HENRYVIII

Il sindaco e il Pd


"Aveva detto che sarebbe uscito di scena alla fine del suo mandato come sindaco di Roma, per andare in Africa, ma alla fine ha preferito la giungla della politica italiana", scrive Libération riguardo alla decisione di Walter Veltroni di candidarsi alla guida del Partito democratico. "Invocato come il salvatore di una sinistra in declino, Veltroni ha accettato di guidare il partito riformista nato dalla fusione dei Ds e della Margherita. Dopo anni di lotte intestine, tutti i principali leader della maggioranza sembrano disposti a sostenerlo per far fronte alla scarsa popolarità del governo Prodi e alla paralisi della coalizione di governo". El País considera positiva la decisione di Veltroni: "Il sindaco di Roma si è candidato a dirigere un partito che ancora non esiste. Potrebbe sembrare una notizia da poco, ma per il sistema politico italiano potrebbe essere questione di vita o di morte. Veltroni ha esposto un programma di governo concreto: meno tasse, più liberalizzazioni, rispetto dell’ambiente, riforma elettorale e un patto generazionale per riformare il sistema delle pensioni e lottare contro il precariato giovanile". Secondo il Washington Post la discesa in campo di Veltroni favorirà il rinnovamento della classe politica italiana: “Anche se con i suoi 52 anni non può essere considerato giovane, la sua candidatura è un evento in un paese in cui l’età combinata dei due avversari alle ultime elezioni era di 135 anni. La svolta nel centrosinistra potrebbe favorire cambiamenti anche nel centrodestra". L’Independent ha dei dubbi sulla candidatura di Veltroni: "Il sindaco di Roma è noto come un ‘buonista’ e un grande organizzatore di eventi culturali. Ma è sbagliato considerarlo il salvatore della patria. Nei suoi anni alla guida della capitale il degrado urbano è aumentato: le strade sono piene di buche e Trastevere e Campo de’ Fiori sono diventate zone a rischio".   Ma è possibile che quando si parla di rinnovamento, non si rinnovano le persone e le idee, ma i nomi dei gruppi politici? C'è un errore culturale di fondo nella nostra politica..La sinistra cambia nome per farsi votare e la destra non cambia mai il leader per farsi votare..che triste storia.