Creato da Settima_Corda il 17/08/2011

.. chitarra racconta

Voce di una chitarra smarrita

 

 

MINORENNE EMANCIPATO: MANEGGIARE CON CURA ED EFFETTI DESIDERATI

Post n°15 pubblicato il 23 Settembre 2011 da Settima_Corda

MINORENNE EMANCIPATO     

Il Codice civile , in un attimo di distrazione dei suoi AAVV, aveva aperto una strada inattesa, una botta di liberta' d'azione conseguenza della celebrazione di un Sacramento quale il Matrimonio. Sarebbe stato carino e provocatorio, penso', acquistarlo in versione Bignami tascabile ed appenderlo al collo in compagnia del simbolo del Flower Pover. Desistette per eccessivo peso
In pratica era diventato Uomo 
egalmente autogestibile con il consenso della legge.

 

LAVORO SERALE                
Un locale undergruond dei Murazzi torinesi sul Po cercava un folksinger. Ci precipitammo la sera stessa per parlare con il proprietario ed accaparrarsi l'ingaggio.
Indio aveva assolutamente bisogno di una sorta di entrata mensile almeno sino a Luglio, data della maturita' scolastica. Entrati nel locale diede un'occhiata. Non parlo' con nessuno. Mi prese in mano, sali' sul palco vuoto con un solo microfono piantatoli'  come un albero nel deserto e inizio'
a miagolare il suo blues di fame mettendoci dentro l'anima e la fame stessa.
Ottenemmo il lavoro e la sopravvivenza. Miaoooo

 

MATURITA' SCOLASTICA

Ricerca a scelta dello sudente:  P.P.Pasolini
L'interrogazione di Italiano prese una piega politica volutamente provocata dal commissario esterno di fede fascista il quale, dato un rapido sguardo alla copertina della mia ricerca, spreme tutto il mio sapere sul sommo vate. Al suddetto commissario non era passato per la testa bacata che uno studente che porta Pasolini per prima cosa studia maggiormente cio' che e' ideologicamente opposto alla sua scelta.
Gli spiattellai il mio sapere sul suo poeta, aviatore, autopompinaro prediletto parlandone in cadenze da settimana Incom. Rimase poco tempo per gli altri professori.
58/60. Ero maturo. Per loro, non per me.

 


IL "CHE FARE" , NON DI LENIN MA  IL NOSTRO
"...AVANTI QUANTO E' LUNGO IL SEMPRE, CON TE..."

 Per un giorno. Un mese, Un anno. Una vita. 

Io voglio vivere
ma sulla pelle mia

io voglio amare
farmi male
                                       voglio morire di te
                                                 
 

 
 
 

LUNGO I RUSCELLI DI ALTRI MONDI

Post n°17 pubblicato il 28 Settembre 2011 da Settima_Corda

Mantello nero, luce come fari negli occhi.
L'ho visto da lontano entrare nel campo, aprire il cancello arrugginito e cigolante
sbattendolo alle spalle per richiuderlo, per richiamare l'attenzione dei dormienti figli del vento.

L'ho visto guardarsi intorno, annusare l'aria di piscio e cemento in questo campo strappato dal vento a forza di essere vento.

Ho sentito la memoria del suo magnetismo ripercuotere la settima corda e l'urto di pensiero divenire onda che ignora catene e nel risucchio riconduce a casa.

L'ho visto afferrarmi con mano tesa al cielo, con mano aperta a sfida, gli stessi occhi di giovane selvaggio tornati a percuotere il fato.


Schiavo dell'effimero
nulla appartiene a nessuno
Il divenire,
matrigna ingannatrice
di cio' che chiami ieri e domani,
e' vulnerabile nell'attimo presente, che gia non e' piu'.
Ma l'attimo presente scivola sul velo setoso
intorno allo strappo di una Maya distratta.

E tu arranchi,
eterno Sisifo,
sul Golgota che porta il tuo nome
sanguinando pensieri, speranze, illusioni
fino a che pozza rossa offra testimonianza del tuo passaggio.

Nulla appartiene a nessuno
nella terra che riconosce un potere.
Quanto potere ha il potere ?
Forse tanto da autodistruggersi
al cospetto della tua macchia di sangue,
Cristo,
uomo,
fratello di pena ?
Se cosi' e'chiamalo.
"Potere!
Figlio mio,
abitante del non essere con me e prima di me,
oggi nessuno fermera' la
mano di Abramo"

La porta della nuova alba si e'spalancata riconsegnadomi il grande respiro delle terre libere.

