Fading of the day

36.


Il ritorno dagli "inferi" fu più sereno, anche se la luce delle torce si era ormai fatta decisamente fioca. Tuttavia, nessun rumore od imprevisto avrebbe potuto incrinare il nostro buonumore, causato dall'eccitazione per aver messo le mani su un documento tanto importante e sconvolgente per la storia degli ultimi cinque secoli. Una volta riemersi in superficie, chiudemmo la botola e spostammo la cassettiera, come a voler "seppellire" per un tempo indefinito i segreti che si celavano alla fine di quel buio ed umido cunicolo sotterraneo. Forse, da quel giorno in avanti, sarebbe cambiato il nostro rapporto con la camera da letto: iniziai a domandarmi se la consapevolezza di tutto ciò che si trovava al di sotto del nostro armadio, a "portata di mano", potesse, alla lunga, turbarci. L'affacciarsi di quei pensieri, tuttavia, mi fece sorridere: pensai al rovescio della medaglia, al fatto che, in fondo, quella grotta potesse rappresentare una sorta di "rifugio" per me e Sinead: un luogo che nessuno conosceva e che ci avrebbe isolati dal mondo ogni volta che lo avremmo desiderato. Come un effetto-domino, si prospettarono una serie di scenari in cui io e Sinead facevamo il bagno e godevamo della vista dei meravigliosi colori  dell'acqua, dovuti ad i giochi di luce del sole ed ai chiaroscuri che la grotta proiettava. Quella sarebbe stata la nostra spiaggia privata, il nostro piccolo segreto.Mi sedetti sul letto ed aprii con delicatezza il sacchetto, che conteneva il diario di bordo. Accarezzai la morbida copertina in pelle scura ed un brivido mi attraversò la schiena. Avere tra le mani un documento così antico, così importante, ignoto al mondo: quella consapevolezza mi regalò una sensazione mai provata prima, un qualcosa di impagabile ed incomparabile. Iniziai a pensare a come avrei dovuto muovermi, a cosa era giusto fare: avvertire le autorità, divulgarlo alla stampa, tenere il segreto tutto per me... Non era facile ragionare lucidamente e decisi che era meglio richiudere il sacchetto e riporre il manoscritto nela scatola, con l'intento ragionarci su per un po'. Nel frattempo, potevo godermi quell'inebriante esperienza con la mia Sinead.-'More cosa pensi di fare con il quaderno?-Sin la verità è che non lo so: ci ho pensato ma ho paura di fare la scelta sbagliataSienad mi osservò, poi abbassò lo sguardo, conscia che le parole che stava per dirmi, molto probabilmente, non sarebbero state di mio gradimento.-Io credo che tutti debbano sapere, che il mondo debba venire a conoscenza del manoscritto. In fondo, si tratta di un documento storico, rivoluzionario, che cambia radicalmente la storia...Come al solito, Sinead, dimostrava di essere incredibilmente lucida ed inappuntabile. Dal canto mio, mi salì dallo stomaco un'inattesa smorfia di disappunto. Era assurdo, ma mi sentivo geloso di quel manoscritto: era qualcosa che aveva trovato mia moglie e che, in definitiva, apparteneva alla mia famiglia, visto che era stato un mio antenato a scoprire le Americhe ed a scrivere quell'incredibile resoconto. -Insomma, mi dici che ti prende? Dov'è il Jeremy che conosco? Dov'è l'uomo dai valori pieni, che crede nella scienza, che ama la storia? Come fai ad essere geloso di una cosa del genere?Sinead aveva colto in pieno il mio stato d'animo, anche se le mancava un piccolo particolare a corredo: non solo mi sentivo io il proprietario di quel libro, ma quello rappresentava anche uno dei pochi legami che avevo con mia moglie.