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I falsi frati, il monastero abbandonato e i banditi (racconto)


Il racconto della domenica : "I falso frati, i banditi e il monastero abbandonato" ****** Finita la prima guerra mondiale, molti reduci tornavano a casa spesso a piedi, laceri ed affamati, stanchi delle privazioni e delle fatiche e crudeltà della guerra. Un gruppetto di soldati italiani (un ufficiale, un sergente e 5 soldati), tornavano verso casa, camminando senza tregua e sfamandosi con qualsiasi cosa capitasse sotto i loro denti : una gallina, radici, mele e pere, arance, etc. etc. Arrivati al loro paese, l'amara realtà: era completamente disabitato. I compaesani tutti fuggiti, ivi comprese moglie e foidanzate dei soldati. "Che faremo?" Si domandarono? Non c'era anima viva. Poi si accorsero che sulla collinetta c'erano dei ruderi, i resti abbandonati di un antico convento. Salirono fin lassù. Arrivati in cima, videro i ruderi e pensarono di ricostruirlo con le loro mani; avrebbero abitato lì fino a che i compaesano non fossero tornati al villaggio. Un paio di mesi di lavori e il convento fu rimesso a nuovo. Il tetto riparato, le mura lesionate ripristinate, porte e finestre rimesse. Insomma, un ottimo lavoro. Ma, di quell'ottimo lavoro se ne accorsero anche i banditi che scorrazzavano in quei paraggi. I soldati (ormai ex) non sapevano come era stato distrutto il convento. Ve lo diremo noi. Un tempo quel convento era abitato da un gruppo di frati, confratelli di un ordine minore. Brava gente, dedita alla preghiera e a far del bene al popolo. Toglievano i bambini dalla strada e dalle brutte compagnie e aiutavano la gente del villaggio con consigli spirituali e opere materiali. Tale comportamento però dava fastidio ai briganti della zona, che una notte d'estate, si intrufolarono nel monastero, uccisero tutti i frati e prelevarono le modeste offerte che questi ultimi trattenevano per le loro necessità. Poi, incendiarono il convento e se ne andarono. Poterono fare tutto questo perchè era in corso la guerra e tutti gli uomini erano al fronte a combattere e al paese c'erano solo donne, vecchi e bambini. Gli abitanti del villaggio quindi se ne erano andati via in villaggi vicini e il villaggio era rimasto in mano a quella sorta di briganti. Intanto al convento, gli ex soldati si comprtavano da frati per non dare nell'occhio. Uno di loro (sarto) aveva confezionato degli abiti talari per ciascuno di loro. Chi lavorava il terreno, chi mungeva le capre per il latte, chi lavorava in cucina. Insomma si erano adattati al vivere campestre ed eremitico. Una notte, i briganti, volendo ripetere l'azione criminosa di un tempo, assalrono in convento di sorpresa, nell'intento di uccidere quesi frati (non sapevano che erano ex soldati). I falsi frati, però, non erano stupidi, e la notte uno di loro a turno montava di guardia, armato con le armi di guerra, guardingo e attento. E l'uomo di guardia si accorse del pericolo, avvisò gli altri, che uscirono dalle brande, lasciando i cuscini sotto le coperte, e si nascosero. I briganti forzando una porta, entrarono e conficcarono i loro pugnali nelle coperte che coprivano (a loro pensare) i frati, per ucciderli nel sonno. Ma con loro stupore si accorsero del trucco. I soldati uscirono allo scoperto e con i calci dei fucili, con i pugni e qualcun altro con un randello improvvisato, tempestarono di botte i briganti,che nonostante fossero numerosi, ebbero la peggio, e furono legati dopo essere stati pesantemente malmenati. L'indomani, caso vole che di passasse un drappello di Carabinieri a cavallo. Gli ex soldati consegnarono i briganti al capitano, che li avrebbe trasportati fino alla prima prigione più vicina e consegnati al giudice. In un lampo si sparse la voce, e gli abitanti del villaggio che erano scappati ritornarono in paese. Gli ex soldati li accolsero e dissero : "non abbiate paura, nessuno ormai vi farà del male". Tra loro anche donne e le ex fidanzate e mogli ei soldati. La pace era tornata al villaggio, le famiglie ricostituite e tornarono anche dei frati, veri frati, che andarono ad abitare il convento. Suonarono le campane a festa, e dal monastero risuonarono canti, preghiere e lodi. Gli ex soldati, riposero le armi in cantina, e non le avrebbero riprese più. FINE (BY SANVASS)