NOSCE TE IPSUM

Papà vola!


Ti ho già detto che l’unica cosa di cui abbiamo bisogno per diventare buoni filosofi è la capacità di stupirci? Se non l’ho fatto prima, te lo dico adesso: l’unica cosa di abbiamo bisogno per diventare buoni filosofi è la capacità di stupirci.Tutti i bambini piccoli ce l’hanno. E ci mancherebbe altro. Dopo soli pochi mesi di vita cominciano a percepire una realtà nuova fiammante. Eppure, a mano a mano che crescono, questa capacità di stupirsi sembra attenuarsi. Quale può esserne il motivo? Conosci la risposta?Allora: se un neonato potesse parlare, avrebbe sicuramente molte cose da dire sullo strano mondo in cui è capitato. Tuttavia, anche se il piccolo non può esprimersi a parole, indica tutto quello che gli sta intorno, cercando al contempo di afferrare gli oggetti che si trovano nella stanza.Quando comincia a parlare, può succedere che il bambino si fermi di colpo e dica: “Bau, bau” ogni volta che vede un cane. Comincia ad agitarsi nella carrozzina, muove freneticamente le braccia e ripete: “Bau, bau, bau, bau!” Allora noi, che abbiamo qualche anno in più sulle spalle, ci sentiamo forse un po’ a disagio per via del suo entusiasmo. “Ma sì, ma sì, è un bau”, rispondiamo, ormai abituati al mondo. “Adesso però fai il bravo, su.” Non proviamo la stessa eccitazione: abbiamo già visto un cane. Una scena del genere può ripetersi centinaia di volte prima che il bimbo riesca a incrociare un cane (o un elefante, o un ippopotamo) senza perdere il controllo. Tuttavia, molto prima che il piccolo impari a parlare nonché a pensare in modo filosofico, il mondo sarà diventato per lui un’abitudine.Peccato!Bisogna impedire che anche tu diventi una di quelle persone che danno il mondo per scontato. Faremo un paio di esperimenti mentali.Immagina di passeggiare in un bosco. All’improvviso, sul sentiero davanti a te, vedi una navicella spaziale. Ne sta uscendo un minuscolo marziano che comincia a fissarti…Che cosa penseresti in una situazione del genere? Non importa, fa lo stesso. Piuttosto, non ti è mai capitato di pensare a te stesso come a un marziano?E’ assai improbabile che un giorno tu ti imbatta in una creatura di un altro pianeta. In effetti, non sappiamo neanche se ci sia vita su altri pianeti. Invece è possibile che tu ti imbatta in te stesso. Un giorno ti fermi di colpo e pensi a te stesso in modo completamente nuovo. Magari può succedere proprio mentre stai facendo una passeggiata nel bosco.Sono una strana creatura, pensi, sono un animale misterioso…E’ come se ti svegliassi da un sonno lunghissimo che dura da anni, proprio come è successo alla Bella Addormentata nel Bosco. Chi sono Io? Ti chiedi. Sai che stai vagando su un pianeta dell’universo. Ma che cos’è l’universo?Se ti capita di pensare a te stesso in questo modo, hai scoperto qualcosa di misterioso al pari del marziano di cui ti parlavo poc’anzi. Non hai incontrato una creatura che viene dallo spazio, ma hai guardato dentro di te e ti sei visto come una strana creatura.Mi segui? Facciamo un altro esperimento mentale.Immagina che, un mattino, mamma, papà e il piccolo di due, tre anni siano seduti in cucina a fare colazione. A un certo punto la mamma si alza e si gira verso il fornello: in quel preciso momento, sotto lo sguardo attento del figlio, il papà spicca un volo fino al soffitto.Quale pensi che sarà la reazione del piccolo? Forse punterà il dito verso il padre, esclamando:”Papà vola!”La meraviglia sarebbe grande, ma non troppo diversa da quella che lui prova quando vede il padre usare un marchingegno assai divertente per farsi la barba, arrampicarsi sul tetto per orientare l’antenna della televisione o infilare la testa nel cofano della macchina per riuscirne poi nero come la pece. Agli occhi del piccolo, insomma, papà fa sempre un mucchio di cose strane e un