Creato da indiana_63_883 il 12/08/2008

Vita On The Road

Storia di un uomo e della sua moto..."In Viaggio"

 

 

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Spesso nella vita ci capita di viaggiare e stare lontani da casa per molto tempo.

Per lavoro, per necessità, per passione, per scelta, si lascia la propria casa, le proprie abitudini i propri affetti e si va lontano.

Ma poi, irrimediabilmente e inseguendo una recondita e misteriosa necessità, si cerca la propria casa, il proprio letto, le piccole cose di ogni giorno che ci danno sicurezza e ci aiutano a stare bene.

Nella vita si fanno delle scelte.

Nella vita si fanno cose giuste.

Nella vita si commettono degli errori.

La cosa importante per ognuno, è avere la consapevolezza degli errori commessi,  che se non ripetuti ci aiutano a crescere e a diventare migliori.

La brama di possesso e il desiderio di avere di più,  spesso ci portano fuori dalla linea principale e ci inducono a percorrere una strada che non  porta da nessuna parte, e ci si rende conto prima o poi che la meta primaria è ormai lontana.

Dopo tanti mesi di silenzio, prima interiore e poi sulla carta, adesso sento nuovamente la voglia di esternare le mie sensazioni, proprio come un tempo.

La mia passione più grande, è la moto, aggiungerei, l’harley.

La motivazione che giustifica la mia tenacia ad uscire con ogni tempo, in qualsiasi situazione e a vivere in simbiosi con la mia moto è molto forte, altrimenti non potrei mai affrontare il freddo, il caldo, la pioggia ed ogni avversità climatica.

Potrei vivere comodamente seduto nell’abitacolo di un’automobile per i trasferimenti da e per il lavoro, con aria calda d’inverno e aria condizionata d’estate, ma non lo faccio, o almeno non lo faccio abitualmente se non in caso di strettissima necessità.

In moto nonostante le dovute protezioni, mi ustiono le braccia e il viso al sole percorrendo chilometri su strade assolate o deserte in piena estate quando gli altri scelgono di farlo stesi su un lettino di una spiaggia affollata, rabbrividisco d’inverno e arrivo a congelarmi le mani sul manubrio quando qualcun altro prova la medesima sensazione in alta montagna scalando una parete o sciando, mi godo la frescura di un sottobosco in piena estate, pennellando dolcemente curve e pendii, mentre altri scelgono di fare altre cose.

Perché faccio queste cose al limite del masochismo ma che al tempo stesso mi fanno star bene?

Libertà mentale, ecco di cosa sto parlando.

Non più tardi di sette mesi fa, commisi un imperdonabile errore, vendetti la mia stupenda 883R, la mia prima harley, la solare moto di color arancio, la compagna di mille avventure, situazioni e contesti, colei che mi “somigliava” nella forma e nel carattere fu venduta solo per un mio capriccio, un mio vezzo che tra l’altro non appartiene al mio modo di essere, forse fu solo il desiderio di volere di più e possedere un qualcosa di più grande e più imponente.

Ma l’harley non è una cosa.

L’harley non è un comune oggetto.

Non necessariamente devi possedere un big twin, puoi essere felice anche con qualcos’altro, purchè risvegli quella parte profonda di te che solo una grande emozione può tirar fuori.

La scelta di una moto più grande, più performante, più grossa, più grassa e più più… non si è rivelata giusta.

Ci ho pensato e ripensato per notti intere restando insonne a fissare il soffitto in attesa di prendere una decisione.

Era bella anzi bellissima, questo è fuori discussione, però muta, priva di feeling verso di me.

Muta da farmi soffrire e non poco, e spesso pronta a lasciarmi senza parole e colmo di solitudine mista ad insoddisfazione.

La mia Darky non mi comunicava alcuna sensazione al di là del grande peso e del forte ingombro unito ad una scarsissima manovrabilità nell’uso quotidiano.

L’harley non è un oggetto, l’harley non è una moto qualsiasi, l’harley è parte di te, è parte di quella profonda essenza che si trova in fondo alla tua anima e al tuo cuore.

Se devo spiegartelo, è perché non puoi capire…

Darky non mi apparteneva ed io non appartenevo a lei.

Dopo molti tormenti, ho deciso di tornare a casa, nella mia casa di sempre che è la 883R, stesso colore, stessa cilindrata, stessa borsa di cuoio nero compagna di mille avventure.

