La mia Honduras

Il Comedor (la mensa)


 Ho lavorato...in Honduras, ho lavorato per quasi due anni. Non sapevano chi scegliere, per gestire una mensa...chiamarono me.<Non ti preoccupare...ti auteremo, sarà facile!>. Non parlavo bene lo spagnolo, appena lo masticavo, sapevo ben poco di cucina...Mi diedero le chiavi della mensa, (una villa) vicinissima alla diga, notai con preoccupazione che della mensa avevo solo le chiavi, il resto lo dovevo fare io, cioè comprare praticamente tutto: tavoli, tende, frigoriferi, congelatori, macchine a gas, solo le masserizie della cucina arrivarono dall'italia. E una volta ogni sei mesi arrivava il container con parmigiano, pelati Cirio, pasta Voiello, tonno Star, acqua San Benedetto, olio Bertolli...nutella, per noi... oro colato!Per questa avventura, ottenni, un cuoco Josè, tre aiutanti Fermin, Rosa y Suyapa...e un autista Luis (un fio de na ballerina!) uno scugnizzo napoletano, sapeva tutto, conosceva luoghi, posti, negozi... mi serviva come il pane...troppo sveglio!Alt!...mi chiamo Signora Lucilla... no Lucilla. Durò solo due mesi, fu licenziato, rubò un'auto della compagnia, per accompagnare la madre in ospedale! Tentai di ribellarmi, non c'è stato niente da fare! Mi diedero Manzia, che mi faceva venire il latte alle ginocchia per come guidava. Come poteva... dormiva! Un giorno fece un incidente...dissi che ero stata io...altrimenti lo avrebbero licenziato! L'addormentato riusci a mettere incinta Rosa fece addirittura gemelli, che grinta! Mi adattai a lui. Luis mi aveva insegnato la strada.Andavo in giro con vocabolario e calcolatrice...tra yarde e libre, ho imparato...quello che non avevo fatto a scuola!Josè...il cuoco, veramente bravo a cucinare, per fortuna! Seppi solo dopo un anno che era omosessuale, non mi ero accorta di niente, tutti lo sapevano, meno che io. Con Josè si andava tutti i giorni al mercato Majoreo, sapeva scegliere, sapeva trattare...sapeva le quantità, gli insegnai a fare i gnocchi, lui mi insegnò molte cose, eravamo due donne andavamo in sintonia.Si viaggiava con un busito, tutti i giorni, su quella strada non asfaltata, 15 chilometri di polvere, 800 operai, un centinaio di italiani, macchine autocarri, gru...quelli che vivevano al bordo della strada ci odiavano, non ne potevano più di respirare polvere...le loro case erano diventate bianche, ogni giorno ce ne era una nuova per non farci passare.E ricordo un giorno...carichi di spesa e sempre di corsa...vedo in lontananza, 8 o 9 galline...speravo che Manzia si fermava...rallentava! niente... le prende tutte in pieno...mi sento le ossa scricchiolare  sul mio corpo, strilli di dolore.<Manziaaaa Noooooo! fermati!><Non posso, ci ammazzeranno!><Santo Dio...come? ci sparano?>Mi volto...le vedo spiaccicate... in un secondo un polverone  le fa più sparire. Vedevo gente uscire dalle case,  ho avuto paura.Manzia, mi fa un cenno con le spalle, come per dire, <y que!? che succede...ma lei da dove viene?>.<Manzia!...sparisci! Essere ignobile!!!!>.Scoppiavo...ma dove sono? Mi chiedevo, ma dove mi trovo?, mi guardavo dall'alto!...io piccolissima, su una stradina di Tegucigalpa nel centro america, con un emerito sconoscuto...ma chi sei? Che mi fai provare l'ebbrezza dell'uccisione!...aiuto...ma che ci faccio io qui?Sono questi i momenti... più forti, accettare usi e costumi... anche nei momenti più critici, in momenti particolari, in momenti importanti...momenti, di un'altro mondo.Ho lavorato, 30 uomini venivano a mangiare all'ora di pranzo, c'era anche uno spaccio, si vendeva solo alle famiglie italiane,  quello che arrivava dall'Italia costava il triplo. Ho cercato di fare del mio meglio, ho organizzato il menu settimanale, si faceva il dolce quando c'era un compleanno...si organizzarono feste, balli, cerimonie...L'ho fatto con gusto, ho imparato tantissimo,  ho preso padronanza della citta, della lingua, della cucina hondurengna e non solo, rapporti, amicizie...ero a casa. Ringrazio tutte le persone che hanno lavorato con me.