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lettera

Post n°277 pubblicato il 09 Luglio 2010 da luna_luna30

Lettera a una professoressa viceministro


Gentile Professoressa,

Le scrivo nel giorno del mio cinquantesimo licenziamento. Il dato avrebbe dell'incredibile in qualsiasi situazione lavorativa, specie se si pensa che anche il datore di lavoro è sempre lo stesso, ma non nella scuola pubblica dove il mio caso fra i docenti precari non rappresenta di certo un'eccezione. Insegno in terza fascia Discipline giuridiche ed economiche in provincia di Modena viaggiando quotidianamente da Bologna (mi è capitato anche di farlo su classi di cui Lei era la titolare presso l'Istituto Barozzi). I sentimenti che fino a oggi mi hanno accompagnato in questo momento cruciale dell'anno sono sempre stati alternativamente due: o sollievo per la fine di periodi lavorativi pesanti e magari carichi di frustrazioni, o tristezza e rassegnazione quando l'esperienza si è rivelata ricca soprattutto dal punto di vista umano. Quest'anno la sensazione provata è del tutto nuova: si tratta di rabbia, amara e rancorosa. Sono stati per me 17 anni senza regali: tutti i doveri sono stati pretesi con inutile pedanteria, e i diritti, anche quelli più sacrosanti, non sono mai stati dati per scontati. Per questo lavoro ho percorso più di 300.000 km in qualsiasi condizione meteorologica, facendomi carico di tutte le rilevanti spese di produzione di un reddito sensibilmente decurtato nella sua consistenza reale, ma sempre considerato nel suo valore nominale in sede di imposizione fiscale. Ho assistito impotente ai continui e ripetuti attacchi alla mia posizione in graduatoria conquistata con i titoli di merito e l'anzianità di servizio nella scuola pubblica: equiparazione del servizio prestato in comode e compiacenti scuole private, super punteggio ai sissini, doppio punteggio montagna e carcere (è più disagevole vivere e lavorare a Pavullo o fare 120 km quotidianamente per perdersi dentro le nebbie di Finale Emilia?), invasione massiccia da parte di riservisti invalidi provenienti sempre dalle stesse regioni (circostanza singolare e sospetta), non sono che esempi. L'anzianità di servizio che costituisce una preziosa risorsa e, se si vuole, determina anche un ritorno in termini di formazione per la Pubblica Amministrazione, è stata svilita dall'introduzione di criteri di valutazione, a volte inspiegabili, ma sempre conformi a meschini interessi di bottega. Tutto ciò ha generato un'inutile guerra fra poveracci e foraggiato le Università prodighe nell'elargire titoli a pagamento. E mentre tutti erano impegnati a scalare con queste regole e con enormi sacrifici anche economici le rispettive graduatorie, un imponente esercito di migliaia di insegnanti di religione ha ottenuto da un Parlamento trasversalmente salmodiante un posto di ruolo nella scuola pubblica di uno Stato laico e sovrano. Ho 48 anni e sono stanco, anche fisicamente. E se da un lato sono rassegnato al fatto di non poter dimostrare una relazione fra le stressanti condizioni lavorative di questi anni e le varie patologie contratte precocemente nel frattempo, rimane comunque certo che le mie energie, unitamente al mio entusiasmo, risultano ormai del tutto ridimensionate. Ritengo però, a questo punto, di aver acquisito pieno titolo per avanzare, suo cortese tramite, una richiesta precisa al mio ineffabile datore di lavoro: chiedo, interpretando, sono certo, il pensiero di migliaia di insegnanti che si trovano nella mia condizione, che questo Governo almeno dica, chiaramente e senza ipocrisie, quali sono le prospettive che hanno di fronte gli insegnanti con 15, 20 anni e più di precariato alle spalle; se il contributo di esperienza che siamo in grado di produrre costituisca o no per la scuola italiana un valore aggiunto meritevole di una considerazione prioritaria. In sostanza si chiede di essere messi in condizione di decidere se ha senso sacrificarsi ancora o se è meglio considerare chiusa definitivamente la partita senza sprecare altro tempo prezioso (abbiamo tutti una certa età!). Non sarà facile rinunciare dopo avere investito nella scuola la nostra intera esistenza professionale: insegnare è l'unica cosa che sappiamo fare, in tantissimi casi, mi si creda, anche molto bene e con passione, ma dopo tutto questo tempo l'incertezza risulta insopportabile e va a minare anche la dignità che qualsiasi lavoro, anche precario, dovrebbe assicurare. Che si trovi, dunque, un criterio chiaro ed equo per dire onestamente, da subito, chi è dentro e chi è fuori. Penso sia un atto dovuto anche dal punto di vista morale, una minima forma di rispetto, nei confronti di chi, come me, ha garantito per lungo tempo il funzionamento di un servizio fondamentale per questo paese. Sicuro che le sue indiscusse qualità umane e professionali le consentiranno di superare con successo anche la nuova e difficilissima sfida a cui è stata chiamata, la saluto cordialmente.

