La mia Honduras

Andres


...Era talmente piccolo Andrea che non era neanche vaccinato...quando lo portai per la prima volta in Honduras, nella nostra casa a Tegucigalpa.Avevo mille paure, mille incertezze, che ne potevo sapere io di pappe e pannolini...con la maturità di oggi, mi oserie chiamare incosciente!Arrivai a Tagucigalpa, con Andrea che non ero io... ero un'altra persona, ero doppia, persi la mia libertà di pensiero, perchè l'unico pensiero era lui, Andrea il re in un popolo indio, lui non aveva il  ciuccio, lui aveva le braccia di Irma (a lei dovetti spiegare che Andrea era mio figlio e che certe cose, spettavano a me!), quando era nel passeggino lo prendevano per un disabile, se no a che serviva una sedia con le rotelle!...tutti i giorni veniva Luis (il tutto fare) giocava con lui, il columpio (altalena) gli portava regali e carammele...uno zio honduregno!Andrea, con spada e mantello da zorro a caccia di iguane...montava sugli alberi come una scimmia...spirito libero, indipendente da sempre, non camminava... ma già nuotava, Andrea nel suo ambiente più consono, adatto a lui... un bimbo della jungla...A tre mesi Andrea cade dal letto... sbatte la testa...volevo morire! Attimi terribili, momenti senza respiro, mio marito era lontano in diga, non potevo aspettare! Arriva finalmente Cleto, l'autista del big boss italiano,  Cleto... con modi sempre gentili, un buono buono, sempre con il sorriso sulla bocca, mi portò in ospedale correndo...attimi interminabili, Cleto mi guardava dallo specchietto retrovisore...io piangevo!  Non ci divideva la lingua, ma il fatto che lui era honduregno ed io italiana, due concetti totalmente diversi sull'argomento figli!Ad un semaforo Cleto si voltò...mi guardò e mi disse <Signora, io ho otto figli>. Non riuscii a rispondere, volevo solo essere in Italia.In quel momento non ci feci neanche caso a quella frase...ma con il tempo  capii tante cose.Andrea lo visitarono, e lo curarono in quell'ospedale il Viera, con ottimi medici, (stile americano, per un figlio questo ed altro). Purtroppo diverse volte abbiamo fatto visita in quell'ospedale, si perche Andrea era un bimbo sin miedo, travesio, era soprannominato Gianburrasca...lui che a un anno masticava canna da zucchero congelata (per le gingive) svezzato con faggioli neri, tortillas e manghi, così mi aveva detto di fare il pediatra locale!...lo hanno imbottito di vaccini come un ventenne in Italia. Andrea a scuola...che dovette imparare a memoria l'inno honduregno...vestirsi da indio nel giorno della commemorazione della razza...tenere alta la bandiera honduregna. Persi qualche ora a spiegargli che eravamo italiani, non è stato facile, era confuso, gli parlavo italiano e lui rispondeva in spagnolo...Andrea...che a otto mesi, un'onda anomala nel Mar Pacifico, (che tanto pacifico non è) ce lo portò via dalle braccia...per ritrovarlo a 2o metri più in là, un pesce che voleva capire dove si respirava... mio marito,  spaventato, io...dieci anni di vita in meno.Guai a chiamarlo Andrea, lui era Andres, non era mica una femmina...!Andrea è tutto questo e ancora di più...è cresciuto, è cambiato ma è sempre lui... uno spirito libero... non a caso gli amici, lo chiamano Moogly. Mi debilidad.