Creato da Honey983 il 12/01/2007
Pensieri, riflessioni, sogni, i momenti più dolci e amari della mia vita...
Sei libero dinanzi al sole del giorno, sei libero dinanzi alle stelle della notte; e sei libero quando non c'è sole, né luna, né stelle. Sei libero persino quando chiudi gli occhi su tutte le cose. Ma sei schiavo della persona che ami, perché l'ami, e sei schiavo della persona che ti ama, perché ti ama.

Kahlil Gibran

 

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Ho imparato

ho imparato...
che ignorare i fatti non cambia i fatti

ho imparato...
che quando vuoi vendicarti di qualcuno lasci solo che
quel qualcuno continui a farti del male

ho imparato...
che l'amore, non il tempo guarisce le ferite

ho imparato...
che il modo piu' facile per crescere come persona e‘
circondarmi di persone piu' intelligenti di me

ho imparato...
che ogni persona che conosci merita di essere salutata con un sorriso

ho imparato...
che quando serbi rancore e amarezza la felicita' va da un‘ altra parte

ho imparato...
che un sorriso e' un modo economico per migliorare il tuo aspetto

ho imparato...
che quando tuo figlio appena nato tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno
ti ha agganciato per la vita

ho imparato...
che tutti vogliono vivere in cima alla montagna ma tutta la felicita'
e la crescita avvengono mentre la scali

ho imparato...
che e' meglio dare consigli solo in due circostanze quando sono richiesti
e quando ne dipende la vita.
 
 
 

 

 

Il legame alle nostre origini

Post n°18 pubblicato il 18 Febbraio 2007 da Honey983
Foto di Honey983

In una delle varie giornate del corso di formazione per operatore di strada (termine che non indica lo spazzino ma bensì la figura dell’operatore/trice che ha il compito di occuparsi di aiutare i giovani e gli adulti soprattutto stranieri abbandonati, emarginati o che hanno subito un qualche tipo di violenza), durante una lezione specifica sul tema dell’immigrazione, ci hanno proposto di vedere un film del 2003,vincitore tra l’altro di un Premio Oscar nel 2005 come miglior film greco: un tocco di zenzero. Questo film è ambientato nella città di Istanbul durante la fine degli anni '50, città ricca di sapori e di gusti. Il cibo e la cucina sono il veicolo tramite il quale viene raccontato l’amore di una gente per la propria terra e per i propri valori. Il protagonista, Fanis, viene educato fin dal piccolo da suo nonno Vassilis, proprietario di un piccolo negozio di spezie. La filosofia di vita del nonno è legata all'amore e alla conoscenza delle spezie, dell'arte culinaria e dell'Astronomia, passioni che trasmette con trasporto al giovane Fanis. La famiglia di Fanis si trova nella difficile situazione di essere una famiglia greca di Costantinopoli, quando i rapporti tra Turchia e Grecia sono tutt’altro che buoni. Fanis da bambino trascorreva la gran parte del tempo a giocare con l'amata Saime nel negozio di spezie del nonno. All’inizio degli anni ’60 Fanis viene costretto a dover lasciare Istanbul insieme alla famiglia (tutta di origine greca a parte il nonno) ed a trasferirsi ad Atene, lasciando solo il nonno in Turchia. Da quel giorno la vita di Fanis ne viene segnata per sempre. Spera sempre di poter cucinare almeno una volta per il nonno e per la sua amica Saime, quando verranno a trovarlo. Un film evocativo, quasi una fiaba, che si evolve in un flusso di flashback, di immagini, colori, sapori e profumi. Un film che coinvolge i sensi, permeato di poesia, nostalgia e amore. I temi dell’emigrazione costretta, del legame con le nostre origini e del primo amore che non si scorda mai, emergono alla fine facendo riflettere e rendendo questo film molto piacevole e ricco di significati. Ognuno è strettamente legato alle proprie origini, alla propria cultura e alle proprie tradizioni, ma questi legami oggi giorno spesso vengono trascurati e dimenticati. Bisognerebbe invece cercare ogni tanto di rifletterci un po’ sopra, noi siamo quel che siamo anche grazie alle nostre origini..

