Letteratura indiana

LA LUCE BLU DI VAIKOM MUHAMMAD BASHEER PARTE TERZA


 Passarono in questo modo notti e giorni. Le notti in cui ero stanco di scrivere, ascoltavo i miei dischi. Prima di porre un disco sul grammofono annunciavo il nome di cantante e quello della canzone. “La prossima canzone è di Pankaj Mullick. E’ una canzone triste che evoca il ricordo di giorni ormai andati. Ascoltala bene. Oppure dicevo: “ La prossima canzone è di Bing Crosby, “In the moonlight” che significa.. Scusami dimenticavo che tu sei una ragazza colta..Trascorsero in questo modo due mesi e mezzo. Nel cortile coltivai un giardino. Ogni volta che sbocciavano i fiori, dicevo che erano per Bhargavi Kutty. In questo periodo scrissi un breve romanzo. Molti dei miei amici vennero a trovarmi. Molti di loro trascorsero la notte in casa mia. Prima che andassero a riposare io scendevo al pian terreno e dicevo piano nelle tenebre: “Bhargavi Kutty, alcuni miei amici rimarranno qui questa notte. Per favore non strangolarli. Se accadesse qualcosa del genere, la polizia accuserebbe me. Per favore stai attenta… buona notte”.Di solito prima di uscire di casa dicevo: “Bhargavi Kutty per favore stai attenta alla casa. Se entra qualche ladro puoi strangolarlo, ma non lasciare il corpo qui. Lascia il cadavere almeno tre miglia lontano da questa casa! Altrimenti potremmo avere dei guai”.Di notte quando tornavo da un cinema dicevo: “Sono io!”Tutto questo accadde durante i primi mesi del mio soggiorno. Con il trascorrere dei mesi però cominciai a dimenticare Bhargavi. Non le parlavo più molto. Me ne ricordavo solo qualche volta.Dopo tutto dall’inizio del soggiorno dell’uomo sulla terra, innumerevoli esseri umani erano morti. I loro corpi sono diventati tutt’uno con la terra. Lo sappiamo tutti. Bhargavi sopravviveva come il ricordo di tutti loro ed io la ricordavo in questo modo. Poi una notte accadde qualcosa.Erano circa le dieci. Avevo cominciato a scrivere una storia dalle nove. Era una novella molto emozionante. Scrivevo furiosamente e pian piano mi accorsi che la luce stava diminuendo in intensità. Presi la lampada e la scossi: non c’era più un goccio di petrolio. Comunque pensavo di poter scrivere un’altra pagina. Ero completamente concentrato sulla storia, che stavo scrivendo. Che cosa si fa solitamente, quando la luce diventa fioca? Di solito si controlla se c’è ancora dell’olio, proprio come avevo fatto io. Poi ripresi a scrivere, ma la luce diventava sempre più fioca. Alzai di nuovo lo stoppino. Andai avanti così fino a quando la lampada divenne un oggetto brillante lungo quattro pollici e ampio mezzo pollice.Accesi una torcia elettrica e abbassai completamente lo stoppino della lanterna. Poi mi chiesi dove potevo prendere dell’altro petrolio. Mi ricordai che potevo andare in banca, perché i miei amici impiegati abitavano nello stesso stabile. Presi la torcia, una bottiglia vuota, chiusi la porta e uscì. Chiusi il cancello e camminai lungo la strada. La luna era seminascosta dalle nuvole. Il cielo era molto scuro. Camminai velocemente. Arrivai di fronte all’edificio della banca e chiamai uno degli impiegati. Uno di loro scese e aprì il cancello. Camminammo lungo il lato dell’edificio e ci arrampicammo lungo le scale. Tre di loro stavano giocando a carte. Quando dissi loro della lampada, uno di loro rise e mi chiese: “Perché non hai chiesto a Bhargavi di andare a prendere il petrolio?”Anche se risi, non dissi nulla. Mentre uno di loro era andato a prendere il petrolio, cominciò a piovere.Io dissi: “Ho anche bisogno di un ombrello”.“Lascia perdere l’ombrello.. non abbiamo nemmeno un’asticella.. Giochiamo a carte. Te ne andrai, quando smetterà di piovere.”Così iniziai a giocare a carte. Io e il mio compagno perdemmo tre mani, perché per qualche motivo non riuscivo a concentrarmi. Ero completamente assorbito dalla storia che stavo scrivendo. Quando smise di piovere era circa l’una di notte. Presi la torcia e la bottiglia di petrolio. Quando uscì dalla casa dei miei amici, non c’era nessuno. La strada era deserta e buia. M’incamminai, girai l’angolo e mi diressi verso casa mia. Alla luce della luna l’intero mondo mi sembrava fermo in muta meraviglia. Non so a che cosa pensassi. Forse non pensavo a nulla di particolare. Camminai lungo la strada deserta e silenziosa.Raggiunsi la casa, aprì il cancello ed entrai. Aprì la porta di casa ed entrai. Non avevo alcuna ragione di pensare che qualcosa al di fuori dall’ordinario stava succedendo al piano di sopra. Devo però confessare che il mio cuore era pieno di una strana tristezza. Avrei voluto piangere, anche se per me è sempre stato più difficile piangere che ridere……Salì al piano di sopra in questa condizione di spirito… una vista inusuale incontrò i miei occhi. Questo è quello che era accaduto. Quando avevo chiuso la porta, la lampada si era completamente spenta per mancanza di olio. La stanza era buia. Erano passate quasi tre ore. Ora però la stanza era illuminata. Lo potevo vedere da sotto la porta.. questa era la luce che i miei occhi videro e che il mio subconscio ha registrato. Però questo mistero non fu riconosciuto da me consciamente. Come sempre presi le chiavi. Poi puntai la torcia sulla toppa. Il pomello brillava come argento.. o è più corretto dire che il pomello sorrideva nella luce?Aprì la porta ed entrai. In quel momento vidi tutto. Compresi con un sussulto che cosa stava accadendo. Non avevo però paura, ero solo molto sorpreso. Sentì come un calore che mi attraversava e iniziai a sudare. La stanza intera e le sue bianche mura erano illuminate di una luce blu. La luce proveniva dalla lampada.. ero esterrefatto.Chi aveva acceso la lampada? Da dove veniva quella luce blu?.................