Fading of the day

In A Reverie - "Heir Of A Lost Ocean"


 Caro Diariostasera pensavo a lei.Di nuovo. Sembravano i soliti fantasmi che aprono i rami della foresta del sonno, per permettere all'orchestra onirica di tormentarmi di nuovo con la sua tetra sinfonia. Ma stavolta c'era anche altro.Ad un tratto, come animato da tic irrefrenabile, ho iniziato a scrivere rapido e spigoloso sagome pungenti. Sarà il riflesso dell'epifanica caleidoscopia del mio umore. Sarà il dazio da pagare alla mia irrequietudine. Il fatto è che tento, invano, di dissimulare quello che sento, ma la sparita e smorta figura con la fronte sporca ed il vestito troppo largo che vedo riflessa nello specchio non ingannerebbe nessuno. Sono come il prigioniero vestito a festa il giorno del rilascio, che strizza gli occhi per la troppa luce perchè non ci è più abituato. Come un condannato riabilitato, avverto che la libertà ha un sapore amaro, perchè  ho perso il mio tempo, ormai sono fuori luogo. Si, mi sono riaffacciato alla ringhiera dell'amore forestiero, ma troppo tardi. I carri e la fanfara dei giorni di festa ormai erano già passati, lasciandosi dietro solo cartacce e polvere. Ora, appoggiando la mano su quella balaustra, l'unica cosa che sento è un lento gocciolare di suoni, il brusio di voci lontane disperse nei vicoli oltre la piazza, gli ultimi spasmi del fervore che fu. La verità è che il mio orologio si è fermato a quella notte, assorbendo quell'unico momento di felicità. Vetro crinato e lancette spezzate, come un fossile su una spiaggia che cristallizza per sempre l'eredità di un oceano scomparso. Guardando da lontano questo quadro, il quadro della mia vita, mi sento uno stupido, un illuso. Scrivere e provare tutto ciò non ha senso, è vero. Ma dedicarle questi pensieri è l'ultimo soffio di vita che mi anima, la remota speranza che non tutto si cancelli con un dopo. Perchè, in lontananza, il vortice di gabbiani già inizia lentamente a disperdersi....Così, ho deciso: piuttosto che perderli per sempre, te li regalo i miei deliri.Prima, però, vorrei parlarle per un attimo. A tu per tu."Emma, ormai mi accorgo che l'unico modo di sentirti vicina è scrivere per te. Vorrei possedere l'arte di un trecentesco cantore di emozioni, che, preso per mano dalla luce fioca di una candela la cui fiammella incerta ed ondulante crea giochi di luce ed ombre, pian piano si anima ed imbrunisce la pagina di inchiostro. Ma appena distolgo lo sguardo da quel foglio, mi accorgo penosamente che la realtà è molto più prosaica: non sono null'altro che un umile servo della penna che si arrabbatta come può nel goffo tentativo di tirar fuori quello che ha dentro. Così, respiro lungo e sciolgo i nodi. Immaginando che i tuoi occhi mi seguano."<< Scrivo,e mi pare ancora di vederti in caduta libera, scivolando verso il tuo sonno, nel profondo abisso che ti sostiene, stanca delle fatiche di aver commesso il delitto perfetto.Perchè tu, dama di ghiaccio con i guanti di seta, mi hai offerto la bugia, che si aprì come una conchiglia antica e lasciò ammirare, generosa, l'inganno dei suoi pizzi.Rinchiuso nel silenzio artico, osservo dall'alto della mia cattedrale i lampi sul mare in tempesta, mentre dall'altra parte della facciata la città diviene piccola nell'assenza di te. E mi soffoca.E, così, mi affanno a rincorrere parole che mi facciano dimenticare quel sorriso che annegò solitario nel teatro formale dell'addio. E mi affretto, a distendere le pieghe della mia mente, ad allargare le spalle bianche e contratte, nel tentativo di accogliere la tua verità soffiata da lingua silente.L'anarchia delle mie mani vorrebbe staccarsi dalla prua fumante del naufragio per accarezzarti le guance, dopo averti asciugato l'ultima goccia di rugiada che pende fino alle tue labbra.Ma il sipario cala, l'illusione svanisce.E mi accorgo che la distanza è solo un mare di strade in cui annegano queste righe.Così, ascolto il televisore muto che ronza come una vespa.E la notte avvolge tutto quello che non sono riuscito a dirti. >>