 
 
 

FILM DA VEDERE

Post n°17 pubblicato il 14 Febbraio 2007 da Honey983
Foto di Honey983

Ci sono periodi in cui, decidendo una sera di andare al cinema, ci si ritrovi a non avere quasi scelta tra le proposte di film da vedere, capita di non trovare proiezioni di film che rispecchiano i nostri gusti. Spesso questi sono anche i periodi in cui non ci sono altre alternative in giro, oppure quando la voglia di trascorrere una bella sera cinema è molto forte. Negli ultimi anni mi sono accorto che si alternano in maniera quasi incomprensibile periodi di uscita di diversi film quasi capolavoro a periodi di uscita di film tutti davvero brutti. In questi ultimi 2 mesi c’è stata a riguardo una continua uscita di film a parer mio davvero belli, soprattutto film e commedie d’amore, il mio genere preferito, che spesso racchiudono anche profonde riflessioni di vita. C’è stato un vero e proprio boom di questi film.

A partire da “Un’ottima annata”, che è uscito lo scorso dicembre. Il primo amore non si scorda mai. Vale per il protagonista del film, Max (Russell Crowe), che da giovane aveva scoperto il piacere che possono offrire le labbra femminili. Max è lo squalo più cinico di tutta la city londinese, uno che non va in vacanza da chissà quanti anni per paura che qualcuno gli rubi il posto e che ripete continuamente ai suoi sottomessi il motto «vincere non è tutto... è l'unica cosa!».  Da una parte c’è la vita caotica e senza pause londinese, dall’altra c'è il fascino senza tempo delle colline di Provenza, dei suoi tramonti, dei suoi filari di viti e, naturalmente, delle sue donne «gelosissime ed esigentissime». Ad obbligarli al confronto ci pensa l'eredità di un vecchio e saggio zio: la villa, con annessi vigneti, dove lo squalo della finanza aveva passato spensierate estati d'adolescente. Se all'inizio l'eredità sembra solo l'occasione per un ulteriore guadagno, una piccola disavventura professionale e un insignificante incontro con la ristoratrice Fanny, contribuiranno a modificare vita e prospettive esistenziali di tutte le persone in gioco (che comprendono anche una figlia naturale dello zio arrivata da San Francisco e un vignaiolo che nasconde qualche segreto). Una favoletta aggiornata alle mode attuali, prima fra tutte il fascino per le cose semplici della vita, un tocco di romanticismo per incrinare almeno un po' la cappa di cinismo e di egoismo che sembra dominare questi anni. Forse troppo repentino il cambiamento di vita del protagonista, troppo bella la favola del primo amore che si ritrova quasi per caso, ma le favole alla fine servono per farci sognare.

Un altro film che mi è piaciuto particolarmente, uscito a gennaio, è “Step Up”. In questo film il protagonista, Tyler Gage, è un ribelle, spavaldo che, in seguito a un’irruzione notturna nella Maryland School of the Arts (scuola d’elite di arti dello spettacolo), viene condannato a un consistente numero di ore di rieducazione da trascorrere nell’Istituto. Qui incontra Nora, ballerina di danza proveniente da una famiglia privilegiata che ha puntato tutto sul saggio finale che potrà segnare in modo determinante il suo futuro. I due, pur provenendo da mondi diversi (o forse proprio per questo) provano un feeling immediato sia sul piano del sentimento sia su quello del ballo. Tyler, con la street dance in cui è abilissimo, conquista subito il cuore e le gambe di Nora. Tra di loro volano scintille che accendono una favola esilarante alimentata dall’hip-hop.  Da diversi anni, escono di tanto in tanto, film inerenti al tema della danza, un argomento che in alcuni casi consente di sfiorare quasi il musical. Da “Save the Last Dance”, a “Fame”, a “Honey” il ballo rispecchia nella sua magia un fascino unico, riuscendo a far riemergere la bellezza della creatività e del movimento artistico.

