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Alla faccia dei selvaggi

Post n°170 pubblicato il 12 Gennaio 2010 da hunkapi_genova
 

…e smettiamola di dire che quello dei nativi americani era una sorte di comunismo primitivo altrimenti si seccano e diventano efficienti capitalisti. Tuttavia anche in questo secondo caso dimostrano originalità, se decidono di divenire imprenditori, considerata la forte sensibilità per la Madre Terra unita alla coscienza del male che le fanno i Wasichu, scelgono scienza e fonti rinnovabili. Sono proprio dei selvaggi e, volendo ricoprire fino in fondo il ruolo illuministico legato alla bontà, gli Ute Meridionali (1) hanno deciso di collaborare con l’ Università del Colorado per realizzare un biodiesel di alghe.

Considerata la consolidata situazione patrimoniale, anche i Nativi possono essere ricchi, hanno deciso di cofinanziare un impianto pilota per ottenere combustibile da alghe foto sintetiche. Lo hanno chiamato Coyote Gulch e taglia le emissioni di gas serra. Hanno iniziato con tre bacini di acqua all’interno della loro riserva. Per questo tipo di coltura hanno investito oltre un milione di dollari in macchinari e per un terzo del capitale di 20 milioni di dollari della Solix Biofuels (2).

I discendenti dei Moache e dei Capote, nonostante la tranquillità economica e quindi la disponibilità finanziaria per fare investimenti, non avevano mai ceduto alla sirena monetaria del biodiesel ricavato da mais, colza e soia; semplicemente, essendo dei selvaggi, perché secondo le loro tradizioni non bisogna sottrarli alla catena alimentare umana. Assurdo mettere in conflitto risorse alimentari ed energetiche mentre nel mondo si muore di game. Si, sono proprio dei selvaggi.

Gli Ute Merdionali sono pochi ma non sono degli sprovveduti. Fanno affari in 18 stati e non hanno mai fatto un passo falso; tuttavia non hanno perso il rispetto per gli esseri umani e per la Madre Terra. Hanno semplicemente pensato una via moderna ma compatibile per alleviare le sue sofferenze dovute alla stupidità di chi pretende di prosciugarne le vene e coraggiosamente hanno ricordato che non tutto il verde “è buono”. Rifiutando la produzione di bioetanolo dal mais hanno compiuto un gesto esemplare quanto elementare: “È una combinazione tra un vecchio modo di pensare e i tempi moderni. Ci ha ricordato i benefici delle erbe, come la radice di orso (3), che viene raccolta su queste montagne", ha detto Matthew J. Box presidente southern ute. In seguito hanno incontrato il professore Bryan Willson che circa tre anni fa ha fondato la Solix Biofuels:"L'alga è una fonte ideale per produrre biocarburante perché può essere coltivata in climi diversi, usa poca acqua e non toglie terreni all'agricoltura". E’ bastato questo per scatenare l’entusiasmo e la coscienza ute dall'ancestrale tradizione erboristica. Hanno investito oltre un milione di dollari in apparecchiature e finanziato per un terzo il capitale da 20 milioni di dollari della Solix, sapendo di avere tutti gli elementi necessari per portare avanti il progetto oltre il denaro: terra, CO2 (5) ed acqua. La riserva si trova infatti sopra uno dei più ricchi campi di gas naturale derivato da miniere di carbone.

Proprio accanto a uno degli impianti per il trattamento del gas naturale sorge Coyote Gulch. Le emissioni di diossido di carbonio prodotte dall'industria vengono riutilizzate per nutrire le alghe e l'eccesso di calore viene usato per scaldare le vasche di coltura anche di notte ed in inverno. Ad accelerare la crescita delle alghe e a diminuire i costi contribuisce poi il fatto che i fotobioreattori sorgano su un altipiano dove il sole splende 300 giorni l'anno e che le alghe vengano coltivate in contenitori di plastica chiusi e allineati verticalmente. Le alghe così coltivate  renderebbero ogni anno cinque volte le tonnellate di carburante per ettaro ricavate dalle colture di soia o di mais.

Resta ancora un piccolo problema: produrre un gallone (circa 4 litri) d'olio di alga costa al momento tra i 10 e i 40 dollari ed occorrerebbe ridurre i costi a 1 o 2 dollari affinché diventi commerciabile. Su questo terreno si giocherà la sfida tra le oltre 200 compagnie che, oltre alla Solix Biofuels, stanno cercando il modo più economico e efficace di tirare fuori "oro verde" dalle alghe, non mancano le grandi, tra loro  la Chevron e la ExxonMobil (investimento da 600 milioni di dollari).

La concorrenza però non spaventa gli Ute forse perché hanno comunque il migliore rating di debito e, ricordiamolo, fino a questo momento non hanno mai fatto un passo falso…..e forse perché confidano che un poco della loro saggezza passi nelle teste dei wasichu, storicamente poco riconoscenti nei loro confronti e di altre nazioni, come gli Absaroka (Crow) e i Dinè (Navaho), che hanno un grande potenziale di risorse in merito al gas serra insieme ad altre terre dei Nativi.

Pablo, (Nuvola)

Note:

1)           The latest population estimate numbers Southern Ute Tribal membership at 1,365 persons.The Southern Ute Indian Tribe, con sede ad Ignacio (La Plata County) in Colorado, discende dai gruppi Moache e Capote, due delle sette bande ute che originariamente vivevano nei territori attualmente occupati dagli stati odierni del Colorado, dello Utah ed anche parti di Arizona e New Mexico. I confini della Southern Ute Reservation comprendono circa 681.000 acri di cui 309.000 di terreno di fiducia ed altri 4.000 di terreno assegnato. I rimanenti 368.000 nel confine della riserva sono di proprietà privata o di agenzie governative. Gli ultimi numeri sulla stima della popolazione southern ute indicano 1.365 individui di cui il 75% vive nella riserva. Circa il 60% dei componenti tribali è sotto l’età media di 30 anni. La Southern Ute Indian Tribe è governata da un Consiglio Tribale eletto e composto da un presidente e sei consiglieri.

2)          La Solix Biocarburanti Inc. è leader nella produzione di tecnologia utilizzata per creare energia dalle alghe.

3)          Osha è un’erba perenne utilizzata per le sue proprietà medicinali conosciuta come Ligusticum porteri.

4)          Docente di Ingegneria Meccanica presso la CUS (Università del Colorado).

5)          Il biossido di carbonio (noto anche come diossido di carbonio o anidride carbonica) è un ossido acido formato da un atomo di carbonio legato a due atomi di ossigeno. Una sostanza fondamentale nei processi vitali animali e vegetali. Il CO2 è ritenuto uno dei principali gas serra presenti nell'atmosfera terrestre.

 

 






 
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