L'Italia occupa il terzo posto a livello europeo, dopo Grecia e Cipro, per la quantità di antibiotici consumata e un considerevole aumento è stato riscontrato soprattutto nell’ambito ospedaliero. La medicina generale comunque non è da meno, i medici di base continuano a prescrivere antibiotici, spesso anche per malattie che interessano le prime vie aeree le quali, nella maggior parte dei casi, sono di origine virale e quindi non da trattare con gli antibiotici. I dati raccolti nel 2009 riguardo le prescrizioni di antibiotici rivelano che il 40,8% erano state fatte per pazienti affetti da patologie dell’apparato respiratorio, il 18,4% per patologie a carico dell’apparato genitourinario e il 13,6% per problematiche dell’apparato digerente. Per quanto riguarda invece le categorie di antibiotici maggiormente prescritte, al primo posto ci sono i fluorochinoloni (23,1%) seguiti dall’associazione delle penicilline (22,3%), macrolidi e lincosamidi (18,7%), penicilline (13,3%) e cefalosporine (7,2%). Ma come è ben noto, questo tipo di farmaci non è privo di effetti collaterali sulla salute dell’uomo, anche gravi, e inoltre è responsabile dell’insorgere di resistenze batteriche. Proprio a causa dell’uso inappropriato si sono infatti diffusi moltissimi ceppi batterici resistenti agli antibiotici. Nonostante alcune di queste resistenze batteriche (come quella dello Staphylococcus aureus per la meticillina e quella dello Streptococcus pneumoniae per la penicillina e l’eritromicina) siano in diminuzione, la loro frequenza è ancora a livelli elevati. Invece per quanto riguarda altre specie batteriche, soprattutto Gram-negativi come l’Escherichia coli e la Klebsiella pneumoniae, lo sviluppo di resistenza è in aumento, soprattutto nei confronti degli antibiotici della famiglia dei fluorochinoloni per quanto riguarda l’E. coli e nei confronti delle cefalosporine di terza generazione per quanto riguarda la Klebsiella. Alcuni ceppi sono diventati resistenti ad un’altra famiglia di antibiotici, i carbapenimici, gli antibiotici utilizzati come ultima risorsa contro le infezioni batteriche provocate da Gram-negativi multi resistenti, proprio come la Klebsiella. Sembra che la resistenza di alcuni ceppi batterici, definiti “superbatteri”, arrivati in Europa (Regno Unito, Francia, Svezia, Olanda) dall’India, a questa famiglia di antibiotici sia dovuta alla presenza di un plasmide (filamento di DNA presente all’interno della cellula batterica, accessorio del corredo genetico batterico) al loro interno, il quale veicola il gene che codifica una proteina (New Delhi-metallobetalattamasi, NMD-1) in grado di distruggere la molecola dell’antibiotico e quindi renderlo inefficace. Proprio perché il gene della resistenza è veicolato da un plasmide, la rapidità di diffusione è elevata ed anche se in Italia è ancora limitata, non bisogna escluderne l’evenienza nè sottovalutarne la pericolosità. A livello ospedaliero è indispensabile in primis migliorare il controllo delle infezioni batteriche e limitare l’uso degli antibiotici solo ai casi in cui sia strettamente necessario. Bisogna limitare e contenere questo sviluppo delle resistenze batteriche, soprattutto per quanto riguarda le resistenze multiple che si stanno evolvendo, per tutelare la salute pubblica. Anche a livello privato ognuno di noi dovrebbe ricorrere all’uso di antibiotici solo nei casi più gravi, diffidando delle frequenti e spesso effettuate con troppo facilità, anche per problematiche di origine non batterica, prescrizioni mediche. Gli effetti collaterali degli antibiotici sono innumerevoli, ormai a tutti noti, e non sono per nulla da sottovalutare in quanto, se assunti per lunghi periodi o da individui a rischio, possono anche portare a decesso (nel 2009 ci sono stati 118 decessi su 1643 segnalazioni di reazioni avverse nei confronti di questo tipo di farmaci). La famiglia di antibiotici che ha riportato un maggior numero di segnalazioni è stata quella delle penicilline, seguita da quella delle associazioni delle penicilline e quella dei chinoloni (soprattutto fluorochinoloni).Con tutte queste informazioni vogliamo quindi avvalorare ancora una volta la nostra tesi riguardo l’uso/abuso che viene fatto degli antibiotici, che soprattutto in Italia, nonostante le continue “prove”che emergono riguardo gli innumerevoli effetti collaterali, spesso anche di grave entità, e lo sviluppo di resistenze batteriche, anche multiple, siano dati di fatto riconosciuti e pluriconfermati. Il messaggio che ci danno è quindi chiaro e senza ombra di dubbi, sta quindi alle persone agire secondo coscienza per la propria salute e per la salute di tutta la popolazione. Ma l’alternativa naturale, efficace, priva di effetti collaterali c’è…è il GSE!!!