Infine un altro film sull’amore, “Manuale d’amore 2,  film che ha avuto un grande successo di pubblico, e che in poco tempo è subito salito a campione di incassi. Questo film ha diviso la critica che l’ha bocciato, ed il pubblico, che invece l’ha promosso. Il sequel, diviso in 4 episodi, dopo gli argomenti principali come l’innamoramento e la fine di un rapporto trattati nel primo episodio, esplora altri aspetti collaterali dell’amore ispirati anche all’attualità: i pacs, le nozze gay, la fecondazione assistita, l’amore tra due persone con differenza di età, la sessualità dei portatori di handicap. Il primo episodio, quello che sicuramente è il più divertente e che mi ha colpito maggiormente, affronta il tema dell’eros, dove protagonisti sono un ragazzo rimasto semi-paralizzato (Scamarcio) in seguito ad un brutto incidente frontale e la fisioterapista (interpretata dalla sempre più sensuale Monica bellocci) che lo segue e cura in ospedale: tra i 2 scoppia un’improvvisa e reciproca attrattiva erotica. Nel secondo episodio protagonista è una giovane coppia che non riesce ad avere figli ed è alle prese con la fecondazione assistita, con progressivo logoramento del rapporto. Nel terzo episodio emergono le difficoltà di due omosessuali che scontano i pregiudizi del nostro paese e che per questo vanno a sposarsi in Spagna.

Infine nell’ultimo episodio, anche questo divertente, protagonista è Carlo Verdone che interpreta un uomo di mezza età che evade da un matrimonio noioso grazie all’amore per una ragazza molto più giovane ed estremamente vitale, forse anche troppo per lui (un “classico” ormai diffuso in Italia).

Il film affronta gli argomenti trattati con semplicità a tratti, e profondità per alcuni argomenti d’attualità. Comunque resta un film comunque particolare, da andare a vedere, soprattutto perché ben descrive le complessità e i vari aspetti dell’amore dei giorni nostri: le riflessioni sull'amore, sui modi di esprimerlo, sui modi di viverlo, sui modi di tradirlo.

 
 
 

La laurea - 2° tempo

Post n°16 pubblicato il 11 Febbraio 2007 da Honey983

Una volta seduto, abbastanza sconsolato, con lo sguardo un pò imbronciato di chi ha appena affrontato qualcosa di insostenibile, cerco di ascoltare le discussioni delle altre tesi seguenti alla mia.. Non capisco se è per via del mio momento di confusione, ma tesi dopo tesi, ogni discussione mi sembra semplice e banale, tra la ragazza agitata che non fa altro che leggere parola per parola il testo delle sue slides, chi parla della comunità dove ha fatto il tirocinio, chi affronta il tema della deumanizzazione e chi parla dell'organizzazione del team di lavoro. Temi che passano quasi inosservati, temi ripetitivi nella nostra facoltà ed abbastanza noiosi, sembra di sentire una qualunque lezione quotidiana. Vedo tra l'altro che il fotografo, di solito sempre presente alle tesi, arriva solo a metà della 2^ discussione, e questo mi sconsola ancora di più, avrei voluto avere una foto ricordo della mia discussione.. Così trovo modo di chiedergli il motivo di questo, ma si giustifica dicendomi che il treno era in ritardo. Insomma non ne è andata giusta una. Non vedo l'ora di uscire dall'aula, anche perchè per fortuna ormai è finita. Quando la preside ci chiede di uscire è una liberazione. Fuori dall'aula chiedo ai miei amici di come è andata, tutti cercano di consolarmi, nonostante dentro di me io so di non aver dato il meglio di me e che non è andata bene come speravo. Intanto notiamo come in aula i docenti stiano litigando abbastanza animosamente, soprattutto si fa ben notare il mio relatore, quasi viola in faccia, che sembra attaccare gli altri professori. Sicuramente la mia tesi non è passata inosservata e sta destando un forte dibattito sui punti da assegnarmi. Per rallegrare l'atmosfera, chiamo il bidello e gli dico che lo stanno chiamando da dentro.. Lui entra nel vivo della discussione, mentre da fuori divertiti vediamo le facce dei professori che lo guardano male e lo rispediscono subito fuori. Il bidello esce e viene da me tutto nervoso e imbarazzato, ma alla fine ci ridiamo su. Almeno una nota simpatica tra tutto. Dopo 15 minuti finalmente ci fanno rientrare per la proclamazione. Mio fratello entra per primo, per giunta dalla porta da dove dovevamo entrare solo noi laureandi, ma non fanno in tempo a farlo tornare indietro. Saluta i docenti con il suo solito spiglio comico e buffo "ciao ciao"... Lo guardano divertiti. La preside mi chiama e dopo il lungo discorso di proclamazione, ecco il voto finale: 97. Non me l'aspettavo proprio, l'unica nota felice di tutta questa situazione. Una volta fuori, mi arrivano i complimenti di tutti, e gli abbracci di diverse mie amiche della facoltà che erano intanto arrivate e che mi stavano aspettando davanti all'aula, sotto lo sguardo un pò geloso della mia ragazza. E da tutti arriva quell'esclamazione.. DOTTORE... Un obiettivo importante l'ho raggiunto, mi sono laureato in corso, superando ogni tipo di avversità che in questi 3 anni mi si è presentata. Questo giorno resterà ad ogni modo un giorno importante della mia vita.
   

