Creato da sandro.angotti il 25/07/2008
blog delle fattorie sociali calabresi
 

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La nascita dell'idea  

Post n°1 pubblicato il 25 Luglio 2008 da sandro.angotti

Il Progetto "Benessere in Fattoria" è stato ideato dopo un lungo lavoro svolto con i ragazzi frequentanti i Centri Diurni di Riabilitazione Psicosociale delle provincie di Catanzaro e Cosenza nei quali sono stati attivati i progetti work experience (inserimento lavorativo) per l'anno 2007/08. 

 
 
 

Finalità

Post n°2 pubblicato il 28 Luglio 2008 da sandro.angotti

Il progetto è una risposta alle esigenze riabilitative  espresse dai CSM e dai CD , ha la funzione primaria di produrre beni e servizi a fini riabilitativi, formativi, di integrazione e creare opportunità lavorative “protette”.

Da ormai un decennio, infatti, l’agricoltura è stata chiamata a ricoprire un ruolo multifunzionale all’interno della nostra società.

La rete, creatasi per la realizzazione del progetto ha lavorato in sinergia profondendo, ognuno per la sua competenza, risorse strumenti e professionalità finalizzate alla realizzazione del progetto in oggetto.

Il progetto «Benessere in Fattoria” è un modello di integrazione socio-sanitaria tra settore pubblico e settore privato con l’obiettivo di favorire i processi d’inclusione socio-lavorativa dei soggetti socialmente emarginati attraverso la promozione di un Patto per la salute, da stabilirsi tra sindaci, ASP e settori dell’imprenditoria rurale della zona. finalizzato a costruire una «rete» per l’inserimento lavorativo in agricoltura di persone con svantaggio socio-sanitario (handicappati psichici).

Il progetto permetterà di sperimentare localmente un nuovo modello d’integrazione socio-sanitaria tra settore pubblico e settore privato per il recupero terapeutico e riabilitativo di soggetti altrimenti curati esclusivamente  all’interno dei centri tradizionali.

Già in questa prima fase è stato attivato un intenso rapporto non solo tra  gli operatori del servizio sociale e gli operatori sanitari del servizio di salute mentale della ASP di Cosenza e Catanzaro ma anche con altre realtà, quali le famiglie delle persone con disagio psico-fisico che hanno particolarmente apprezzato per loro e per i loro congiunti l’iniziativa.

.

Le attività previste sono relative all’autonomia domestica e sociale, alla partecipazione territoriale, al perseguimento degli interessi dei singoli in

un contesto di gruppo di appartenenza, attraverso una organizzazione del tempo che garantisca una qualità di vita la migliore possibile, sia nel campo occupazionale/lavorativo che in quello sociale e relazionale, oltre che ludico e di tempo libero.

Soluzioni più favorevoli rispetto a quelle offerte dall’istituzionalizzazione.

Il territorio di competenza delle due ASP è particolarmente esteso.

Tra gli obiettivi specifici:

·  promuovere reti locali intersistemiche (sociali, sanitarie, formative e del lavoro), che mettano in comune strategie, risorse e metodologie di lavoro,

·  al fine di favorire percorsi individualizzati di inserimento lavorativo;

·  promuovere l’acquisizione di competenze da parte dei soggetti destinatari del Progetto, in un’ottica di empowerment, attraverso la realizzazione

·  di percorsi formativi, di inserimento lavorativo e di accompagnamento all’avvio di impresa;

·  promuovere la partecipazione attiva del mondo imprenditoriale, quale ulteriore attore dei processi di sviluppo produttivo e sociale del territorio.

 

Le azioni previste:

·  Promozione della rete locale intersistemica.

·  Ampliamento e consolidamento della rete;

·  pubblicizzazione dei contenuti del Progetto presso gli attori locali;

·  attivazione di contatti informali:

·  individuazione di realtà produttive presenti sul territorio;

·  adesione formale dei partners del progetto;

·  costruzione e realizzazione di percorsi di orientamento, formazione ed inserimento al lavoro.

