfiore, dolori addominali, diarrea), ma studi recenti suggeriscono che le conseguenze a lungo termine possono essere ben altre e molto più serie (aumento delle allergie, delle intolleranze alimentari, disequilibrio del sistema immunitario, ecc). Uno studio pubblicato sulla rivista olandese The ISME (International Society for Microbial Ecology) Journal riporta che per ripristinare la flora benefica intestinale occorrono ben 2 anni (!) dopo un trattamento di cinque giorni con clindamicina, l’antibiotico di prima scelta nel caso di infezioni causate da batteroidi (è vero che la clindamicina, come tutti gli antibiotici della classe dei lincosammidi, è veramente devastante per la flora intestinale, ma anche altre tipologie di antibiotici sono altrettanto pericolose in tal senso: l’assunzione di antibiotici porta sempre ad una disbiosi intestinale).  Come se ciò non bastasse, si è anche registrato che l’uso di clindamicina favorisce l’aumento esponenziale dei ceppi di batteroidi ad essa resistenti….e non si tratta certo di un caso isolato!

La resistenza antibiotica e i “superbatteri”
Maggiore è il consumo di antibiotici, più elevato è il rischio di sviluppo di resistenze antibiotiche, ossia la possibilità che i batteri patogeni “imparino” a difendersi rendendosi inattaccabili ai comuni antibiotici. In pratica i batteri, attraverso mutazioni genetiche conseguenti all’esposizione agli antibiotici, mettono in atto “strategie” di sopravvivenza, modificando le strutture cellulari che erano bersaglio dell’antibiotico, rendendosi perciò immuni. L’antibiotico resistenza è favorita non solo dall’abuso ma anche dall’uso scorretto degli antibiotici: se si inizia un ciclo antibiotico e non lo si porta a termine (come spessissimo accade) può accadere che alcuni batteri (i più forti) sopravvivano e possano trasmettersi nell’ambiente. Da questi pochi batteri forti si sviluppa una colonia di batteri naturalmente più forti e più resistenti a quel particolare antibiotico. Ovviamente questi superbatteri si moltiplicano dentro e fuori l’organismo infetto e il fenomeno assume proporzioni globali. L’antibiotico resistenza è molto più diffusa di quanto si pensi. In soli cinque anni la percentuale dei ceppi resistenti di Escherichia coli è passata dal 10% al 50% e si calcola che su 20 mila casi di morti per infezioni ospedaliere, circa un quarto, cioè 5 mila casi, siano attribuibili ad infezioni farmacoresistenti, quelle causate dai “superbatteri” che resistono agli antibiotici ora a disposizione. Ma la questione è letteralmente sconosciuta  a quasi la metà degli italiani, secondo quanto ha rivelato un sondaggio dell’Istituto Superiore di Sanità.

Bambini e antibiotici
Le problematiche relative all’abuso e al cattivo uso degli antibiotici assumono proporzioni veramente preoccupanti quando si tratta di bambini, che, purtroppo, sono tra i più grandi consumatori di antibiotici. L’aumento continuo della resistenza antibiotica rappresenta oggi una vera e propria minaccia per il benessere dei bambini, anche perché, il contemporaneo inevitabile depauperamento della microflora intestinale ostacola lo sviluppo di un sistema immunitario forte ed equilibrato, proprio ciò di cui invece i bambini hanno estremo bisogno. L’organismo infantile è molto sensibile e delicato: ciò aumenta inevitabilmente l’esposizione ai rischi correlati all’utilizzo di tali farmaci oltre ad innescare pericoli circoli viziosi, con continue ricadute e…continui cicli di antibiotici! In occasione delle malattie delle vie aree superiori del bambino, dei primi mal di gola e di stati febbrili (magari semplici influenze che servirebbero invece a far “maturare” il sistema immunitario del bambino!), in tanti non esitano a richiedere precipitosamente la prescrizione di un farmaco così potente come l’antibiotico, pensando che tutto si risolva.  Secondo Francesco Chiodo, pediatra e direttore dell’istituto malattie infettive all’Università di Bologna: “In Italia purtroppo l’antibiotico viene confuso da molte mamme come antifebbrile. Questo impiego inappropriato, unito al dosaggio errato, ha favorito la selezione di ceppi di batteri resistenti”. Secondo Manuel Castello, presidente della Accademia Internazionale di Pediatria “l’antibiotico viene usato con superficialità; e la responsabilità è anche nostra. Dimentichiamo che sotto i 5 anni l’80% delle infezioni sono di origine virale, quindi non andrebbero curate con gli antibiotici, che combattono i batteri”. Ulteriori conseguenze relative all’abuso degli antibiotici in pediatria è l’aumento del rischio di allergie. Secondo una ricerca dell’Università Canadese di Manitoba, pubblicata sulla rivista americana scientifica Chest, quattro cicli di antibiotici nel primo anno di vita incrementano del 46% le probabilità di soffrire di asma. Lo studio è stato realizzato monitorando 14.000 bambini fino all’ottavo anno di vita. L’uso indiscriminato degli antibiotici ha portato ad un circolo vizioso che spinge alla ricerca continua di nuovi farmaci sempre più potenti che danno luogo a più ampi fenomeni di resistenza e si andrà avanti così finché la follia di questo atteggiamento non sarà del tutto evidente. Il nostro suggerimento è di utilizzare gli antibiotici, solo se strettamente necessari, nei tempi e nei modi corretti ricercando, per tutte le altre situazioni, validi rimedi naturali alternativi  per controbattere le affezioni più comuni.