Ancora a proposito di ANTIBIOTICI…
L'Italia occupa il terzo posto a livello europeo, dopo Grecia e Cipro, per la quantità di antibiotici consumata e un considerevole aumento è stato riscontrato soprattutto nell’ambito ospedaliero. La medicina generale comunque non è da meno, i medici di base continuano a prescrivere antibiotici, spesso anche per malattie che interessano le prime vie aeree le quali, nella maggior parte dei casi, sono di origine virale e quindi non da trattare con gli antibiotici. I dati raccolti nel 2009 riguardo le prescrizioni di antibiotici rivelano che il 40,8% erano state fatte per pazienti affetti da patologie dell’apparato respiratorio, il 18,4% per patologie a carico dell’apparato genitourinario e il 13,6% per problematiche dell’apparato digerente. Per quanto riguarda invece le categorie di antibiotici maggiormente prescritte, al primo posto ci sono i fluorochinoloni (23,1%) seguiti dall’associazione delle penicilline (22,3%), macrolidi e lincosamidi (18,7%), penicilline (13,3%) e cefalosporine (7,2%). Ma come è ben noto, questo tipo di farmaci non è privo di effetti collaterali sulla salute dell’uomo, anche gravi, e inoltre è responsabile dell’insorgere di resistenze batteriche. Proprio a causa dell’uso inappropriato si sono infatti diffusi moltissimi ceppi batterici resistenti agli antibiotici. Nonostante alcune di queste resistenze batteriche (come quella dello Staphylococcus aureus per la meticillina e quella dello Streptococcus pneumoniae per la penicillina e l’eritromicina) siano in diminuzione, la loro frequenza è ancora a livelli elevati. Invece per quanto riguarda altre specie batteriche, soprattutto Gram-negativi come l’Escherichia coli e la Klebsiella pneumoniae, lo sviluppo di resistenza è in aumento, soprattutto nei confronti degli antibiotici della famiglia dei fluorochinoloni per quanto riguarda l’E. coli e nei confronti delle cefalosporine di terza generazione per quanto riguarda la Klebsiella. Alcuni ceppi sono diventati resistenti ad un’altra famiglia di antibiotici, i carbapenimici, gli antibiotici utilizzati come ultima risorsa contro le infezioni batteriche provocate da Gram-negativi multi resistenti, proprio come la Klebsiella. Sembra che la resistenza di alcuni ceppi batterici, definiti “superbatteri”, arrivati in Europa (Regno Unito, Francia, Svezia, Olanda) dall’India, a questa famiglia di antibiotici sia dovuta alla presenza di un plasmide (filamento di DNA presente all’interno della cellula batterica, accessorio del corredo genetico batterico) al loro interno, il quale veicola il gene che codifica una proteina (New Delhi-metallobetalattamasi, NMD-1) in grado di distruggere la molecola dell’antibiotico e quindi renderlo inefficace. Proprio perché il gene della resistenza è veicolato da un plasmide, la rapidità di diffusione è elevata ed anche se in Italia è ancora limitata, non bisogna escluderne l’evenienza nè sottovalutarne la pericolosità. A livello ospedaliero è indispensabile in primis migliorare il controllo delle infezioni batteriche e limitare l’uso degli antibiotici solo ai casi in cui sia strettamente necessario. Bisogna limitare e contenere questo sviluppo delle resistenze batteriche, soprattutto per quanto riguarda le resistenze multiple che si stanno evolvendo, per tutelare la salute pubblica. Anche a livello privato ognuno di noi dovrebbe ricorrere all’uso di antibiotici solo nei casi più gravi, diffidando delle frequenti e spesso effettuate con troppo facilità, anche per problematiche di origine non batterica, prescrizioni mediche. Gli effetti collaterali degli antibiotici sono innumerevoli, ormai a tutti noti, e non sono per nulla da sottovalutare in quanto, se assunti per lunghi periodi o da individui a rischio, possono anche portare a decesso (nel 2009 ci sono stati 118 decessi su 1643 segnalazioni di reazioni avverse nei confronti di questo tipo di farmaci). La famiglia di antibiotici che ha riportato un maggior numero di segnalazioni è stata quella delle penicilline, seguita da quella delle associazioni delle penicilline e quella dei chinoloni (soprattutto fluorochinoloni).Con tutte queste informazioni vogliamo quindi avvalorare ancora una volta la nostra tesi riguardo l’uso/abuso che viene fatto degli antibiotici, che soprattutto in Italia, nonostante le continue “prove”che emergono riguardo gli innumerevoli effetti collaterali, spesso anche di grave entità, e lo sviluppo di resistenze batteriche, anche multiple, siano dati di fatto riconosciuti e pluriconfermati. Il messaggio che ci danno è quindi chiaro e senza ombra di dubbi, sta quindi alle persone agire secondo coscienza per la propria salute e per la salute di tutta la popolazione. Ma l’alternativa naturale, efficace, priva di effetti collaterali c’è…è il GSE!!!