 Tutto ciò verrà realizzato attraverso attività di rilevazione e monitoraggio dei fabbisogni formativi ed occupazionali, attività di accoglienza degli utenti, attivazione di percorsi di orientamento, articolazione ed avvio di percorsi di formazione.

Il progetto ha la durata di 36 mesi, ciascuno della durata di 12 mesi, ed è rivolto a 36 utenti per un totale di 72 utenti.

Ogni ciclo sarà composto da 2 fasi: fase 1 di formazione (aula +stage) e fase 2 di inserimento lavorativo.

L’agricoltura sociale rappresenta, per il settore sociosanitario, una risposta efficace e finanziariamente «sostenibile» rispetto alle esigenze vecchie e nuove di protezione/coesione sociale della popolazione, anche in aree più «svantaggiate».

. Le attività agricole, oltre alla funzione di produrre beni alimentari, svolgono anche un ruolo di promozione di una vasta gamma di servizi.

La scelta dell’agricoltura come ambito di supporto a percorsi terapeutico-riabilitativo e per l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale non è casuale.

Le attività agricole presentano infatti alcune peculiarità particolarmente favorevoli allo scopo.

Tra le caratteristiche che rendono l'agricoltura un contesto potenzialmente inclusivo di soggetti fragili rientrano:

·  l’organizzazione dell’unità di produzione, che può essere estremamente duttile;

·  le modalità con cui può essere svolto un processo produttivo (lavoro in un ambiente aperto a contatto con la natura);

Rimettere al centro l’uomo significa dare a chiunque un senso di responsabilità. Questo aspetto è forse l’elemento di partenza fondamentale per la costruzione di una propria autostima che è alla base di qualsiasi percorso di inserimento.

La funzione sociale ovvero la capacità di offrire servizi di carattere sociale alla collettività è ormai riconosciuta da tutti.

La Fattoria è il luogo più appropriato per l’inserimento di persone in difficoltà che hanno bisogno di una poliedricità di obiettivi e dar spazio alle loro esigenze di espressione. Infatti alla propria necessità di espressione e di affermazione, risponde una organizzazione versatile che deve dare diverse risposte e non un solo prodotto finito.

Non si fa assistenzialismo dequalificante e tutto questo crea delle straordinarie motivazioni per chi è coinvolto, la produzione ha un senso e non è fine a se stessa;

Il contatto con la realtà territoriale rende la fattoria un luogo aperto alla società e facilita l’incontro dei diversamente abili con il resto della  comunità. La fattoria  è quindi un luogo aperto per definizione, l’incontro fra il consumatore e il produttore è elemento fondamentale di questa strategia; le fasce deboli presenti in fattoria sono quindi nello stesso tempo in un ambiente «protetto», ma anche nel pieno di un crocevia di relazioni con il mondo esterno che stimola l’integrazione e la valorizzazione delle proprie capacità.

L’agricoltura deve entrare in relazione con i servizi sociali, deve essere riconosciuto questo ruolo e valorizzato in un quadro generale di riforma del sistema del welfare locale. Significa rimettere anche in discussione il rapporto fra ambiente rurale ed urbano, ri-valorizzare l’ambiente rurale come elemento qualificante del tessuto sociale cittadino, come luogo di integrazione e fornitore di servizi a tutta la collettività.

Il ruolo dell’agricoltura nella riforma del welfare per un allargamento delle prestazioni ed un suo miglioramento qualitativo. L’ambiente delle aziende fa coesione sociale e non esclusione: è la base per costruire un welfare di prossimità.

A questo proposito la finalità dell’agricoltura sociale consiste nel promuovere forme di terapia, di riabilitazione e di integrazione lavorativa di soggetti svantaggiati: ci si riferisce ad un variegato insieme di attività rivolte a persone con problemi di varia natura che trovano in un’attività agricola a diversi livelli di organizzazione un luogo vocato al recupero ed al reinserimento sociale e lavorativo.

Una iniziativa  che può concorrere a definire nuove politiche di welfare locale,  in presenza della crisi del modello di welfare centrale.

Il sistema locale, oggi più di ieri, è chiamato a ricercare i percorsi più praticabili per assicurare, allo stesso tempo, una vita sociale ed economica capace di rispondere alle aspettative e ai diritti acquisiti dai propri abitanti.

