Quando

da Quando


Borgonuovo (su invito di Writer) “Ora la nostra casa era a Leinì, più precisamente a Borgonuovo, sobborgo del capoluogo. Camminando per Leinì, molti mi salutavano: - Ciao, Babbini!. - Chi sono? - chiedeva Piera. - Saranno della Singer, rispondevo. Ero conosciuto da duemila, ne conoscevo scarsi venti. A Borgonovo non era facile fare conoscenza con i vicini. Era un quartiere dormitorio. Aveva due negozietti, una edicola e una trattoria dove andavamo a telefonare. Mancava anche la buca delle lettere. Più che un quartiere era una strada molto trafficata e velocemente trafficata. Non mancavano gli incidenti: pedoni e ciclisti travolti, e ogni anno aumentava il numero dei morti. Il parroco affittò due garages contigui dove diceva messa alla domenica. Noi potevamo utilizzarli per riunioni del comitato di quartiere informale, che avevamo organizzato per ottenere almeno la buca delle lettere. La ottenemmo, ma la pista ciclabile dovemmo aspettarla vent’anni. Il parroco successivo non mantenne l’onere di questo affitto. La perdita dei garages fu una gran perdita. La mancanza di spazi dove riunirci rende difficile la costruzione della democrazia. Questa è una battaglia che continuo a fare , ma ancora oggi senza risultati”. (da Quando) I capannoni invece sono cresciuti come funghi. Sui quotidiani non mancava mai l’annuncio economico riguardante Leinì: “Vendesi terreno agricolo con licenza industriale". Questi capannoni sono in parte vuoti e in parte riconvertiti ad attività del settore terziario. Il più antico, quello della fabbrica Agudio, che dava il nome al quartiere prima, facevano teleferiche, poi si chiamò Fata e poi emigrò. Nel suo spazio si è allargata la Coop che qui ha il magazzino centrale per tutti i negozi piemontesi. Non ci piaceva che il nostro quartiere si chiamasse col nome di una fabbrica. Qualcuno disse che potevano chiamarci Borgonuovo e a furia di dire che noi eravamo di Borgonuovo, anche l’amministrazione che ci ignorava perché eravamo prevalentemente di sinistra, per non arrivare a Borgorosso, accettò questo nome. Abbiamo un grande boulling, un capannone industriale è diventato sala da ballo. Peggiore è stata la trasformazione di un grande deposito di carburante, con i caratteristici silos cilindrici, in ditta ecologica dal nome rassicurante di Ecolinea. Qui dovevano tornare i bidoni dello Zenobia dopo le ferie in Africa. Siamo riusciti a scongiurarlo restando davanti ai cancelli 40 giorni e 40 notti con la compagnia continua di una sessantina di carabinieri. Ora il borgo è in ulteriore trasformazione, arriveranno uno o due mastodontici super market, alcune rotonde e altra viabilità. Importante è comprare. Borgonuovo è sulla strada Leinì Torino.