Quando

SOLO UOMINI EQUIVALE A UOMINI SOLI


Inoltro la lettera inviata da Vicky Franzinetti di Torino alla Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni Ogg: laicità e donne Carissime (visto che la maggioranza di chi riceve è donna), ho lasciato un biglietto al convegno perchè ho trovato piuttosto insopportabile che su di un argomento che tocca anche aborto, riproduzione, inizio e fine di vita, ci fossero solo relatori maschi: ognuno avrà avuto un buon motivo, sarà stata la persona giusta, non lo dubito e tutte persone di valore, ma non accorgersi che era un convegno per soli uomini (che a un certo punto diventano uomini soli) mi pare un pò eccessivo. Ripercorro la lista tralasciando le persone che rappresentano una fede (anche se devo dire che la presenza delle donne tra i valdesi è straordinariamente alta) e dicendo che le persone scelte sono di valore, ma è come se invitassi ad un dibattito su una religione solo appartenenti ad un'altra. Le donne nel caso della laicità dello spazio, come molti dei relatori sanno, sono in parte l'oggetto su cui si gioca il passaggio tra luogo pubblico e privato. La riproduzione e il possesso del corpo  ne sono un esempio chiaro, dove il confine tra decisione della donna -o decisione che il corpo della donna appartenga allo spazio pubblico gestito da un maschio che 'la possiede'- è annosa ed in Italia assai di recente è tornata alla ribalta. La laicità ha molto a che fare con la riproduzione ma anche con il rapporto tra diritto di famiglia e diritto civile in genere, la definizione di spazi, di diritti (e questo si accentua con la multiculturalità). Lo dico perchè per me la laicità è sempre stata molto importante e perchè, per esempio, riportate sul sito una clip di Monica Lanfranco e una di Paola Cortellesi.  Lo dico perchè  penso che il vostro lavoro sia molto importante. Lo stesso dicasi per il dibattito sulla cittadinanza, partito durante la >Rivoluzione Francese e la troppo spesso dimenticata Olympe des Gouges >(droits de la femme et de la citoyenne) per non parlare del dibattito >avviato da Marta Nussbaum, Elizabeth Wolgast ed altre sui diritti >(laici) di cittandinaza, di cui per altro avrebbero potuto parlare Anna >Bravo già Università di Torino e Storica (corpo delle donne e spazio >pubblico), Elisabetta Galeotti o Palici di Suni dell'Università di Torino >Facoltà di Giurisprudenza  (diritti di cittadinanza) o Amalia Bosia, >Università di Torino Facoltà di Medicina, già Comitato Etico  (etica e >spazio del corpo delle donne). Questo solo per dire che donne non >mancano, perchè all'entrata mi hanno detto che ''non avete trovato donne''. >Non entro di proposito nella scelta dei rappresentanti delle religioni, >ma anche giornaliste donne non mancano, per non parlare delle rappresentati degli Organismi di Parità, come l'Avvocato AlidaVitaledella Regione Piemonte che della questione si è occupata. > >Vi scrivo con un pò di rabbia ma soprattutto sconsolata: davvero volete >finire uomini soli e donne sole sulla laicità? Davvero non vi interessa >un confronto? Davvero non avete fatto di proposito ad escludere il >femminismo (anche quello storico della Rivoluzione Francese se quello attuale >turba) dal dibattito, ma vi è venuto istintivo?  Molte di noi  sono >attive, chi giornalista, chi studiosa, ma anche solo persone attive, >tuttavia noto che il dover rimarcare la questione la svalorizza e che, >pur essendo persone di grandissimo valore quelle da voi scelte, c'è una >gran preporenderanza di maschi in pensione nella mattina. Ma perchè? O >pensate che le idee siano totalemnte disgiunte da chi le propugna? > >Questo avrei detto se non mi fossi sentita così a disagio in un ambiente >di uomini soli -scusate: soli uomini- non avendo più voglia di fare una >parte, di giocare sempre quella, ma stanca stanca di non fare mai un  >passo avanti. >Auguri quindi a voi ed auguri alla laicità che se vuole sopravvivere >avrà bisogno di uomini e di donne che la difendano. Vicky Franzinetti