Fading of the day

Why Does It Rain...


Il sordo richiudersi del portellone sortiva ogni volta lo stesso effetto. La riportava con la mente alla prima volta che aveva preso un aereo. Aveva 6 anni ed allora tutto lì dentro le sembrava gigante, luminoso ed ovattatoEra uno scricciolo biondo con gli occhi vispi e curiosi a cui nulla sfuggiva. Vedeva quelle hostess indossare impeccabili completi blu sempre sorridenti che, su quei tacchi vertiginosi quasi toccavano con la punta del cappello il soffitto della cabina. Emma era così minuta che i sedili della economy erano troni papali in cui sprofondava, tenuta a malapena a galla dalla cintura di sicurezza. Quella mattina, salendo sull'aereo, si guardò attorno, sorrise e pensò a come cambiano tante piccole cose e a come la percezione di ciò che ci circonda evolve nel corso degli anni. Ora con la testa toccava la cappelliera, le hostess le apparivano più trasandate e meno sorridenti di una volta e quei sedili erano piccoli e scomodi, specie per affrontare una estenuante traversata oceanica. Di colpo le si smorzò il sorriso.Ma tant'era, bisognava adattarsi e fare di necessità virtù. Poi, in fondo in fondo, ad Emma piaceva molto volare. Non aveva avuto mai paura, neanche da piccola. Forse, solo un lieve timore reverenziale verso quegli aggeggi e chi li pilotava. Da bambina nutriva un'ammirazione sconfinata per i capitani di bordo. Li vedeva quasi come supereroi, avvolti nella loro candida uniforme bianca con il "cappello da marinaio" come lo chiamava lei.Sorrideva mentre pensava a quei piccoli particolari della sua infanzia ed armeggiava con il lettore mp3. Ad un tratto, una voce ferma ma gentile la riportò indietro dal suo piccolo mondo."Signorina, quello può accenderlo solo a decollo avvenuto""Scusi, ha ragione. Lo spengo subito."Arrossì come una scolaretta rimproverata dalla maestra alla prima marachella. Era così immersa nei suoi ricordi da dimenticare le basilari regole di bordo. Così, ripose in borsa il tutto, si calò i larghi occhiali scuri sul naso e si mise a guardare di fuori attraverso lo striminzito oblò che dava proprio sull'ala. Tutt'intorno vedeva l'inconfondibile skyline di Sydney con i suoi grattacieli: guardandoli le venne in mente quando con Danny avevano fatto un giro in elicottero. Le fece un certo effetto vedere così nitidamente la città dall'alto, osservare lo scorrere del traffico e lo svolgersi delle comuni attività umane da quella prospettiva l'aveva elettrizzata a tal punto da farle assaporare quasi un senso di onnipotenza.Non appena le lucette delle cinture si spensero, frugò subito nella borsa alla ricerca degli auricolari. Poi si girò verso l'oblò e vide sparire all'orizzonte la sua amata Australia sotto un manto di nuvole. Un sottile velo di tristezza l'avvinse. Lasciava casa sua per un albergo, l'estate per l'inverno, i suoi amici per la band. Un mese da cittadina del mondo, con i suoi pro ed i suoi contro.Si lasciava alle spalle un caldo sole estivo, e per metà del suo cuore già intravvedeva affacciarsi  la minaccia di una cupa pioggia.