"Andiamo, Settima Corda.
Andiamo Cheyenne.
Finalmente soli.
Senza illusioni che chiamammo
amore,
speranza,
liberta'.

Nulla appartiene a nessuno
neppure la paura,
deterrente dell'essere dignitosamente rispettosi di se stessi.

"Vamos Musica nel mondo che suona le tue vibrazioni, Settima Corda."
"Vamos Amore nel mondo che risponde al tuo solo nome, Cheyenne."
"Adios. E' tempo di vivere il tuo respiro, Renato"

 
 
 

PER QUANDO PASSERAI DI QUI, GABRIELLA...

Post n°18 pubblicato il 04 Ottobre 2011 da Settima_Corda

21 MARZO ANNO DEL SIGNORE 2011:
CIAO SONO A TORINO, ALLE 21 CENA...TANTE VOLTE TI TROVASSI A PASSARE...

Era il primo giorno di primavera.
Verso sera un'auto attraversava follemente la citta'.
Alla guida un eterno ragazzo di 60 anni con in mente i pensieri non scaricabili della
sua vita e una speranza eterna spesse volte sfiorata, mai afferrata, mai divenuta realta'.
Ma chi Balla coi lupi queste cose le sa, ne conosce la difficcolta' del plausibile ma
nello stesso tempo, all'ennesimo richiamo, corre come sempre correra', nella speranza che la realta' si ricordi di lui.

Quando entro' nella hall dell'hotel nella sua anima pulsavano questi sentimenti e quando gli venne detto di attendere si volse su se stesso.
Il tempo di prendere un
lungo respiro e lei gli corse incontro.
Si abbraccciarono come in un gesto conosciuto
da tempo con un sorriso che gia' viaggiava verso il ti voglio bene, anima mia, con le mani e gli occhi che rispettavano un limite di convenzione, non di desiderio.

Seduti furono parole, occhiate timorose in tralice, mani inbarazzate e alla fine una
forza dentro piena di vita, con un batticuore che non fa paura ma riconsegna una voglia di vivere dimenticata da troppo ma ridesta improvvisa, giusto il tempo infinitesimale di concedere  allo stupore di essere in fine attori di un sentimento che vibra dalle budella, al sesso e bussa prepotente alle porte dell'emotivita'.

"Ma e' lei...", risuona senza sosta in te quando l'abbracci con la promessa di
rivederla, quando esci in strada e i lampioni hanno ritrovato la loro luce di sempre, quella che non arrivava piu' ai tuoi occhi.

ROMA...QUANTO SEI BELLA

                 

Arrivo alle quattordici circa a Stazione Termini.
Alla pensione la ragazza della reception mi indica una camera al primo piano.
Sono felice.
Io?
Io sono felice?
Si, io sono felice.
Sara' che dopo una vita quando te
la senti dentro passi dall'incazzatura del tempo perso alla gioia infinita di cio' che sei.
Ma non ci pensi, esci.
Il cielo, maledettamente sempre oscuro, e' pieno della
luce persa e ti ci vorresti buttare come fosse acqua e cammini per le strade di questa citta' eterna dove tra poche ore la rivedrai.
La rivedrai perche' e' questo che preme
in te, non il possederla, semplicemente il vivere l'attimo in cui lei arrivera' a Ponte Milvio e le correrai incontro, perche' per te amare e' questo, prima del resto, quel resto che senza amore non ha senso di essere.

                                     

E ti senti quello che sei, l'uomo in cui hai sempre creduto ed ora riconosci a te
stesso il merito di essere rimasto tale a qualunque prezzo.
La abbracci e senti ricambiare l'abbraccio.

Nella tua pazza incoscienza pulita hai preso una camera doppia.
Si dorme insieme,
forse il fatto che tu sia donna ed io uomo implica sesso necessariamente?
Puo' essere
ma non nella mia testa.
Il fatto che dopo pochi minuti i nostri corpi si confondano e'
scelta nostra, della natura quando a Lei si delega la spontaneita' di esistere.
Quella notte, l'alba che ci trovo' abbracciati mi portarono a conoscere il vero, solo
amore della mia vita ma al momento non ci pensi.
La felicita' ha lo spessore delle
cose ignote e la vivi e la identifichi con la sua anima che confondi con la tua.
Per la prima volta percepepisci l'Uno, nei i
suoi occhi azzurri nei quali non vedi falsita', nel sentire che non risponde alla ragione.
Grazie Roma.

