Vita On The Road

Il Contachilometri della vita....


Stamattina, diversamente dal solito, ho settato il contachilometri della moto sulla visualizzazione  totale anziché su quella parziale.Premetto che con la nuova moto ho percorso pochissimi chilometri, ma sono ugualmente rimasto sorpreso nel leggere la cifra 1963 che corrisponde al mio anno di nascita.Che stranezza, che coincidenza… ho pensato.Ma guarda un po’ che va a succedere, e soprattutto cosa attira la mia attenzione.Immediatamente, nello stesso istante in cui ingranavo la prima per andare, è partita ancora una volta, nella mia mente la proiezione del film della mia vita chilometro per chilometro.Ogni mille metri avanti di “un” chilometro, ma soprattutto nella mia fantasia, avanti di “una anno”.Mi sono visto in fasce, appena nato e con tutti intorno che mi guardavano.Poi ho cominciato a sentire la musica dei platters, e poi un rock ‘n roll.A seguire nella mia testa le note di “California Dream” e poi la chitarra di Gilmour alla fine del 1968 che suonava in un disco dal vivo.Passato il 1970, ho sentito esplodere nella testa le bombe degli attentati durante gli anni di piombo, le sirene delle ambulanze e delle volanti.Poi il vociare della gente ai cortei e la voce nel megafono e l’odore del limone nella bandana per attenuare il fumo dei lacrimogeni.Poi la musica rock dei grandi gruppi verso la metà degli anni settanta, i gruppi psicadelici.Verso il 1977, ho sentito stridere i timpani per il rombo di motori preparati ed impazziti pronti alle gare di motocross ed ho rivisto la mia foto sulla tessera della licenza di cadetto per “correre”.Il chilometro 1980 dà inizio ad un altro decennio, le moto da strada, le ragazze, le comitive, gli amici e i punti d’incontro, i diciotto anni, le discoteche, i libri, la cultura on the road, l’università, i precotti della mensa,  le vacanze, il fuoristrada in montagna, il freddo di notte durante il trekking, i tramonti e le albe, il mare, la prima fidanzata seria, l’esame di matematica, il rock, “il chiodo” punk con la fodera rossa,  la musica di ogni tipo, le Camel, la birra Adelscott, i pub, le delusioni d’amore, i genitori sempre attenti, le radio libere.Mi distraggo e sono già nel 1990, il lavoro, le responsabilità, le trasferte, Milano, altri amici, altre donne, altre storie, altre moto, altri viaggi, altri libri, altra musica, altre storie, radio Med.Scatta il 1992, il mito dell’harley, le moto inglesi, il concetto di retrò e di vintage, la fotografia, la nikon,  il tiro con l’arco, lo zen, la filosofia orientale, le arti marziali, la scuola di sopravvivenza, il campeggio, l’avventura, il club dei nuovi amici, le serate in terrazza con la wodka tra le mani, le lucky strike, le marlboro, i primi sigari, lo scontro tra i miei amici matematici e fisici sulle teorie dell’origine del mondo .Quinta, quarta, terza, scalo di marcia e imbocco la curva a gomito, riaccellero, la moto tira e il motore sale di giri, sono nel 1996.Il matrimonio, la casa, i mobili, i quadri alle pareti, le tende,  i parenti, l’ordine costitutito, la felicità mista ad una strana sensazione di aver fatto qualcosa di grande o di troppo grande nella quale forse non mi riconosco.Le domande, le notti insonni, le crisi di coscienza e la sensazione di aver sbagliato tutto.Il contachilometri segna il 1999.La paura del “millennio” la fine del secolo, la fine del mondo, il millenium bag, i computers che forse impazziranno…E ancora… la fine di un’amicizia, le litigate sulla spiaggia, la bolla speculativa, la borsa alle stelle, i nuovi ricchi, il denaro facile, la yamaha enduro, il primo catalogo harley con la foto della Softail Heritage Springer, l’eterna domanda che mi pongo prima di addormentarmi, il terremoto dentro, la paura del domani, la crisi matrimoniale.Il 2000!Mi alzo sulle pedane e urlo Yeppaaaa, finalmente… i primi duemila chilometri della mia bambina!Grande moto.Come faceva il compianto Bettinelli che ogni mille chilometri in vespa durante i vari giri del mondo, si alzava in piedi e fischiava una musichetta…per esorcizzare l’incertezza del domani.Continuo a guidare e mi concentro sulla strada che ho davanti, guido ancora, poi, mi fermo perché sono arrivato al lavoro.Spengo la moto, guardo il contachilometri, segna 2010, giro la chiave, abbasso il cavalletto laterale, lascio scendere la mia 883 e la faccio adagiare a sinistra.E’ l’alba di un nuovo giorno.Andiamo a cominciare.Buona giornata Indy.