Ho venduto darky e ho ricomprato una stupenda harley di color arancio, che mi ricorda l’alba sull’oceano o il tramonto su cuba, è solare, mi assomiglia, non ostenta mai le sue capacità, resta lì e ti guarda, ti ascolta, non pretende ma è lì da cinquant’anni, stessa forma, stesso modello, stessi colori.

Non è mai cambiata, è solo stata migliorata nel tempo e adeguata ai giorni nostri.

Non desidera bruciare i semafori, non vuole fare gare di velocità, non vuole affermare il suo carattere a tutti i costi, nonostante la sua sigla R (racing o forse rock) è dolce e comprensiva come poche, ma non esita a mostrarsi in tutta la sua grinta se la situazione lo richiede.

Quando sono montato in sella, la mia sensazione è stata:

“Sono a casa”.

E questo la dice lunga, questo significa, per me, di tutto e di più.

Evidentemente non sono dark.

Mi sono sentito immediatamente a mio agio, memore di tante avventure vissute insieme, delle migliaia di chilometri bruciati su strade statali e provinciali, autostrade, tangenziali cittadine, tra boschi, spiagge, colline, montagne e passi appenninici, dei serbatoi di benzina colmati e svuotati, delle gomme ormai lisce che slittavano in uscita di curva, delle staccate al limite in costiera prima di affrontare quell’ultima benedetta curva a gomito.

In un flash, montando in sella,  ho rivissuto tutto questo.

Ecco perché, chi come me cavalca una harley, sa cosa significa avere una espressione strana, direi un po’ inebetita, mista tra un sorriso ed un pensiero profondo che fa pensare a chi guarda dall’esterno, chissà che avrà questa moto che li riduce tutti così allo stesso modo.


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Commenti al Post:
De_Blasi.A
De_Blasi.A il 26/05/09 alle 18:51 via WEB
mi hai fatto viaggiare con la tua passione a cavallo della tua moto, ciao da Antonio.
 
sturm_2009
sturm_2009 il 26/05/09 alle 19:11 via WEB
ciao Indy ho piacere di ritrovarti, questo tuo racconto mi fa riflettere sul "tornare indietro nelle proprie scelte" e ti confesso che sono stupita della coincidenza, perchè questo è un periodo di pensieri di questo tipo per me. Non è la prima volta che questo accade con te, un abbraccio, Tonia
 
Basta_una_scintilla
Basta_una_scintilla il 13/06/09 alle 14:14 via WEB
Mio caro Indy...la moto giusta, la casa giusta, la donna giusta non sono quelle più belle ma quelle che ti fanno battere il cuore. Un abbraccio e mille sorrisi. Micky
 
De_Blasi.A
De_Blasi.A il 25/06/09 alle 16:41 via WEB
E' con grande gioia e e con immensa soddisfazione che ti invito a partecipare alla collettiva d'arte dal titolo "COLORE", una collettiva a cui parteciperò con alcuni dei miei lavori più belli, si terrà a Porto Santo Stefano (comune di Monte Argentario) GR, in una stupenda fortezza spagnola dal 2 (giorno in cui ci sarà una stupenda innaugurazione) al 19 luglio.
 
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"La vernice che scottava e toccarla era un piacere.
Il motore incerto e pigro nei primi chilometri.
Ne è passato di tempo e di strada.
Ne abbiamo visto di mondo.
Ne abbiamo avuto di freddo.
E abbiamo riso.
E una volta ti ho spinta per sei chilometri.
E però ci siamo divertiti.
E le rughe non le sento più.
E quel fumo leggero che vien fuori dagli scarichi è senz'altro allegria.
Non può essere olio.
Ma poi ti guardo nel tappo e capisco che hai sete.
Ho sete anch'io e siamo in un bar.
Io dentro che bevo e tu fuori che stai lì.
C'è una ragazza bionda che mi parla.
Io intanto bevo."
Carlo Talamo

 

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Non vivo per te.

Vivo con te.

Da tanto tempo,sono abituato ai tuoi difetti e ai tuoi capricci.

Da cent'anni sopporto gli scherzi e la malattie immaginarie che tanto inquietano chi

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Sto qui.

Sto con te.

Me ne vado a spasso con te.

Traffico con tutti quei pezzi che hai.

E mi diverto.

E vibro.

E vivo.

 

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