Fading of the day

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Anche quel giorno avevo il turno di sera.  Il fine settimana era senza sosta: tra anticipi e posticipi non si capiva nulla e, spesso, dovevo farmi le ore di punta. Del resto il campionato entrava nel vivo e c'era bisogno di rinforzi giù al pub. Quella sera, con l'occasione, mi sarei incrociata con Liz e le avrei dato la bella notizia: immaginavo avrebbe fatto i salti di gioia, la povera Liz... Anche lei, d'altro canto, se la stava vedendo brutta. Le volevo un bene dell'anima ma pensavo anche a noi due, a me ed a Jeremy. Accelerare i tempi ci avrebbe tirato, finalmente, fuori dai casini. Definitivamente. Dovevamo sbrigarci ed approfittare del fatto che, per qualche settimana, lui ci avrebbe tenuto le spalle coperte. I bastardi dell'NF non ci averbbero toccato finchè c'era il suo veto. Lui era potente ed in grado di tenerli in pugno. Schifosi maledetti.Durante il tragitto continuavo a tormentarmi la ferita sul braccio. A Jeremy avevo detto che mi era tagliata con un coltello mentre pulivo le verdure, ma non era vero. Lui l'aveva bevuta e mi aveva rimproverata: era sempre così dolce e lo adoravo quando si arrabbiava e mi faceva le ramanzine. Mi assaliva una voglia matta di prendergli le guance e baciarlo sulle labbra. Jeremy, quanto ti amo...Però dovevo smetterla con quella storia, non sarebbe stato possibile accampare scuse su scuse. Non sarebbe stato credibile. Anche perchè, ora mi coprivo con i maglioni, ma con l'arrivo dell'estate non potevo andare in giro con quei segni sulle braccia. Il fatto è che mi sentivo terribilmente in colpa. Quella che stavo per fare era un'infamia bella e buona, anche se fatta a fin di bene. Il solo pensiero che in tutta quella storia ci andasse di mezzo Jeremy mi dava la nausea. A volte avevo dei momenti di assenza, di vuoto totale. Tutta quella tensione mi stava mandando in pappa il cervello. Jeremy se ne era reso conto e così avevo dovuto dirgli che ero stanca, che c'era tanto lavoro... Che poi, tuttosommato, falso non era... Dovevo tenere duro ancora per qualche settimana e poi tutto sarebbe finito.Purtroppo non sempre era facile sopportare quel peso. A volte piangevo e cercavo di farlo in silenzio e di notte mentre Jeremy dormiva. Non volevo che il mio amore stupendo mi vedesse in quello stato,  Quello era il modo per sfogarmi, per scaricare i nervi e, forse anche, per punirmi. Mi sentivo uno schifo e quando osservavo Jeremy dormire, dolcissimo come un angelo, mi prendeva una rabbia tremenda. Qualche volta mi era salita l'idea di ficcarmi nella vasca da bagno e tagliarmi le vene. Farla finita avrebbe voluto dire liberare Jeremy. Ma la prospettiva di non vederlo più mi faceva stare ancora peggio e, alla fine, desistevo.Liz sprizzò gioia da tuti i pori quando seppe che la settimana dopo avevamo fissato la nozze. Mi gettò le braccia al collo e mi baciò sulle labbra. Era contenta per me e per noi.-Continuerò sempre ad amarti, anche con una fede al dito.Trattenni a stento le lacrime quando mi disse quella frase. Poi parlammo dei dettagli del matrimonio e le dissi del vestito da sposa: Jeremy insisteva nel volermene comprare uno che avevo visto in una boutique costosissima del centro. A quel punto non ce la feci più e scoppiai a piangere come una bambina. Ci abbraciammo, la baciai e le promisi che saremmo rimaste sorelle per tutta la vita.