Fading of the day

54


Riuscire a mantenere la calma fu davvero difficile. Convicermi che l'investimento di Liz fosse, soltanto un tragico e fatale incidente lo fu ancora di più. Una vocina dentro di me mi diceva che non era stato frutto del caso e che era collegato a tutta quella vicenda.Ma fosse stato così, Liz in ospedale non avrebbe avuto alcun senso. Lei gli aveva dato tutte le garanzie del caso e lui, a sua volta,  ci aveva assicurato che avrebbe tenuto a bada i tizi dell'NF. Se c'era davvero lo zampino di quei bastardi schifosi, allora, forse, qualcosa era andato storto. Forse ai tizi dell'NF non erano bastate la sue parola: eppure lui era il capo di tutto e ciò che diceva era legge e verità. Non esisteva un'autorità superiore alla sua.Dovevo capire, dovevo indagare: non c'era più Madison e prendere in mano la situazione, ora, toccava a me. L'unico problema era che, in assenza di riunioni imminenti della loggia, contattarlo non era così semplice. Mi venne in mente un modo rapido e sicuro ma, al solo pensiero, mi si gelò il sangue nelle vene.No: non potevo farlo.Poi mi chiesi cosa avrebbero fatto le mie sorelle nei miei panni. Forse si sarebbero rivolte anche loro a quel contatto. Pian piano si rafforzò in me la consapevolezza che non c'erano altre strade percorribili. Ma la sola idea mi fece stare da cani.Mi venne la tachicardia: mi precipitai in bagno e vomitai il pranzo. Ci misi una decina di minuti per riprendermi, ma sentivo ancora il cuore andare veloce. Aprii l'armadietto del bagno e tirai fuori la boccetta dove tenevo le mie pillole. Dovevo assolutamente rilassarmi. Feci per aprirla ma mi bloccai.Poi pensai che, tuttosommato, negli ultimi tempi avevo davvero fatto la brava: ormai mi ero disintossicata. Avevo di molto moderato i dosaggi dopo che il dottore mi aveva detto che dovevo andarci piano, perchè davano dipendenza ed una vagonata di effetti collaterali.Da quando avevo conosciuto Jeremy avevo limitato l'uso di quella roba. Un po' perchè lui mi faceva stare bene e non ne sentivo la necessità, un po' perchè avevo timore che se ne accorgesse. Insomma: quelle pasticche ti stendevano i nervi ma se ti lasciavi prendere la mano ti mettevano al tappeto. Anche se non dormivi, era come se lo facessi da sveglio. Avevi momenti di assenza in cui ti sentivi totalmente fuori dalla realtà. Una condizione di sonno-veglia che ti estraniava da tutto ciò che ti circondava.Io, poi, sono sempre stata una che ha avuto problemi con le dipendenze. Il dottor Carlson, il mio terapista, diceva che era un problema da addebitare alla mia fragilità. Allora, succedeva che, nei momenti di maggior abbandono, mi rifugiavo in qualcosa che mi dava sicurezza. Questo "qualcosa" poteva spaziare in un ampio spettro, come, purtroppo, ho avuto modo di sperimentare sulla mia stessa pelle.Nel periodo post-Stoccolma, eravamo tutte euforiche. Ci sentivamo dei padreterno che potevano fare e disfare tutto a loro piacimento. E quando ti senti così credi di essere più forte di tutto. Insomma, era capitato che avevo fatto le conoscenze sbagliate, compresi certi personaggi che non avrei mai voluto incontrare. Ero finita in un tunnel di festini, in cui giravano droga ed alcool e in cui ti trovavi a fare cose di cui non ti ricordavi, ma che ti raccontavano il giorno dopo .Quella situazione degenerò e la mia fortuna fu che mi accorsi in tempo che stavo entrando una galleria buia e senza uscita. Divenni una tossicodipendente e non me ne vergogno, perchè è un'esperienza che ha fatto parte della mia vita e rinnegarla sarebbe da ipocriti. Passavo intere giornate chiusa dentro casa per non farmi di quella merda, ma l'astinenza era pesante. Mi faceva stare malissimo. In quei giorni mi sentivo morire e, per lenire il dolore che avevo dentro, mi tagliavo sulle braccia. Una volta ci andai giù pesante e stavo per lasciarci le penne: fortuna volle che abitavo con alcune sorelle che mi ripresero per i capelli. Tra loro c'erano anche Liz e Madison. Da quel giorno capii che per il mio bene, quando le crisi erano particolarmente forti, dovevo farmi legare al letto per evitare di farmi del male. Il risultato fu che mi ruppi due volte i polsi nel tentativo di liberarmi. C'erano fasi in cui gli spasmi erano davvero acuti e mi dimenavo come la bambina dell'Esorcista. E' stato davvero un bruttissimo periodo, il peggiore della mia vita. Ma ce l'ho fatta.