piccolo volo sopra il tavolo della cucina non cambia granchè.Adesso tocca alla mamma. Ha sentito l’esclamazione del figlio e si gira di scatto. Come pensi che possa reagire alla vista del marito che svolazza sul tavolo?Probabilmente lascerà cadere a terra il barattolo della marmellata e si metterà a urlare dalla paura. Forse avrà addirittura bisogno del medico anche dopo che papà sarà ridisceso sulla sedia. (Ha sempre detto che papà deve imparare a comportarsi bene a tavola!)Secondo te, perché la mamma e il figlio reagiscono in modo così diverso?Ha a che fare con l’ABITUDINE (ricordatelo!) La mamma ha imparato che gli esseri umani non possono volare. Il figlio invece no: non è ancora sicuro di ciò che sia possibile fare o non fare in questo mondo.Tu che ne pensi del mondo? Credi che il mondo sia possibile? Anch’esso è sospeso nello spazio!La cosa più triste è che, crescendo, noi non ci abituiamo soltanto alla legge di gravità bensì al mondo così com’è. In altre parole, perdiamo a poco a poco la capacità di stupirci per quello che il mondo ci offre, ed è una perdita grave, alla quale i filosofi cercano di porre rimedio. Nel nostro animo, noi intuiamo che la vita è un mistero. E questa è una sensazione che abbiamo provato una volta, molto tempo prima che imparassimo a pensarci.Voglio fare una precisazione: anche se le domande filosofiche riguardano tutti gli esseri umani, non tutti diventano filosofi. Per motivi diversi, la maggior parte di loro è così presa dalle cose di tutti i giorni che il pensare all’esistenza occupa l’ultimissimo posto (le persone scivolano giù, giù, si sistemano ben bene e rimangono lì per tutta la vita).Per i bambini, il mondo, con tutto ciò che offre, è qualcosa di nuovo, di stupefacente. Non è così per tutti gli adulti, la maggior parte dei quali percepisce il mondo come un fatto ordinario.I filosofi rappresentano una nobile eccezione. Un filosofo non è mai riuscito ad abituarsi del tutto al mondo che, per lui, continua a essere assurdo, si, enigmatico e misterioso. I filosofi e i bambini hanno in comune questa importante capacità. Potremmo ben dire che un filosofo conserva la pelle delicata di un bambino per tutta la vita.Adesso devi scegliere. Sei Un bambino che non è ancora riuscito ad “abituarsi al mondo”? O sei un filosofo che giura di non abituarsi mai?Se scuoti la resta e non ti senti né bambino né filosofo è perché il mondo ti è diventato così familiare che non ti stupisce più. In questo caso il pericolo è già in agguato. Non voglio che tu appartenga alla categoria degli apatici e degli indifferenti. Voglio che tu viva la tua vita in maniera consapevole.Breve riassunto: un coniglio bianco viene estratto da un cilindro vuoto. Dal momento che l’animale è molto grosso, ci vogliono miliardi di anni per fare questo gioco di prestigio. Sulla punta dei suoi peli nascono i bambini. In tal modo hanno la possibilità di stupirsi di questa incredibile magia. Tuttavia, a mano amano che diventano vecchi, scivolano sempre più giù nella pelliccia del coniglio e lì rimangono. Molti stanno così bene che non osano più arrampicarsi nuovamente sui peli sottili. Solo i filosofi si imbarcano in questo viaggio pericoloso alla ricerca dei confini ultimi della lingua e dell’esistenza. Alcuni cadono, altri però si aggrappano con tutte le loro forze ai peli del coniglio e gridano agli uomini che, comodamente sistemati nella morbida pelliccia dell’animale, mangiano e bevono in assoluta tranquillità.“Signore e signori”, dicono i filosofi. “Siamo sospesi nel vuoto!”Ma agli esseri umani che vivono di sotto non importa nulla. Anzi, prima commentano: “Uffa, che scocciatori”, poi continuano a ripetere le stesse cose di prima: “Mi passi il sale?” “Come va oggi in Borsa?” “Quanto costano i pomodori?” “Hai sentito che Carla Bruni si è fidanzata?”