 

E INIZIASTI AD ESSERE . . .

 E NELLA MIA CITTA' LA PAURA SI SCIOLSE AL CALORE

E NELLA TUA VALLE RITROVAI PACE NEL GUARDAR LE STELLE

Alzata con pugno
ti lascio pensieri sparsi
altro nella bisaccia non ho oggi

Amore
speranza 
felicita'
rientrati nella sede oscura
gettano 
forza
 armonia e percezione  
nella vecchia pozza di fango

terra

il cui confine e'
il lontano

il cui passare del tempo
e' respiro d'affanno fine a se stesso

i cui colori sono distrazioni
del riflesso del pianto

il cui silenzio e' verbo inespresso
del non desiderio d'essere

Alzata con pugno
ti lascio pensieri sparsi
altro nella bisaccia non ho piu'

A questi immaginari
suonati cantati
nel tempo in cui musica era
lascio
il senso che colsi
si' che con le ultime ali
lo consegnigno a te

Nella casa di Spagna
non abita nessuno piu'.
Quando il tempo del vento
tace
il messaggio nascosto e' gia' volato
via
a denunciare il peccato
di un fiore non colto

Alzata con pugno
ti lascio pensieri sparsi
altro nella bisaccia non ho

 avevano parlato a lungo di passione e spiritualita'
e avevano toccato il fondo della loro provvisorieta'
e lui senti'crollare il mondo, senti' che il tempo gli remava contro

...di averla solo sognata...
...smise di cercare risposte...
...due buoni compagni di viaggio...
...e la luce dell'alba da fuori sembro' evaporare...


...sara'che mi dirai "vai avanti" e poi nasconderai la fine del sentiero...
pero ti leggo nel pensiero
...ripartiro' da zero...

e chiedimi perdono per come sono
perche' e' cosi' che mio hai voluto tu

e nemmeno ci provo a bussare

ma...ti leggo nel pensiero
 


...una citta' dove gli uomini sanno gia' volare...
...sono niente senza amore...
...chiama quando vuoi basta un gesto una parola...
...il tempo lentamente si consuma...

...e' ancora nel mio cuore...
...non dirle che non e' cosi'...
...sara' che sono troppo sensibile o nella testa chissa' che ho...
...se tornasse da queste parti...

...se trova il tempo mi trovera'...

 

sempre e per sempre
dalla stessa parte
di chi cerca di esistere
per  Amore 

sulla sponda opposta del fiume
dove paura e inganno
non sepelliscono di inesistenti peccati
il diritto di viverlo

 
 
 

QUESTA E' LA FINE

Post n°19 pubblicato il 05 Ottobre 2011 da Settima_Corda

"Meglio una disperata fine che una disperazione senza fine", concludi tu

"Tutto qui  il problema ?"

"Tutto in un sacer embrionale, in un rileggere Eros e Psiche?"

"Tutto  in un'offesa di offerta al molok sbagliato?"

                    

"Non offro nulla a nessuno se non consideri scrivere un offerta"

"A meno che offerta sia per te dal momento in cui

tu stessa diventi attrice dell'epilogo

che il tuo molok possiede in nuce

nell'eccellenza del suo illudere di movimento cio' che e' statico."

QUESTA E' LA FINE

di ogni attenzione alle tue parole
di ogni alba illusa con la tua immagine negli occhi
di ogni giorno speso in una speranza schiaffeggiata
di ogni cercarti nei riflessi quotidiani di luce

 
QUESTA E' LA FINE

per logorio
dell'invano darsi nudo

per asfissia
dei sentimenti puri ma che fanno paura

per fuggire
da questo tempo prima che Amore si sgretoli ancora

per raccoglierne un frammento
si' da poterlo portare 

a chi sorridera' a questo musico
 per il solo dono che puo' offrire

per non tenermi solo le lacrime del tentativo vano
di ascoltarti quando piangevi ,
quando
nessuno ti ascoltava

QUESTA E' LA FINE

 

 
 
 

UN'ARCO DI TEMPO BREVE...

Post n°20 pubblicato il 05 Ottobre 2011 da Settima_Corda

 

...PER RIPOSARE
ED ALL'ALBA TORNARE
A SODDISFARE LA SORTE
DOPO LA CADUTA VANA

NON INDOSSARE MASCHERA
FORSE PUO' FAR PAURA
L'ANIMA E' GIA' LI'
SENZA MAQUILLAGE

DOMANI SI RIPARTE SETTIMA CORDA...C'EST LA VIE

 

 
 
 
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