Cuore Bianconero

Post N° 314


Comunicato stampaIl tonfo del reato di Associazione a delinquere nel processo GEA ha creato panico e sgomento negli accusatori della prima ora. Una inversione di tendenza sembra prendere ormai piede nella maggior parte degli organi di stampa. Appare arduo, infatti, pensare a differenti conclusioni nel procedimento penale in fase di celebrazione a Napoli. L'Associazione GiùlemanidallaJuve, fin dalla sua costituzione avvenuta nel maggio del 2006, si è sempre battuta per sostenere l'illegittimità delle sentenze sportive. Avevamo già parlato di sentenze degne di una "Santa Inquisizione". Un processo figlio dell'odio fomentato ad arte dalla maggior parte dei media e basato - a ben vedere! - sulla totale assenza di un fondamento giuridico, fondamento che la nostra Associazione aveva inteso difendere con il proprio intervento ad adiuvandum nel processo amministrativo celebratosi in Roma il 1 di settembre del 2006. Uno sforzo reso vano dal famigerato ed incomprensibile ritiro del ricorso al TAR deciso nel CDA del 31/08/06 dalla società Juventus, che dichiarava - udite udite - "cessata la materia del contendere". Forti delle nostre ragioni non ci siamo lasciati demoralizzare. Abbiamo continuato la battaglia con maggior determinazione, consci che solo il tempo ci avrebbe concesso la sospirata vittoria. Oggi, GiùlemanidallaJuve pare essere l'unico soggetto giuridico titolato alla richiesta di revoca dei provvedimenti della Giustizia Sportiva. È infatti pendente un ricorso al Consiglio di Stato ed uno alla Commissione Europea affidato allo studio legale dell'Avvocato Luc Misson. Quest'ultimo, dopo aver conseguito il successo con la famosa sentenza Bosman, ha da subito sposato le nostre ragioni denunciando ancora una volta - e con grande rigore professionale - la profonda illegittimità e la indiscutibile inattendibilità della Giustizia amministrata senza il presidio delle garanzie costituzionali. Appare arduo, inoltre, attendersi una virata nella fin qui passiva condotta tenuta dalla società Juventus che ha preferito "patteggiare" svendendo il proprio ed il nostro onore. Tale scellerata linea di difesa, per altro, non è figlia di quel famigerato sentimento popolare dell'estate 2006. La condotta sottomessa della stessa Juventus si è perpetrata, infatti, anche nel corso degli ultimi due anni nei successivi procedimenti penali e sportivi in cui è stata implicata. Negli oltre due anni di attività della nostra Associazione abbiamo più volte sollecitato l'attuale gruppo dirigente ad avviare ogni azione utile al riconoscimento dei titoli impunemente sottratti dalla Giustizia Sportiva. Lo abbiamo fatto più volte a mezzo stampa, lo abbiamo fatto in tutte le assemblee degli azionisti celebrate nel post calciopoli. Tardive ed inutili appaiono, quindi, le recenti affermazioni del presidente Cobolli sulle odierne difficoltà per richiedere una revisione del procedimento sportivo a fronte di miti sentenze penali. Sono più di due anni che chiediamo a Cobolli di attivarsi in tal senso. E non sarà di certo sufficiente palesare ad "alta voce" la nostra innocenza. È utile ricordare, infine, che la società Juventus ha colpevolmente lasciato decadere i termini per poter avviare azioni legali nelle sedi opportune. Gli spot pubblicitari elargiti a mezzo stampa dal presidente Cobolli non hanno superato lo scoglio della delusione dei tifosi. Delusione che sarà ancor più amara dopo le decisioni del Tribunale di Napoli.