Ignoto, una musica nuova
E tutto insieme, tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo. Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita. -
Hermann Hesse - h. 16,14 - Oggi ho scoperto che la cosa bella di avere un blog è la possibilità di scelta, scegliere se scrivere o stare in silenzio, scegliere di apparire o nascondersi, scegliere come me in questi ultimi giorni di restare ferma, immobile, con la mente affollata da tanti piccoli e grandi sentimenti, piccole e grandi emozioni, risoluta nell’esplorare quei piccoli villaggi della mente a me ancora sconosciuti e che disordinatamente tracciano l’incognita della mia esistenza. Malinconia e ignoto, negli ultimi due giorni la malinconia ha preso il sopravvento, davanti a me ora l’ignoto. Ho solo bisogno di un attimo di pace, di tenere la testa tra le mani e raccogliere l’essenza di questa mia inquietudine, ho voglia di cullarmi, proteggermi, di dare voce al dolore e alle mie insicurezze, devo mettere ordine in questo groviglio quotidiano in cui mi perdo sempre più, ogni giorno che passa. Pensavo che la mia vita potesse rimanere stabile e ferma nelle scelte passate fatte, ponderate, programmate, ma le cose cambiano velocemente, gli eventi si susseguono senza che tu possa fare nulla per fermarli, circostanze in cui comprendi che una riflessione è necessaria. Con questi pensieri, rimango seduta alla mia scrivania cosparsa qua e la di fogli, carte, documenti, analisi di produzione, post-it che mi ricordano di cose che devo fare, un telefono che squilla in continuazione, un cellulare che memorizza numeri, chiamate, date e messaggi ai quali ora non riesco a rispondere, di tutto questo non mi importa e mi lascio influenzare da questa sete che ho di isolarmi, da questo desiderio che ho di staccare la spina. Oggi è così, ho deciso, io non sono qui, Eleonora non c’è, non ci sono per nessuno, lascerò che tutto mi scivoli addosso, lentamente, senza sentire il bisogno di fermare i rintocchi di questo tempo che corre. Dalla finestra del mio ufficio guardo fuori, osservo attentamente le nuvole di fronte a me, nuvole che si rincorrono in questo cielo di uno svogliato pomeriggio autunnale. Scruto il loro viaggio e mi accorgo di riuscire a percepirne il senso di libertà, davanti a me tracciano i solchi di un percorso, incerto, sconosciuto, il loro sembra essere un viaggio senza meta, sono libere di lasciarsi andare e di farsi trasportare ovunque il vento vorrà accompagnarle, ecco, in questo momento vorrei poter correre con loro, sentire sul viso e sulla pelle l’odore della brezza di un viaggio senza tempo.Comincio a sentire un pò di freddo, appena esco dovrò ricordarmi di coprirmi bene, alzerò il bavero della mia indifferenza e lentamente andrò a casa, in quella casa dove tutto ancora mi parla di te, di noi. Appena arrivata di questo nuovo tempo ancora tutto da scoprire mi vestirò, metterò una musica nuova e al suono di queste nuove note danzerò tenendo la mente ben proiettata nel futuro, certa che il mio viaggio da sola, senza di te è appena iniziato. Non è forse una musica nuova l’essenza della vita stessa? Il resto è ignoto.