Fading of the day

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Con un po' di fortuna trovammo posto sul primo volo del mattino seguente e per l'ora di pranzo eravamo già al Kings Wark.Si respirava ancora un acre odore di fumo davanti al pub che pungeva le narici. La bella insegna di legno era completamente bruciata, tutto intorno lingue nere che salivano dal basso all'alto delle pareti. Nei volti dei ragazzi dello staff leggevo desolazione, dolore, impotenza: essere vittime di un atto criminale di quel tipo era un qualcosa che ti distruggeva moralmente, ti dava sfiducia nel prossimo e ti scoraggiava nell'andare avanti. Fortunatamente gli interni avevano subito danni limitati perchè l'allarme era stato dato tempestivamente. Secondo i rilievi, l'incendio era stato appiccato verso le tre e trenta del mattino, circa un'ora dopo la chiusura, quando anche lo staff, completate le operazioni di pulizia, era andato via.Tom sembrava il lontano parente anziano dell'uomo gioviale che avevo conosciuto. Appena lo vidi, istintivamente lo abbracciai. Lo rassicurai dicendo che avrei provveduto personalmente a finanziare i lavori di ripristino. Ci allontanammo: Tom aveva bisogno di distrarsi un po' e, complice la bella giornata di sole, ci incamminammo per le vie del centro di Edimburgo.-Tranquillo Tom, sistemeremo tutto...-Jeremy ti ringrazio, ma vedi, non è il danno in sè che mi preoccupa, quanto il movente. Perchè?-Generalmente cose del genere succedono in seguito problemi con la piccola criminalità...Tom anticipò la domanda che stavo per fargli.-Non ho mai avuto problemi del genere: il pub è sempre andato bene e non ho mai dovuto ricorrere agli strozzini...Lo osservai e mi parve sincero. D'altro canto, che vantaggio avrebbe avuto a mentirmi?-Più in generale, hai mai avuto dissapori con altri proprietari, screzi, magari relativi agli orari di chiusura, ai fornitori?-Qui nel centro, i gestori dei pub si conoscono tutti: c'è concorrenza ma anche grande lealtàEsternò quest'ultima frase non nascondendo una punta di orgoglio, quell'orgoglio scozzese che non lo abbandonava mai e di cui andava fiero. Subito dopo, però, si adombrò. Proseguimmo nella nostra passeggiata, ma Tom manteneva lo sguardo basso. Mi parve pensieroso ed avevo la netta impressione che ci fosse qualcosa che sapeva e che non voleva dirmi.-Tom, sei sicuro che non hai alcun sospetto? Mi pare poco probabile che si tratti dell'opera di un buontempone...Tom alzò lo sguardo.-In effetti ci sono delle cose che non sai...Ci fermammo. Il sole era sparito dietro le nuvole ed una luce bianca era discesa sulla città. Tom si fermò davanti a me e prese a strofinare nervosamente la punta della scarpa sul marciapiede.-Ciò che sto per dirti, Jeremy, non ho la minima idea se possa essere o meno collegato a quanto è successo, ma credo che sia comunque giusto che tu lo venga a sapere