 
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Penso che avrò anch'io un posto tutto mio, perché ci voglio credere, perché lo so, perché sentirmi vivere è quello che farò.

 
 

LA MIA INSTABILITÀ SECONDO...

 

P.... MI VEDE COSI

Ho bisogno di sentirmi utile
Lo faccio per me
Voglio darmi delle regole
Per assomigliare a te
Non mi voglio vulnerabile
Alla tua mercè
Ho bisogno di un codice
Ed anche di un perchè

Vivo un equilibrio instabile
colleziono illusioni
in questa vita così labile
io sono le mie canzoni...

Sono un lusso una contraddizione
sono il popolo e il re
sono servo e signore
il baro ed il croupier

Ma vivo un equilibrio instabile
io colleziono illusioni
in questo mondo così labile
io sono le mie canzoni

E vivo un equilibrio instabile
lui lui non sente ragioni
sono un equilibrista abile
schiavo delle mie emozioni,
ehhhh le mie emozioni...

E vivo un equilibrio instabile
io colleziono illusioni
in questa vita così labile
io sono le mie canzoni
sono un equilibrista abile
schiavo delle mie passioni..."


 

 

Io ci sarò ...
anche se nel tuo domani ci saranno istanti in cui sei fragile
io ci sarò ...
A gioire dei momenti in cui la vita sembrerà più facile
io ci sarò ...
ogni volta che mi cerchi nei tramonti densi di ... malinconia
io ci sarò ...
quando sai dove arrivare e quando invece non sai più qual’é la via
io ci sarò ...
quando tu dovrai decidere più in fretta che si può
io ci sarò ...
non esiste nessun posto che io non raggiungerò
io ci sarò ...
e dovunque tu decida dove andrai seguirò ...
io ci sarò...

Portami con te nei posti che non so,
guarda dentro te vedrai che ci sarò,
non chiederò di più un solo volto tu,
seguire la tua scia qualunque sia la via...

portami con te...

io ci sarò ...
anche se tu mi lasciassi dentro te continuerei a vivere
io ci sarò...
quando ci sarà qualcosa d’importante insieme da decidere
io ti farò ...
diventare se possibile più grande di così
io ti darò ...
l’occasione di provare a pronunciare un vero si
io ci sarò ...
parto adesso sono in volo e in un lampo sarò lì

io ci sarò ...

Portami con te nei posti che non so,
guarda dentro te vedrai che ci sarò,
non chiederò di più un solo volto tu,
seguire la tua scia qualunque sia la via...

portami con te...

e senza tempo noi
uniti più che mai
domani non lo so
dov’è che ti vivrò...

ma io ci sarò...
io sarò con te.

 

La morte non è niente.
Sono solamente passato dall'altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.

SANT'AGOSTINO

 

 

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PER ME DA...

A te che sei l’unica al mondo
L’unica ragione per arrivare fino in fondo
Ad ogni mio respiro
Quando ti guardo
Dopo un giorno pieno di parole
Senza che tu mi dica niente
Tutto si fa chiaro
A te che mi hai trovato
All’ angolo coi pugni chiusi
Con le mie spalle contro il muro
Pronto a difendermi
Con gli occhi bassi
Stavo in fila
Con i disillusi
Tu mi hai raccolto come un gatto
E mi hai portato con te
A te io canto una canzone
Perché non ho altro
Niente di meglio da offrirti
Di tutto quello che ho
Prendi il mio tempo
E la magia
Che con un solo salto
Ci fa volare dentro all’aria
Come bollicine
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che sei il mio grande amore
Ed il mio amore grande
A te che hai preso la mia vita
E ne hai fatto molto di più
A te che hai dato senso al tempo
Senza misurarlo
A te che sei il mio amore grande
Ed il mio grande amore
A te che io
Ti ho visto piangere nella mia mano
Fragile che potevo ucciderti
Stringendoti un po’
E poi ti ho visto
Con la forza di un aeroplano
Prendere in mano la tua vita
E trascinarla in salvo
A te che mi hai insegnato i sogni
E l’arte dell’avventura
A te che credi nel coraggio
E anche nella paura
A te che sei la miglior cosa
Che mi sia successa
A te che cambi tutti i giorni
E resti sempre la stessa
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei
A te che sei
Essenzialmente sei
Sostanza dei sogni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che non ti piaci mai
E sei una meraviglia
Le forze della natura si concentrano in te
Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
A te che sei l’unica amica
Che io posso avere
L’unico amore che vorrei
Se io non ti avessi con me
a te che hai reso la mia vita bella da morire, che riesci a render la fatica un immenso piacere,
a te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande,
a te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più,
a te che hai dato senso al tempo senza misurarlo,
a te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore,
a te che sei, semplicemente sei, sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei...
e a te che sei, semplicemente sei, compagna dei giorni miei...sostanza dei sogni...

 

 
 
 

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