Quando

I ricordi di Quando si intrecciano


Ho rintracciato un compagno di scuola che non vedevo da sessant’anni, anche lui scrittore. Nell’intenso carteggio successivo, ho avuto la discutibile idea di stuzzicare le sue origini democristiane mandandogli una mia foto con maglia rossa e in grande evidenza sul mio pancione il volto di Che Guevara. La foto me la avevano scattata accanto al ministro Ferrero che ho incontrato al parco Ruffini in occasione di LiberaFesta. Mi ha risposto che il Che non è piu’ di moda. Ho replicato che anche Gesu’ di Nazareth non è molto di moda, ma per me sono le due persone in pol position nel campionato dell’umanità. Risposta: “Mi dispiace Guerrino, ma fra Gesù Cristo e il CHE non v'è nessuna attinenza, anzi sono agli estremi opposti. L'Uno resuscitava i morti, l'altro un freddo assassino, che ha fatto la fine che si è meritato. Quello che ho già letto su di lui e ciò che leggo nell'allegato non sono solo bugie. Con amicizia. Stefano” “Oggi nel suo ufficio di Little Havana, a Miami, quarant’anni dopo la morte del Che, Rodriguez racconta - snidando dettagli nascosti negli angoli più bui della sua memoria - la cronaca di una caccia all’uomo ormai storica. FECI FUCILARE IL “CHE” – PARLA L’AGENTE CIA INVIATO IN BOLIVA: “ERA UN FREDDO ASSASSINO. FACEVA FUCILARE LA GENTE PER I MOTIVI PIÙ FUTILI – COMANDAVA LA PEGGIORE GUERRIGLIA CHE ABBIA MAI VISTO – LA CIA LO VOLEVA VIVO MA PREVALSE IL GOVERNO BOLIVIANO…” Felix Ismael Rodriguez, amico personale di George Bush senior e di altri alti quadri di passati governi Usa. Oggi è presidente della Brigada 2506, che a Miami raccoglie i veterani della Baia dei Porci e altri esuli anti-Castro. Ma per la storia, rimarrà sempre «l’uomo che ha catturato Che Guevara». (articolo su La Stampa del 24 settembre2007). “Nel novembre 1961 Kennedy concesse a Lanpley, direttore della Cia succeduto ad Allen Dulles che si era bruciato nella disastrosa invasione della Baia dei Porci, un budget di 50 milioni di dollari per un programma di azioni “coperte” contro Cuba, chiamate in codice “Operazione Mangusta”, coordinato fuori Washington, dalla sede di Maiemi, l’ambizioso programma si proponeva di destabilizzare il governo cubano con azioni spionistiche, sabotaggi, attacchi militari e omicidi eccellenti. (Jon Lee Anderson). 10 anni fa in visita a Cuba per l’ ENCUENTRO DE SOLIDARIEDAD CUBA-ITALIA CONTRA LA GLOBALIZAZION NEOLIBERAL, in occasione del 30° anniversario della morte del Che, la vista al suo mausoleo è stata per me una esperienza mistica. Vicino al mausoleo il treno blindato definitivamente fermo e l’intonaco delle case di Santa Clara ancora pieno dei fori dei proiettili. Alla recente marcia della pace Perugia-Assisi molti giovani portavano la bandiera della pace e la maglietta del Che. 40 anni dopo la sua morte il Che è ancora un simbolo anche per chi crede nella pace, nella non violenza, lui che aveva il mitra, lui che diceva di volere 1000 Vietnam, lui che condannava a morte chiunque ostacolasse il cammino della rivoluzione, lui che abbandonò il potere acquisito a Cuba per andare a morire con le armi in pugno in una impari lotta contro gli oppressori dei popoli. Anche Gesu’ di Nazareth ha fatto una brutta fine, perché la parole che diceva erano destabilizzanti come le armi del Che.