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Ed eccomi qui, ancora a parlarvi di me, di quel casino che c'è in questo periodo nella mia testa. Ho sempre creduto di dover vivere la mia vita fino in fondo, assaporandone ogni istante, senza forzarmi ne frenarmi. In questo mese ci sono molti compleanni dei miei colleghi. E le feste non mancano. Ieri sera c'è stata quella di Nino, e sabato scorso il compleano di Fabio Nof, mentre a giorni farà gli anni Anna e anche Fabio Gaf. Siamo una comitiva di pazzi scatenati. Eppure ogni tanto mi chiedo quanto faccia bene tutto ciò. Vorrei qualche consiglio, vorrei poter parlare di quel che combino, di tutte quelle cose assurde che mi capitano. Vorrei la mia Tatina, vorrei stressarla, raccontarle tutto quel che mi capita, tutto quel che penso di tutte le persone che vagano nella mia testa. Crescere però significa anche cavarsela da soli, lasciarsi i propri spazzi. Capire che non è il momento, forse. Che tutto si evolve. Ho un grande desiderio di sentirmi voluta bene, protetta, curata, coccolata. Ma allo stesso tempo ho paura di legarmi a chiunque, allontano via dopo breve tempo qualsiasi ragazzo disposto a starmi vicino. Forse per la troppo diffidenza, forse per insicurezza, per la troppa paura, forse perchè sono fatta male. Cosa potrà mai significare un comportamento simile? Io non mi capisco proprio. Per questo mi sento tremendamente confusa. Quando cresci, per un motivo o per un altro, il tuo mondo inizia a cambiare, a volte anche in modo drastico e veloce, e tu adattandoti all'ambiente cambi a tua volta, anche senza rendertene conto. E all'improvviso un giorno ti guardi allo specchio e non ti riconosci più. Non sei più quella che credevi di essere. Devo ammetterlo, tante volte ho desiderato diventare quella che sono oggi. Da ragazzina guardavo le ragazze più grandi, quelle sempre circondate di amici, quelle che uscivano il sabato sera, quelle che quando camminavano non passavano mai inosservate, quelle che dicevano sempre la loro con tono di voce alto e sicuro. E adesso... Adesso vedo che non c'era nulla di speciale in quelle ragazze, anzi qualcosa di speciale c'era nell'essere quella ragazzina un pò svampita e secchiona, che credeva che il mondo potesse essere rosa. Adesso l'unico mondo rosa che vedo è quello riflesso dalle lenti rosa di un paio di occhiali da sole. Sono spesso sarcastica, fredda, stronza. Inizio a non credere più all'AMORE. In fondo, non l'o mai visto, sentito, incontrato o percepito come sentimento, quindi perchè dovrei continuare ad illudermi che esista? Perchè dovrei illudermi che possa esistere un uomo capace di amarmi incondizionatamente per quella che sono? E' difficile per colui che mi ha generata, figuriamoci per un estraneo. Domani ricominciamo la settimana lavorativa all'accueil, rivedrò tutti, specialmente una persona. Per come mi conosco, farò finta di niente, farò finta di non aver sentito quelle parole ieri sera, di non averle capite. Anche perchè così farà meno male un'eventuale indifferenza. Dato che il cell. oggi è stato tutto il giorno muto, se non era per qualche sms di Tata e Lore. Sto diventando terribilmende dispersiva nei miei post. Ormai scrivo in modo smisurato. Sarannò rare le persone che leggeranno tutto fino alla fine, perchè sarà sicuramente noioso quel che scrivo. Ancora Grazie a Tutti.
