Hina

SAMSARA


Un filma mio parere molto bello! (clicca sull'immagine per vedere la locandina) Partorito in quasi 10 anni di lavoro,  racconta un percorso spirituale che prende spunto dalla vicenda di un  monaco tibetano. Dopo aver passato 3 anni, 3 mesi, 3 settimane e 3 giorni lontano dal mondo e dalle sue tentazioni materiali, Tashi torna al mondo: appare ovvia la frase "questo si che e' un buon monaco". In realta' Tashi continua ad essere tormentato "dai soliti incubi", ovviamente, a sfondo sessuale, resi espliciti dal regista con gusto, tanto dubbio quanto di sicuro effetto.Tashi intraprende cosi la via inversa a quella di Siddharta, il Buddha Shakyamuni, che dai piacere del mondo era giunto alla via del Nirvana abbandonando ogni piacere, possesso e legame non assolutamente essenziale (compresi la moglie Yashodara e il figlio Rhaula, "impedimento"). Perche' Tashi non conosce la vita e se ne sente attratto "esistenzialmente" "Ci sono cose che bisogna vivere per poi trascenderle"Il percorso si chiude, pero', con un circolo di hegeliana memoria e il ritorno in stile "figliol prodigo" del monaco dopo aver passato anni della vita a sperimentare l'amore, il guadagno materiale e, perfino, il piacere dell'adulterio: dopo aver toccato il culmine dell'abbandono ai piaceri carnali, il tradimento con la splendida (ma non quanto la moglie) tibetana, Tashi torna all'ovile, non prima di aver vissuto l'illusione confronto con la moglie (Yashodara ?) "E' più importante inseguire mille desideri o conquistarne uno solo?"Il film si conclude, finalmente, con la risposta all'interrogativo iniziale "Come si può impedire ad una goccia d'acqua di asciugarsi?"Film parecchio lungo, contestualizzato nei meravigliosi sfondi del Tibet (e' stato il primo film ad essere realmente girato a quota 4000 metri), con attori non protagnosti non professionisti, caratterizzato da lunghi silenzi e continue domande, il film non svela cosa sia "Samsara", lo fa vedere, ma non lo dice: sarebbe come rivelare il segreto dell'esistenza.