Un blog creato da Matteo_hacker il 09/11/2006

Hacker's School

A scuola di Hacking

 
 
 
 
 
 

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DIZIONARIO

 HACKER:    /akker/,/"h{k@/
  1. Persona che si impegna nell'affrontare sfide intellettuali per aggirare o superare creativamente le limitazioni che le vengono imposte, in primo luogo nei suoi ambiti di interesse, che solitamente comprendono l'informatica o l'ingegneria elettronica.
  2. Pirata informatico (definizione fondamentalmente errata, spesso utilizzata dalla stampa non specializzata. Il corrispettivo corretto sarebbe cracker)
  3. Persona che si diverte ad esplorare i dettagli dei sitemi di programmazione e come espandere le loro capacità, a differenza di molti utenti che preferiscono imparare solamente il minimo necessario.
 
 
 
 
 
 
 

 

 

L'attitudine non sostituisce la compentenza.

Post n°5 pubblicato il 11 Novembre 2006 da Matteo_hacker
 

Per essere un hacker dovrete sviluppare alcune di queste attitudini. Ma fare propria un'attitudine soltanto non vi renderà  un hacker non più di quanto vi renderà  un campione di atletica o una rock star. Per diventare un hacker occorre intelligenza, pratica, dedizione e duro lavoro.

Quindi, dovrete imparare diffidare dell'attitudine e rispettare invece la competenza di ogni tipo. Gli hacker non lasceranno che le domande imbarazzanti rubino loro il tempo, ma adoreranno la competenza - specialmente la competenza nell'hacking, ma anche la competenza in genere. Competenza nel voler acquisire capacità  che pochi possono insegnare e nell'affinare capacità  che richiedono acutezza mentale, abilità  e concetrazione.

Se perseguirete la competenza, proverete piacere nel sentirla crescere in voi stessi - il duro lavoro e la dedizione diverranno una sorta di gioco intenso piuttosto che monotonia. Questa attitudine è vitale per diventare un hacker.

 
 
 

Noia e monotonia sono il male.

Post n°4 pubblicato il 11 Novembre 2006 da Matteo_hacker
 

Gli hacker (e le persone creative in generale) non dovrebbero mai annoiarsi o fossilizzarsi in lavori stupidi e ripetitivi, perché quando questo accade vuol dire che non stanno facendo quel che potrebbero invece fare - risolvere nuovi problemi. Questo dispendio di energie non giova a nessuno. Quindi, attualmente, noia e monotonia non sono soltanto spiacevoli ma anche dannosi.

Per essere un hacker dovete credere il più possibile nella possibilità di liberarvi delle parti noiose rendendole automatiche non solo per voi stessi ma per chiunque altro (in particolare gli altri hacker).

(C'è una sola apparente eccezione a questo. Gli hacker a volte fanno delle cose come esercizi di pulizia mentale, o per acquisire nuove capacità  o esperienze che non possono essere acquisite altrimenti, cose che possono sembrare ripetitive o noiose ad un osservatore estraneo. Ma questo è per scelta - nessun essere dotato di intelletto potrà  mai essere costretto a situazioni che lo annoiano).

 
 
 

Il mondo è pieno di problemi affascinanti che attendono di essere risolti.

Post n°3 pubblicato il 11 Novembre 2006 da Matteo_hacker
 

Essere un hacker è molto divertente, ma è un tipo di divertimento che richiede molti sforzi e gli sforzi richiedono motivazione. Atleti di successo traggono motivazione da una sorta di piacere fisico che provano nel rendere i loro corpi performanti, nel lasciarsi alle spalle i propri limiti fisici. Analogamente, per essere un hacker dovrete provare un brivido di fondo nel risolvere i problemi, affinare le vostre capacità  ed esercitare la vostra intelligenza.

Se non siete il tipo di persona che prova queste sensazioni in modo naturale, avrete bisogno di diventarlo prima di poterlo esercitare da hacker. In caso contrario vi accorgerete che la vostra energia nell'hacking verrà  indebolita da distrazioni come il sesso, il denaro e l'approvazione sociale.

(Inoltre dovrete sviluppare una sorta di fede nelle vostre capacità  di apprendimento. Il pensiero che sebbene potreste non conoscere tutto ciò che occorre per risolvere un determinato tipo di problema, dopo averne risolto soltanto un pezzo ed aver appreso da ciò, apprenderete il necessario per risolvere il pezzo successivo e così via, finché non avrete finito.)

