Haiku e Zen

"Così cancelliamo i ricordi più brutti"


 "I ricordi hanno una forma. Un computer oggi è in grado di riconoscerla. E cancellarla. Il primo esperimento, ovviamente, è stato fatto a fin di bene, per eliminare un ricordo traumatico e superare una paura. Ma il termine "neurohacking" usato dalla stessa rivista che ha pubblicato lo studio (Nature Human Behaviour) la dice lunga sulle potenzialità di questo metodo, che consiste nel "riscrivere" un ricordo, trasformandolo da negativo in positivo, senza che l'individuo nemmeno se ne accorga. Nei laboratori, in passato, la memoria umana era stata manipolata invari modi. Con l'inserimento di ricordi artificiali (uno stimolo sonoro, all'università della California nel 2013). O con farmaci come il Propranolol, che blocca la formazione delle connessioni fra i neuroni ed è testato da anni sui veterani di guerra. Ma è la prima volta, oggi all'università di Cambridge in Gran Bretagna, che un ricordo viene cancellato senza che il soggetto dell'esperimento ne sia conscio.«Senza rendersene conto» e «con i partecipanti del tutto ignari del contenuto e dello scopo della procedura» sono frasi che gli autori ripetono spesso, nel descrivere il loro test, che ha coinvolto 17 volontari..."(da La Repubblica, Elena Dusi, 23 novembre 2016 - pag.19 - sez. Scienze)  Articolo interessante per molti versi, vediamoli: 1 - Il primo e più importante è che il cervello è sempre più manipolabile dalla scienza e dalle tecniche che ne derivano con tutti i problemi bioetici, di libertà e asservimento che ne conseguono e che perciò vanno affrontati prima che sia troppo tardi. 2 - I ricordi negativi possono essere cancellati. Quindi anche quelli positivi, "volendo". Già, ma secondo il volere di chi? 3 - La cancellazione può avvenire anche senza che il soggetto lo sappia. Torniamo, quindi, al punto 2. 4 - Il ricordo sembrerebbe essere o annidarsi (differenza non da poco) in un "giro di atomi Interessati". E il ricordo attivato, manifestare la forma di una corrente elettrica rilevabile agli strumenti.      4.1 Vedere articolo sull'intelligenza artificiale (La Repubblica, "Il mio gemello androide - Sta nascendo una nuova specie e non ha senso avere paura", 22/11/2016, pag.23) dove il ricercatore giapponese mette in luce la differenza culturale tra occidente e oriente, timoroso il primo, aperto il secondo, sul fatto che l'intelligenza artificiale possa essere e/o diventare qualitativamente (emotivamente, esistenzialmente, ecc.) alla pari di quella umana (quindi, ovviamente, anche la vita animale. N.d.A). Già vi fa capolino il campo di energia, l'energia tout court,  come matrice di vita comune della vita umana e artificiale. L'argomento merita di essere ripreso a parte, perché tocca temi di capitale importanza, quali: e la persona in cosa consiste? l'io dov'è? e la coscienza cos'è? Una semplice corrente d'energia?  E queste domande? Un koan che implode/esplode in risveglio? 5 - Sulla dinamica con la quale il ricordo s'attiva le cose si fanno ancora più interessanti:     5.1 Il ricordo si attiva alla presenza dello stimolo associato, nella fattispecie la tale griglia colorata ( in questo caso appare essere conscio, come conscia apparirebbe la sua cancellazione).     5.2 I ricercatori poi si limitano a dire che "inspiegabilmente, qua e là, la corrente elettrica legata al ricordo appare", anche senza la presenza della tale griglia colorata, ma a me sembra che la spiegazione sia che il ricordo s'attivi anche a livello inconscio, al solo apparire di griglie colorate. Come a dire che il cervello si mette in preallarme, alla sola possibilità che tra le griglie colorate ci possa essere "quella griglia colorata".         5.2.1 In tal caso, potremmo avere che anche il solo apparire del tal colore, non associato alla griglia, o viceversa una semplice assomiglianza a una griglia, oppure qualche altra analogia di "forme", potrebbe scatenare la corrente inconscia associata al ricordo negativo. Soprattutto se il ricordo negativo ( o positivo) rappresenta un'esperienza intensa.        5.2.2 Verrebbe confermata, ai punti 5.2 e 5.2.1 un'attività elettrica, cerebrale, INCONSCIA, molto articolata, composita, multipla, intersecante, di reazioni a stimoli sensoriali fondata su esperienze precedenti, positive o negative, che determina emozioni e comportamenti successivi. Qui si apre una prateria per la psicanalisi, il linguaggio dei sogni e la riflessione sui significati che ciò comporta. Ma anche molte conferme per lo Zen e il Buddhismo in genere, non come religione, ma come osservazione del funzionamento della mente.              5.2.3 Tanto per dire, il "qui e ora" dello Zen e di tutte le pratiche di consapevolezza e di presenza mentale, nell'ottica sopra descritta, non sarebbero altro (e scusate se è poco) che pratiche di libertà e di liberazione da questa intensa attività inconscia che si scatena al presente, ma ci incatena alle gioie e alle paure del nostro passato, (oserei dire anche alle proiezioni del nostro futuro), senza che noi ce ne rendiamo conto, imbrigliando il presente stesso in una rete di asservimento psicologico, emotivo, letteralmente a livello di pulsazioni elettriche, per usare il linguaggio della tecnica. Pratiche di consapevolezza, quindi, che allargano l'area della coscienza e rendono liberi.