Haunting

Il palazzo del decapitato


Difficile immaginare che proprio nel cuore, solitamente rilassato e tranquillo, di una città “a misura d’uomo” come quella di Crema, ci si possa imbattere in un luogo dall’aspetto tanto solenne e signorile, ma così poco rassicurante, come il settecentesco Palazzo Terni-Bondenti, che è situato nella centralissima Via Dante, proprio di fronte all’ex convento di Sant’Agostino. Secondo la tradizione locale, infatti, sembra che, durante la sua edificazione, un giovane rampollo della nobile famiglia Terni-Bondenti, avventuratosi imprudentemente nell’ala in costruzione, abbia messo un piede in fallo e sia precipitato al suolo morendo sul colpo.Ciò convinse il padre Niccolò Bondenti, pazzo per il dolore, ad interrompere per sempre i lavori in corso, lasciando così palesemente incompiuta un’intera ala del palazzo. E ciò spiegherebbe il perchè, in effetti, una parte dell’edificio sia incompleta e da sempre visibilmente in rovina. Ma forse le cose non sono andate esattamente così e la spiegazione per quei muri corrosi dalle intemperie e per quei finestroni vuoti, che si schiudono ai capricci del tempo, è molto più semplice e, in un certo qual modo, “prosaica”: può darsi infatti che l’architetto piacentino Giuseppe Cozzi, in accordo col committente, volesse edificare qualcosa di particolarmente originale e a suo modo “bizzarro” e avesse volutamente messo in atto questa trovata, ispirandosi del resto a ciò che aveva fatto il Bernini per Palazzo Barberini in Roma.Certo è che l’effetto che ogni volta il Palazzo Terni di Crema trasmette a chi lo osserva, mantiene quel “nonsoché” di malinconico e di lugubre che, da sempre, ne ha contraddistinto il destino e che, certamente, la particolare iconostasi del giardino, con quei grandi oculi vuoti prospicienti alla strada e le statue nivee che svettano verso il cielo, contribuisce a rafforzare. Logico, quindi, che attorno a questo luogo siano nate leggende e dicerie che col passare del tempo si sono andate consolidando e trasformando in vera e propria credenza popolare, fino a spingersi ad ardite supposizioni, come quella sulla natura alchemica di alcune bizzarre soluzioni architettoniche.Sta di fatto che, comunque, alberga tra quelle mura qualcosa di strano e di soprannaturale e in tal senso ci sono numerose testimonianze. Oltre a tutto il classico repertorio spiritico, c’è da segnalare, infatti, l’apparizione spaventosa e ricorrente dello spettro di un uomo senza testa che cammina sugli spalti dell’ala incompiuta e si affaccia dalle occhiaie dei finestroni vuoti, terrorizzando i rari passanti notturni. Il fantasma del “decapitato” è segnalato ormai da secoli ed è entrato di fatto nella tradizione locale cremasca, anche se nessuno riesce a capire se si possa o meno collegare al tragico incidente occorso al figlio del nobile Niccolò Bondenti e ciò non spiega comunque il perché di un’apparizione con la testa mozzata.