GSE, l’alternativa naturale
Il GSE è un estratto standardizzato dei semi con aggiunta della membrana cellulare del pompelmo ed è reperibile sia in soluzione di glicerina vegetale (derivata dal cocco) che in estratto secco. Laboratori, Università ed Istituti di tutto il mondo hanno dimostrato, con studi scientifici e pubblicazioni, che l’Estratto di semi di Pompelmo è un battericida e batteriostatico ad ampio spettro (oltre 800 ceppi batterici sia Gram+ che Gram-). Il GSE è inoltre attivo su miceti, virus e parassiti. La differenza sostanziale di questo “antimicrobico naturale”, rispetto ai farmaci antibiotici, e che rappresenta la sua qualità più incredibile, è la notevole efficacia associata alla selettività; a questo proposito uno studio pubblicato sul “Journal of Orthomolecular Medicine” n° 5 del 1990 dimostra che il GSE è efficace contro centinaia di batteri patogeni, mentre pressoché innocuo sui batteri fisiologici, cioè quelli utili al nostro organismo. Questa selettività è straordinaria ed unica nel suo genere, basti pensare ai tradizionali antibiotici che non fanno distinzioni flagellando anche la flora batterica fisiologica. Se a tutto ciò aggiungiamo l’assoluta mancanza di tossicità, di controindicazioni, di effetti collaterali, di interazione con altri farmaci ed il fatto che non crei alcuna resistenza, ci rendiamo conto di essere di fronte al rimedio naturale che rappresenta la più efficace, più completa e più sicura alternativa alle cure antibiotiche tradizionali, quando non strettamente necessarie.
I principali vantaggi conseguenti alla “scelta GSE” possono essere così riassunti: 1) da una parte il GSE agisce direttamente sui microrganismi patogeni responsabili dell’affezione, siano essi batteri, miceti, parassiti o virus (quindi anche in caso di raffreddore o influenza, cosa che invece non è possibile con gli antibiotici di sintesi!); 2) dall’altra il GSE potenzia indirettamente le difese dell’organismo. Ciò è possibile poiché, come già menzionato, esercita sulla microflora intestinale una “pulizia selettiva”, eliminando i patogeni (che aggravano costantemente di lavoro il sistema immunitario) e consentendo invece ai bifidobatteri e ai lattobacilli di colonizzare in modo benefico l’intestino, aiutando sensibilmente il rafforzamento delle difese e l’equilibrio del sistema immunitario.
Per queste ragioni il GSE, tanto più se associato a principi naturali specifici ad azione sinergica, rappresenta un valido aiuto ai fini della rapida risoluzione delle comuni affezioni di origine microbica, ponendo le basi per evitare recidive (ricadute) e sovrainfezioni (ulteriori complicanze).       

GSE &….. nella cura delle affezioni di origine microbica
Riportiamo qui brevemente le descrizioni dei rimedi, reperibili in commercio in ambito salutistico, utili per la cura delle affezioni microbiche: ad esempio per i sintomi influenzali, i raffreddori, le affezioni respiratorie (comprese le otiti) e per le problematiche in genere in cui vi sia un’infezione in corso ma non sia strettamente necessario assumere l’antibiotico.

