Pedagogia... In mezzo al mare virtuale del web, non appena si accenna a scrivere questa parola (davvero misteriosa a mio avviso!!!) si aprono infinite possibilità e opzioni di scelta. Si può passare da argomento ad argomento, da sito a sito, da novità in novità ma se vi trovate a chiedere, ad esempio ad una mamma, cosa è e di cosa si occupa la Pedagogia, bhe, le risposte possono essere tra le più svariate, alcune anche "innovative", altre direi "anziane", già trite e ritrite, lontane probabilmente dalla realtà vissuta da tutti coloro che, invece fanno questo.... misterioso.... mestiere... ops!!! professione!!! ops!!! missione....ops!!!! ma che è sta Pedagogiaaaaa....Spero che cogliate la provocazione e diate...ognuno di voi in base alla vostra personale esperienza... la vostra, diciamo cosi, interpretazione.A parer mio posso solo dirvi quello che penso, parlarvi di come agisco, di come mi esprimo, seguendo quella che, personalissimamente, considero un'arte. SI, perchè per me la Pedagogia è un'arte. Nessuna legge, nessun Burocrate, nessun Dottore Summo, nessun Politico, e nessun altro può togliermi questa caratteristica....gia, essere Pedagogista (clinico nello specifico) consiste nell'avere una caratteristica personalissima di sensibilità, capacità di osservare, cogliere i particolari, ascoltare, sentire (magari sulla propria pelle) le sensazioni, i dolori, la sofferenza, il profondo disagio di chi, sprofondato nel baratro del dolore, ti chiede aiuto con impressa negli occhi la speranza di aver trovato un sollievo alla sua sofferenza. Dopo aver colto, letto, "assorbito" le particolari condizioni che ogni persona porta con se (la volete chiamare diagnosi?), insieme al "problema", ci si appresta a rappresentare l'intervento d'aiuto, cosi come un pittore, dopo aver vissuto la realtà che lo circonda ed essersi "colmato" delle essenze che la caratterizzano, esplode nel massimo della sua creatività e pone in opera la sua arte. Potrebbe apparire "delirante" (e lo sarà per quei molti accaniti fautori della psicologia e psichiatria estrema, quasi incapaci di andare oltre il loro fedele schedario di etichette nosologiche e patologiche) paragonare la Pedagogia e l'intervento d'aiuto pedagogico in tal modo, ma credo sia l'unico che non può esserci estorto (ci dobbiamo pur difendere) e che dia davvero senso e soddisfazione a quanti di noi vivono questa professione come una missione (visto che di essere legittimati nel nostro duro lavoro... non se ne parla).
La Pedagogia come arte
Pedagogia... In mezzo al mare virtuale del web, non appena si accenna a scrivere questa parola (davvero misteriosa a mio avviso!!!) si aprono infinite possibilità e opzioni di scelta. Si può passare da argomento ad argomento, da sito a sito, da novità in novità ma se vi trovate a chiedere, ad esempio ad una mamma, cosa è e di cosa si occupa la Pedagogia, bhe, le risposte possono essere tra le più svariate, alcune anche "innovative", altre direi "anziane", già trite e ritrite, lontane probabilmente dalla realtà vissuta da tutti coloro che, invece fanno questo.... misterioso.... mestiere... ops!!! professione!!! ops!!! missione....ops!!!! ma che è sta Pedagogiaaaaa....Spero che cogliate la provocazione e diate...ognuno di voi in base alla vostra personale esperienza... la vostra, diciamo cosi, interpretazione.A parer mio posso solo dirvi quello che penso, parlarvi di come agisco, di come mi esprimo, seguendo quella che, personalissimamente, considero un'arte. SI, perchè per me la Pedagogia è un'arte. Nessuna legge, nessun Burocrate, nessun Dottore Summo, nessun Politico, e nessun altro può togliermi questa caratteristica....gia, essere Pedagogista (clinico nello specifico) consiste nell'avere una caratteristica personalissima di sensibilità, capacità di osservare, cogliere i particolari, ascoltare, sentire (magari sulla propria pelle) le sensazioni, i dolori, la sofferenza, il profondo disagio di chi, sprofondato nel baratro del dolore, ti chiede aiuto con impressa negli occhi la speranza di aver trovato un sollievo alla sua sofferenza. Dopo aver colto, letto, "assorbito" le particolari condizioni che ogni persona porta con se (la volete chiamare diagnosi?), insieme al "problema", ci si appresta a rappresentare l'intervento d'aiuto, cosi come un pittore, dopo aver vissuto la realtà che lo circonda ed essersi "colmato" delle essenze che la caratterizzano, esplode nel massimo della sua creatività e pone in opera la sua arte. Potrebbe apparire "delirante" (e lo sarà per quei molti accaniti fautori della psicologia e psichiatria estrema, quasi incapaci di andare oltre il loro fedele schedario di etichette nosologiche e patologiche) paragonare la Pedagogia e l'intervento d'aiuto pedagogico in tal modo, ma credo sia l'unico che non può esserci estorto (ci dobbiamo pur difendere) e che dia davvero senso e soddisfazione a quanti di noi vivono questa professione come una missione (visto che di essere legittimati nel nostro duro lavoro... non se ne parla).