Letteratura indiana

AMICIZIA D'INFANZIA DI VAIKOM MUHAMMAD BASHEER


Ora sorrideva attraverso le lacrime. Suhra sorrideva tra le lacrime come la luna piena splende tra la pioggia. Poi disse: “Non tagliare le mie unghie.. ti pizzicherò!”Tremando, Majid si alzò.“Una principessa non graffia né pizzica”.“Davvero?”Majid giurò di si.Suhra era perplessa. Se una principessa non graffia e non pizzica, che bisogno aveva delle sue unghie? Così, con l’aria di qualcuno che sta compiendo un grande sacrificio, accettò finalmente di tagliarsele.Andarono a preparare il giardino. Majid scavò delle piccole buche al lato dell’entrata della sua proprietà e Suhra li riempì con i germogli e dopo li annaffiò…..Ogni giorno Suhra andava nel giardino di Majid e innaffiava le piante.Una volta la madre di Suhra le domandò: “ Perché vai ad annaffiare le piante altrui?”“Non sono piante altrui”Quella sera Suhra e Majid se ne stavano in giardino. Indicando alcune piante in fiore, Majid disse a voce alta: “Sono le tue piante, Suhra?”“Perché sono forse le tue?”Maijd si prese gioco di lei.“Ti piacerebbe averle, vero?”Poteva evitare di arrabbiarsi? Lo graffiò di nuovo. Però, dal momento che le unghie non erano abbastanza lunghe, Majid disse: “Graffiami ancora! Mi fai il solletico”. Suhra si guardò le unghie e cominciò a piangere. “Allora ti picchierò!”Quando stava per picchiarlo sul polso, Majid giurò sul Sacro Corano che una principessa non picchia mai nessuno.Con le lacrime agli occhi, Suhra chiese: “Nessuno?”Majid sorridendo rispose: “Nessuno!”. Suhra era veramente molto brava in aritmetica. L’insegnante la lodava spesso, mentre rimproverava Majid, che si confondeva sempre.L’insegnante lo chiamava: “Testa di rapa”Lo chiamava così, anche quando apriva il registro. Nessuno aveva nulla da obiettare e così Majid rispondeva: “Presente..”.Una volta l’insegnante gli chiese: “Quanto fa uno più uno”. Ora è semplice e universalmente valido rispondere che uno più uno è uguale a due, ma Majid diede una risposta tale che l’insegnante cominciò a ridere. Tutta la classe fece lo stesso. La soluzione, che diede, divenne il suo nomignolo. Prima di rispondere, Majid aveva riflettuto nel modo seguente: “Quando due fiumi si incontrano,  fluiscono in un fiume più grande”. Per questo motivo, disse: “Qualcosa di più grande!”Tutti lo guardarono e cominciarono a ridere, ma Majid ancora non era convinto che uno più uno fosse uguale a due. Dopo quell’episodio, ogni volta che i suoi compagni lo vedevano, dicevano: “ Ecco qualcosa di più grande”Queste prese in giro facevano soffrire molto Majid. Ciò che aveva detto era la verità. Perché nessuno lo prendeva sul serio? Forse aveva torto. Forse era veramente una testa di rapa. Incapace di sopportare la sua tristezza, andò da sua madre e sua madre gli consigliò di pregare Allah: “Rabb al-Alamin non rifiuta la preghiera di nessuno”Il fervente cuore del bambino pregò il Signore dell’Universo: “O Signore fai che le mie somme siano giuste!”.Questa fu la sua prima preghiera. Giorno e notte la ripeteva, ma i suoi calcoli continuavano ad essere sbagliati. L’insegnante lo picchiava e lui non sapeva più che cosa fare. Andò da Suhra e le raccontò tutto. Dopo essere diventato “qualcosa di più grande”, Majid non aveva più parlato a Suhra. Quando lo guardava dal suo banco, Majid volgeva il viso dall’altra parte. Alla fine però Majid le parlò e lei sorrise e si sedette vicino a lui. Da quel giorno Majid cominciò a svolgere bene i calcoli aritmetici.