 
 
 

La laurea... 1° tempo

Post n°15 pubblicato il 08 Febbraio 2007 da Honey983


Quanto tempo ci vuole per raggiungere un obiettivo, un grande obiettivo della propria vita? A volte forse ci vuole una vita intera per ottenere qualcosa a cui si tiene, per raggiungere la vetta dei propri desideri. Negli ultimi anni ho pensato più volte che il mio primo vero obiettivo della mia vita doveva essere quello di laurearmi, di avere in mano quel che oggi forse non è altro che un misero pezzo di pergamena, quel titolo che mi potesse identificare, darmi un pò di valore, una possibilità in più per trovare un lavoro.

Non dimenticherò mai la giornata di ieri. In 3 anni ho sempre immaginato questo giorno, fantasticando su come avrei vissuto un'occasione così formale ma anche molto emozionante. 4 anni fa mi ero ritrovato insieme a mio padre alla laurea di mia sorella. Quel giorno era stata la prima volta che avevo messo piede dentro una università.
Quel giorno ero forse anche più teso e agitato io piuttosto che mia sorella. E quel giorno pensavo che mai ce l'avrei fatta ad affrontare una situazione del genere.
 

Nonostante siano passati ben 4 anni, la mia ansia e paura di dover parlare in pubblico, davanti ad una commissione, ma soprattutto davanti ad altra gente e con un microfono in mano in aggiunta, non è diminuita, anzi.

Per tutta la notte non sono riuscito a prendere sonno. Nella mia testa scorrevano in serie le parole del discorso che ormai da 2 giorni mi ripetevo di continuo. Nel mezzo poi, come dei flash improvvisi, vedevo l'immagine di me davanti alla commissione, la foto della proclamazione, degli applausi, di tutti i miei amici lì dietro di me che esultavano
festanti per me. Un'immagine perfetta di come poteva andare, fin troppo perfetta. La cosa era preoccupante. Di solito cerco di partire prevenuto in tutto, penso in negativo, così al massimo se poi le cose vanno bene la soddisfazione è maggiore. E' questo uno dei miei principali ideali di vita, bisogna sempre partire dal basso, per
arrivare in alto. Quella immagine troppo perfetta ero sicuro che sarebbe rimasta conservata solo nella mia fantasia. E' tutta una questione di scaramanzia.

