una_pagina_al_giorno

Ricordo di te. Tu eri in piedi e avevi la testa bassa, perso nei tuoi pensieri in una calda aria estiva mentre io percorrevo la strada del ritorno. Delle tante immagini di te, questa non ho bisogno di cercarla nella mente, spesso compare e si dissolve come la nebbia di queste pigre giornate di aprile. Giorni vissuti per inerzia. Tempo che scivola silente e trasforma i nostri passi in orme, le nostre parole in vento, il nostro presente in navigato e perso.

Ogni tanto ti penso.

Non sei più imprigionato nell’arco temporale che abbiamo consumato insieme.

Così, al di là dei ricordi, liberato dal groviglio di sentimenti, puoi anche morire del tuo male senza che io ne soffra.

Ho già vissuto la tua morte. Mi sono già svegliata un giorno e ti ho atteso. Atteso, atteso. Non sei più tornato e l’illusione di averti trovato si è smorzata nell’aria come luce della sera.

Non mi piacevi. La prima volta che ti ho visto neanche ti ho notato. Ti sei presentato dicendomi che ero stata la prima persona con cui avevi chattato. Mi sono riconosciuta nelle risposte ma non ho ricordato. Mi guardavi spesso e sorridevi. Cercavo di fissare un altro punto della stanza, un oggetto, un quadro, magari persa nel vuoto. Eppure sentivo il tuo sguardo sfiorarmi il viso come una carezza dolce e distrattamente mi voltavo. Curiosa e infastidita. C’è stato un attimo in cui mi sono fermata nei tuoi occhi per qualche strana ragione. E per quella stessa strana ragione  ho avuto voglia di affogare ancora in quel mare di china. Ho riso per ogni tua parola. Ti ho guardato ogni volta che mi guardavi. Ho sperato di incontrarti ancora quando sono tornata a casa.

Ascolto Wicked Game di Chris Issac. Appena finisce la riascolto. E poi ancora. Fin quando mi stanco. E non mi stanco mai.

“..ti dedico una canzone” ....

“niente metal” risposi.

Niente metal. È un genere che non mi piace. Anche se alcune canzoni hanno segnato un tempo in cui io e mia cugina andavamo in giro in macchina per fumare una sigaretta. Ne ascoltavo una in particolare. Non conosco il titolo ma aveva una strana dolcezza che trasudava in ogni suono distorto. La musica, come gli odori, ha uno straordinario potere sulla nostra mente. Riesce a rievocare momenti persi nel buio, nei labirinti dello spirito. Come un filo di Arianna accompagna un ricordo verso la luce e tutto sembra ricomporsi piano mentre una sottile nostalgia serpeggia nel vuoto che si crea tra l’ombra del passato e la diafana realtà.

“No, no ovvio che no”. Ho immaginato il tuo viso. Pensavo stessi sorridendo mentre sul monitor si componevano le tue parole. Ho pensato alle tue labbra che si piegavano in una specie di risolino divertito. Per quante volte ti ho detto di non amare quelle sonorità.

“spè sto pensando..uhm…Wicked Game di Chris Issac, coverizzata anke dagli Him”, tu riflettevi mentre la mia ansia cresceva, nessuno mi aveva dedicato una canzone.

“mai sentita” dissi.

“mai sentita?.. te ne scrivo un verso..

“I’ve never dreamed that I’d love somebody like you…I've never dreamed that I'd lose somebody like you it…was the fall in love...with you…

E’ una canzone molto bella, molto dolce, e con un’atmosfera sognante…quella che sembra esserci qui, affianco a me nella mia stanza mentre parlo con te..”

Non mi avevi ancora perso e forse non mi hai neanche amato.