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Post n°94 pubblicato il 20 Maggio 2008 da GuaPaLoCa31
Vi capita mai di sentirvi soli, in mezzo a tanta gente? A me capita spesso ultimamente. Ho tanti amici, usciamo spesso, ci divertiamo un sacco. Eppure mi sento sola. Di quella solitudine che ti lascia un vuoto dentro. Volevo rinnovare ancora il blog stasera, ma chissà che avrei combinato, preferisco lasciarlo in pace per un pochino. Non so come uscirne da certe situazioni. Mi sono incasinata con le mie mani. Sono confusa. Non riesco più a capire neanche cosa voglio io. Non riesco a sentire me stessa. Vorrei davvero avere una sfera di cristallo che mi dicesse cosa fare, perchè io non lo riesco più a capire. Mi sento in balia di tutto e di tutti, mi sento inutile. Forse se spiegassi qualcosina anzicchè parlare come un quadro di Picasso riuscirei a guadagnarci qualche consiglio. Ma spiegare è difficile quando la confusione nella propria mente è esageratamente sproporzionata. Allora, che lavoro lo sapete già, e che prima di iniziare a lavorare avevo avuto delle brutte avventure trascinate dal liceo. Chi ha letto il mio blog fin dai primi post ricorderà. Bhè forse no, in fondo perchè ricordarsi dei miei post? Credo comunque che esistano ancora, quindi chi volesse può visionarli. Nonostante la gente del passato, quella che in quei vecchi post mi faceva star male, ritorni alla luce, nuovi arrivi scombussolano ancora di più il mio presente, e tutti insieme appassionatamente mi rendono le giornate un casino. Ad esempio lavorare nella stessa stanza col mio ex, punto primo è una torntura, perchè sta sempre li come se mi guardasse come una strega cattiva da mettere al rogo. Naturalmente mi devo pure sentire ogni tanto le due paroline dei suoi colleghi/amici che mi dicono sottorighe quanto sia stata stroxxa a lasciarlo, poverinooo. Mi verrebbe da dirgli"Scusate se anche io ho una testa e un cuore e non posso accontentare gli altri e reprimere quello che provo, e dato che per me era tutto finito era inutile continuare", anzi l'ho detto pure a queste persone, solo che li dentro ho l'impressione che quando parlo nessuno tenga in considerazione quel che dico. E' come se fossi invisibile. E' come se notassero tutti solo le mie magliette, i miei jeans.. o meglio quel che c'è sotto, ma la mia persona è come invisibile. Mi hanno definita la "mascotte" della squadra. Pucchina mi chiamano. Quando sono garbati, sennò ne hanno anche altri da dire. Stupidagini. Tutti cercano di abbracciarmi, di starmi vicino, di parlarmi, ma nessuno mi ascolta mai. Se dico che qualcuno esagera col gioco, la colpa viene data a me che istigo, secondo loro. Ormai reputo amici li dentro una o due persone, ma ho paura di fidarmi troppo. Non mi fido più di nessuno. Non mi fido tantomeno di coloro che vorrebbero "stare con me". Di quelle persone che mi stanno confondendo la testa. Le loro parole mi sembrano di chi false, di chi infantili, di chi inutili. Tatina ha tanti casini, vorrei aiutarla, ma è difficile aiutare gli altri quando ci si trova con l'acqua alla gola. Adesso mi metto a ninna, tanto più scrivo più confondo le cose, non trovo un gran filo logico in tutto quel che ho scritto. Ma è così scritto di getto. Un piccolo sfogo. Per liberare un pochino la mente. |
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Periodo di riflessioni, saranno le cose che sono capitate, saranno i discorsi con tutti(ma proprio tutti!), sarà che ho vluto ascoltare me stessa, capirmi, scoprirmi, scavando a fondo, riportando alla luce scatole vecchie, per capire qual'era la loro collocazione esatta nella mia vita. Ho voluto mettermi alla prova, rischiare, spingere l'accelleratore, e provare a superare i miei limiti. Ho fatto così tante pazzie in questi tre mesi, stare ad elencarle sarebbe impossiblile, e forse è meglio tenerle per me, conservarle come le mie esperienze di vita. Ho cercato di lottare contro le mie paure, per questo ho dovuto aprire anche quelle scatole di ricordi che più facevano male. Ma ho guardato dentro e ho capito finalmente che d tutto ciò che era stato sofferenza in passato adesso ne rimane solo esperienza. Sto cercando di elencarmi un paio di punti importanti. Degli obiettivi. Per sentirmi sempre viva, per avere sempre presente cosa voglio. Per non dimenticare mai quello che voglio IO veramente, senza più fare miei, degli obiettivi altrui. Ho imparato che bisogna parlare di meno, perchè quello che si vuole esprimere tante volte non è quello che viene recepito. Ho imparato che bisogna sbattere contro i muri con la propria testa. Ho imparato a contare fino a dieci prima di rispondere. Ho imparato ad adattarmi. Ho imparato a contrattare con la vita. Ho imparato che bisogna prendere e conquistare quel che si vuole sempre, poichè nessuno ci regalerà mai nulla. Ho imparato "carpe diem". Adesso non mi resterà altro che pubblicare il mio elenco delle tappe da conquistare entro sette anni. Perchè entro sette anni vi chieterede, giusto? Bhè sono tappe importanti e mi voglio dare il tempo giusto per farle riuscire meglio, naturalmente si tratta di un tempo simbolico. |
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Con le mie spalle contro il muro
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Con gli occhi bassi
Stavo in fila
Con i disillusi
Tu mi hai raccolto come un gatto
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