Ore 7.30. Mi alzo dal letto, mi lavo e mi vesto. Jeans, camicia a righe e giacca nera. Un misto tra eleganza e casual, per andare sul sicuro. Mi ricordo che ero vestito più elegante alla festa di laurea della mia migliore amica 2 anni fa, in quel periodo ero abituato ad indossare il vestito completo per qualunque occasione un pò formale.

Ora 8. La mia ragazza mi invia un sms che è già davanti alla facoltà. Io intanto preparo tutto quello che devo portarmi, la macchina foto, le bottiglie di spumante e i dolci, il cd con la presentazione della tesi e le pagine del discorso.. fondamentali. Mia madre come al suo solito mi prepara una camomilla, nonostante sappia che tanto su di me non fa nessun effetto se non quello di riempirmi lo stomaco di acqua.. Saluto tutti e parto. Alle 8.30 arrivo in facoltà. E' vuota praticamente, ci sono solo i tecnici e gli assistenti che stanno preparando le aule, ma non vi è ancora nessuno, c'è solo la mia ragazza, che abbraccio al volo. La tensione nel frattempo è iniziata già a salire. Per fortuna che c'è lei... Passiamo mezz'ora a girare per i corridoi della facoltà, giusto per far passare il tempo. Alle 9 arriva in calca la gente. Genitori, parenti, amici di coloro che si devono laureare quella mattina. Ci hanno diviso in 3 gruppi da 5, sono il primo del secondo gruppo, quindi quasi in mezzo. Iniziano a discutere la tesi quelli del primo gruppo, tra cui vi sono anche una mia amica e un mio amico. Nel frattempo compaiono i miei amici, uno dopo l'altro. Sono agitato e in ansia, ma anche molto felice di vedere finalmente quasi tutti i miei amici insieme (è un'impresa!). Alle 10 finiscono quelli del primo gruppo. Proprio mentre arrivano anche mio padre, le mie sorelle e mio fratello. Tutti attorno a me, quasi tutte le persone a cui tengo di più. La mia ragazza accanto a me, mi tiene la giacca e cerca di tranquillizzarmi. Ma in poco tempo mi rendo conto di aver un vuoto, mi sembra di non ricordarmi più niente. So che questo succede quando l'ansia va a mille, però mi inizio a preoccupare. Certo fare un flop e scena muta il giorno della laurea sarebbe un disastro. Provo a dare una riletta veloce al discorso, ma i miei amici mi fregano i fogli di mano, non posso che assecondarli, d'altronde rileggere ormai mi aumenterebbe di più l'ansia. Dopo qualche minuto il mitico bidello, soprannominato da me Smigol in questi 3 anni (è uguale a lui!), mezzo gobbo e testa pelata (che strofino per portafortuna) ci chiama all'ingresso. Sono l'unico maschio del gruppo.. Nel mezzo di tutto il casino di gente intanto vedo sbucare dal fondo del corridoio Elisa e la nostra amica Manu, una delle mie migliori amiche. Mi vengono subito vicino per darmi l'in bocca al lupo, e abbraccio la mia amica con forza. Mi trasmette sempre una grande energia. E' arrivato il momento... Entriamo e subito mi siedo sulla sedia posta sul danzale davanti alla cattedra della commissione. Per un attimo la paragono alla sedia elettrica, l'ambiente non è dei più confortevoli. La preside subito mi saluta (è stata la mia coordinatrice del tirocio "finalmente ci siamo Andrea..") mentre il mio relatore, senza neanche farmi finire di sistemarmi incomincia a parlare.. Come da previsioni vuole farmi incasinare. Presenta la mia tesi, alludendo all'idea che avevamo in mente quando abbiamo deciso il titolo della tesi. In realtà fa allusioni distorte, cita "Cristo si è fermato ad Eboli" e la magia descritta da Mauss (non so se si scrive così), opere di cui invece in realtà non avevamo mai parlato. E il tutto non fa altro che aumentare la mia tensione. Tanto più quando arriva lì dove voleva arrivare.. "Ho poi un rimprovero da fargli, ma intanto facciamolo iniziare.." mi verrebbe quasi da dirgli grazie..