Per Adulti: Estratto di semi di Pompelmo associato a componenti naturali (Echinacea purpurea, Rhodiola rosea, Uncaria tomentosa e Melaleuca alternifolia) che ne potenziano l’azione e che aiutano a rafforzare le difese immunitarie. In confezione da 60 compresse deglutibili.
Per Bambini: Estratto di semi di Pompelmo in composizione simile alle compresse (associato a Echinacea purpurea, Echinacea angustifolia, Rhodiola rosea, Noni) e con naloga funzione. Bevibile di gusto gradevole per la somministrazione ai bambini in flacone da 250 ml.

L’alternativa per tutti (adulti e bambini): Ai due rimedi sopradescritti, si affianca, come alternativa, un rimedio adatto, con diversi dosaggi, sia ad adulti che a bambini, in una forma farmaceutica particolarmente gradevole e comoda nell’assunzione: la compressa effervescente. Gli attivi vegetali inseriti sono oltre al  GSE, e all’Uncaria, dalla meravigliose proprietà già descritte, anche un fitocomposto innovativo a base di Basilico santo e Salvia titolato al 40% in ac. rosmarinico che esplica una netta azione antinfiammatoria, antipiretica, e immunomodulante. Confezione: tubo da 20 compresse effervescenti.

GSE &…per un breve decorso, una rapida ripresa e per evitare sovrainfezioni e recidive
A coadiuvare ulteriormente l’azione del GSE e degli altri estratti vegetali concorre certamente l’associazione di fermenti lattici probiotici e prebiotici, utili per rafforzare le difese naturali dell’organismo e riequilibrare il sistema immunitario. Riportiamo di seguito la descrizione di alcuni prodotti presenti in commercio, in ambito salutistico, con queste caratteristiche.

Per Adulti: Confezione da 7 flaconcini monodose costituiti da due formulazioni distinte nel tappo dosatore e nel flaconcino (dose consigliata: un flaconcino al dì, lontano dai pasti, per 40 giorni).
- Il tappo dosatore: Frutto-oligosaccaridi (prebiotici) e probiotici particolarmente indicati per l’intestino degli adulti (Bifidobacterium bifidum, Lactobacillus acidophilus e Lactobacillus bulgaricus), per un totale di “non meno di” 3,3 miliardi, coltivati in terreno di coltura vegetale (milk free)
- Il flaconcino:  soluzione a base di Estratto di semi di Pompelmo (GSE), Morinda citrifolia (Noni) e Uncaria tormentosa;  una composizione che, miscelata ai probiotici e ai prebiotici al momento dell’uso, ne esalta l’azione grazie all’azione diretta sul rafforzamento delle difese naturali, favorendo una rapida guarigione ed evitando sovrainfezioni e recidive.

Per Bambini: Confezione da 14 bustine, costituite da due formulazioni distinte (7 bustine A + 7 bustine B), di cui si consiglia l’assunzione secondo la seguente modalità: sciogliere il contenuto delle due bustine, A+B, contemporaneamente in mezzo bicchiere d’acqua o succo e assumere lontano dai pasti.
- bustine A: miscela di prebiotici e di probiotici particolarmente indicati per l’intestino dei bambini. I prebiotici inseriti sono i Galatto-oligosaccaridi (GOS) e i Frutto-oligosaccaridi (FOS), in rapporto rispettivamente di 9:1 (la quantità totale di prebiotici per bustina è di 2,5 g). Numerosi studi hanno evidenziato che la suddetta miscela GOS/FOS è in grado di riprodurre l’effetto prebiotico degli oligosaccaridi presenti nel latte materno umano, con effetti benefici estremamente promettenti nell’impiego pediatrico (costruzione di una flora intestinale equilibrata, inibizione dei microrganismi patogeni,  modulazione del sistema immunitario, riduzione della frequenza e della gravità delle infezioni, sin dai primi mesi di vita, protezione dal rischio di sviluppare allergie). I probiotici contenuti sono particolarmente idonei all’intestino dei bambini, per le dimostrate proprietà nei confronti della modulazione del sistema immunitario infantile, della prevenzione delle gastroenteriti (e delle infezioni in genere) e della protezione dal rischio allergico (la cui preoccupante crescita in Occidente sembra essere legata alla diminuzione di un’adeguata colonizzazione intestinale a partire dalla nascita). La miscela di probiotici è presente per un totale di “non meno di” 3 miliardi.
- bustine B: granulato solubile con composizione analoga alla versione per adulti (a base di Estratto di semi di Pompelmo, Morinda citrifolia e Uncaria tormentosa, utili per contrastare le infezioni e per rafforzare il sistema immunitario in via di sviluppo dei bambini).

 
 
 
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