 
 
 

L'attitudine degli hacker

Post n°2 pubblicato il 11 Novembre 2006 da Matteo_hacker
 

Gli hacker risolvono i problemi e costruiscono le cose, credono nella libertà  e nell'aiuto volontario reciproco. Per essere accettati come hacker, dovete comportarvi come se aveste voi stessi questo tipo di attitudini. E per comportarvi come se aveste queste attitudini dovete realmente credere in quelle particolari attitudini.

Ma se pensate che coltivare le attitudini da hacker sia solo un modo per guadagnarsi l'accettazione in quella cultura sbagliate di grosso. Diventare il tipo di persona che crede in queste cose è importante per voi stessi - per aiutarvi ad imparare e ad essere motivati a farlo. Come in tutte le arti creative, il modo migliore per diventare un maestro è imitare il modo di pensare dei maestri - non soltanto intellettualmente ma soprattutto emotivamente.

Come spiega questo poema Zen moderno:

    Per seguire il sentiero:
    guardare al maestro,
    seguire il maestro,
    camminare con il maestro,
    guardare attraverso il maestro,
    diventare il maestro.

 
 
 

Cos'è un Hacker

Post n°1 pubblicato il 11 Novembre 2006 da Matteo_hacker
 

C'è una comunità , una cultura condivisa (shared culture), di esperti programmatori e maghi delle reti la cui storia risale a decadi addietro, ai primi time-sharing minicomputer ed ai primi esperimenti dell'ARPAnet. I membri di questa cultura hanno dato origine al termine hacker. Gli hacker hanno costruito Internet. Gli hacker hanno reso il sitema operativo UNIX quello che è attualmente. Gli hacker frequentano la Usenet. Gli hacker hanno reso funzionante il World Wide Web. Se siete parte di questa cultura, se avete contribuito alla sua crescita e altre persone conivolte sanno chi siete e vi chiamano hacker, allora siete un hacker.

Ma la forma mentis di un hacker non è confinata alla cultura del software. Ci sono persone che applicano l'attitudine dell'hacker in altri campi, come l'elettronica e la musica - attualmente potete trovarli ai livelli più elevati della scienza o dell'arte. Gli hacker dei software riconoscono questi spiriti affini ovunque e possono chiamare anch'essi hacker - ed alcuni affermano che la natura di un hacker è pressoché indipendente dal particolare media su cui l'hacker lavora. Ma nel resto del documento concentreremo l'attenzione sulle capacità  e le attitudini degli hacker dei software, e sulle tradizioni della cultura condivisa che ha dato origine al termine hacker.

C'è poi un altro gruppo di persone che si autodefiniscono hacker ma non lo sono. Persone (principalmente adolescenti di sesso maschile) che provano un gusto matto nel penetrare nei computer e a intasare il sistema telefonico. I veri hacker chiamano queste persone cracker e non hanno nulla a che vedere con loro. I veri hacker pensano principalmente che i cracker siano pigri, irresponsabili e non molto brillanti, ed obiettano che essere in grado di compromettere la sicurezza di un sistema non rende hacker più di quanto manomettere una macchina renda ingegneri automobilistici. Sfortunatamente, molti giornalisti e scrittori sono stati fuorviati e utilizzano spesso il termine hacker per indicare il realtà  i cracker, cosa che irrita terribilmente i veri hacker.


La differenza fondamentale
è questa: gli hacker costruiscono le cose, i cracker le rompono.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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QUOTE

  • Se Gauss fosse vivo oggi, sarebbe un hacker
  • L'idea di risolvere un problema in un modo assolutamente non previsto – e non convenzionale – è probabilmente la migliore distinzione che so dare al termine "hacking", ed è quello che fa (anche) la differenza tra una buona e una cattiva sicurezza nel mondo ICT. (Raul Chiesa, da L'arte dell'hacking)
  •  Un mondo senza gli hacker sarebbe un mondo senza curiosità e innovazione. (Jon Erickson, da L'arte dell'hacking)  
  • Al cuore della nostra epoca tecnologica si trova un affascinante gruppo di persone che si fanno chiamare hacker. (Pekka Himanen, da L'etica hacker e lo spirito dell'età dell'informazione)
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