Prendo il microfono in mano e col mouse apro la presentazione in Power Point. In quel momento mi sento gli occhi di tutti addosso, davanti a me la commissione, dietro tutta la gente. Con un tono teso e quasi tremante cerco di mettere insieme le parole del mio discorso, ma a tratti sono abbastanza impacciato. Muovo il microfono da ogni parte, come fosse un giocattolo, e subito me lo fanno notare (guarda che costa...). Odio i microfoni! Nonostante tutto riesco a portare avanti la mia argomentazione: l'introduzione sul pensiero magico, la scaramanzia, la superstizione, i maghi... Fino ad arrivare a parlare di tarocchi e di psicomagia. Al che cerco di non incrociare lo sguardo di alcuni professori (quelli che ho soprannominato gli scienzati, che per sfiga mi sono capitati in commissione e che sono assolutamente contrari a qualunque tema attinente alla magia), ma nonostante ciò noto con imbarazzo che mi stanno guardando quasi con sdegno e criticità.. Verso la fine del mio discorso vengo poi interrotto dalla preside, che mi chiede di passare alle conclusioni. Per concludere in bellezza butto lì le mie 2 provocazione: la prima per il fatto che la scienza secondo me generalizza troppo riguardo ai maghi, e la seconda, ancora più forte, perchè mi arrischio a fare un paragone tra la psicomagia e la psicoanalisi. La preside chiede ai professori se hanno domande da pormi, i quali con facce sconcertate, si limitano a dire "ne avremmo parecchie, ma sorvoliamo che è meglio.." E così lascio al relatore la parte finale, l'attacco perchè secondo lui la mia tesi argomentava poco
la magia (e per fortuna), di sicuro penso che se andavo ancora più nello specifico mi avrebbero appeso al rogo. Mi alzo e mi siedo vicino agli altri laureandi, piuttosto sconsolato e deluso... continua...

 
 
 

Quando il risveglio non è il massimo..

Post n°14 pubblicato il 30 Gennaio 2007 da Honey983


quando ti svegli all'improvviso, ti giri verso la sveglia sperando che siano almeno le 8, mentre sono solo le 5...

quando questa cosa ti succede da diversi giorni, pensando che invece potresti dormire tutto il tempo che vuoi e che oltretutto è l'ultima mattina che puoi svegliarti tardi, perchè da domani nuovi impegni te lo impediranno...

quando provi a riaddormentarti, ma i pensieri ormai hanno preso il sopravvento...

quando inizi a pensare al giorno della discussione della tesi ormai vicino, al relatore della tesi che ieri ti ha detto che non vede l'ora che sia quel giorno per attaccarti davanti a tutti perchè la tua tesi è contraria alle sue idee, quando sai che quel giorno ci saranno tante persone a vederti, tutte le persone a te più care...

quando sono le 8 e ti accorgi che stranamente la tua ragazza non ti ha ancora mandato il consueto sms di buongiorno...

quando poi sono le 8.30 e ti ritorna inesorabile il ricordo di un anno fa, di quella mattina del 30 gennaio quando solo per un miracolo sei scampato vivo ad un incidente frontale spaventoso..

quando sono le 9 e senti un gran fracasso dal parcheggio e ti accorgi che tuo zio ti sta smontando il cofano dell'auto rotto, senza chiedertelo, ma soprattutto senza possibilità di aggiustarlo, perchè è da cambiare...

quando sono le 10 e mentre continui a pensare a qualsiasi cosa, arriva tua mamma che ti chiede di aiutarla ad andare a recuperare il gatto, che è finito nel giardino nei vicini e non riesce a tornare...

pensando che forse questa giornata non è incominciata proprio bene, mi rinfilo sotto le coperte e cerco di rimettermi a dormire, sperando che almeno nel mondo dei sogni le cose vadano un pò meglio...

 
 
 
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