Le motivazioni

Per soggetti svantaggiati l’agricoltura costituisce un contesto più favorevole al recupero terapeutico e all’inserimento lavorativo.

Le ragioni sono molteplici: maggiore flessibilità dell’organizzazione del lavoro, sia in termini di orario che di mansioni; attività che variano anche con il variare della giornata e delle stagioni; rapporto con la natura e ambienti di lavoro aperti e meno costrittivi.

Ma ciò che emerge con grande chiarezza, è la valenza «terapeutica inclusiva» del rapporto con la vita che l’agricoltura consente: dal seme alla pianta, al frutto; dalla fecondazione alla nascita, cura e crescita degli animali.

Attività queste che, secondo esperienze consolidate, consentono di impiegare le persone in un contesto più confacente alle diverse attitudini e abilità di ciascuno. Inoltre questo tipo di riabilitazione prelude alla diminuzione delle giornate di degenza ospedaliera permettendo, nel tempo, l’apertura e l’autogestione della fattoria sociale, con il conseguente contenimento della spesa psichiatrica.

L’agricoltura è fatta di mansioni semplici e concrete.

I risultati si vedono e sono tangibili, si sta a contatto con la natura e la diversità delle attività aiuta a trovare in ogni soggetto le proprie capacità e a svilupparle, aumentando

l’autostima personale. I punti di forza dell’attività sociale in ambito agricolo rimandano all’idea di un lavoro svolto all’aperto con fatica e sforzo fisico che aiuta a concentrare l’attenzione delle persone che hanno avuto problemi di devianza sociale su cose concrete. In una parola possiamo parlare di “agriterapia”.

La possibilità di svolgere attività lavorative in agricoltura rappresenta una condizione altamente stimolante per il reinserimento sociale di persone  con disagio.

 

 

 
 
 

Novità

Post n°3 pubblicato il 05 Agosto 2008 da sandro.angotti

“Descrizione fasi di attuazione progettuale ”

Al via il progetto “potenzialmente più innovativo e coraggioso del territorio”. Tante aziende agricole coinvolte, che impiegheranno in tutte le loro attività 36 persone  (per provincia) con disabilità psichica, accompagnati dai tutor 

Cosenza e Catanzaro –

Al via per la fine di settembre la fase sperimentale del progetto “Benessere in Fattoria”, promosso dalle Cooperative L’Incontro per CS e L’Arco per CZ, approvato dall’ assessorato alle Politiche Sociali, della Regione Calabria, in collaborazione con i Dipartimenti di Salute Mentale dell’Asp di Cosenza e Catanzaro.

Coinvolgerà molte aziende limitrofe a Cosenza e Catanzaro in percorsi riabilitativi e di inserimento lavorativo a favore di un totale di 72 persone  con disabilità psichica. E’ l’iniziativa “potenzialmente più innovativa e coraggiosa del territorio”,

Le 72 persone saranno impiegate all’interno delle aziende delle due province e parteciperanno alle attività di raccolta nei campi, pulizia, coltivazione e cura dei prodotti.

A seguirli, , saranno dei tutor che li accompagneranno all’interno dell’azienda mostrando la attività che saranno successivamente chiamati a svolgere in prima persona.


 “Attraverso questo progetto puntiamo all’inserimento lavorativo di soggetti diversamente abili Si tratta di un progetto pilota grazie al quale in un certo senso si intende ridare vita a diverse persone. Ma è anche un

Progetto che vuole responsabilizzare la società e gli amministratori nei confronti di una problematica complessa qual è quella delle malattie mentali che, insieme ai malati, vedono sempre più spesso lasciate sole anche le loro famiglie. Questo progetto, dunque, intende intervenire nell’area del disagio mentale, un’area che oggi risulta essere, come detto, dimenticata”.

Descrizione fasi di attuazione progettuale Per l’ASP di Cosenza

Il finanziamento di € 180.000,00 (per provincia) è relativo alla prima annualità del progetto.

In attesa che la Fattoria Sociale in provincia di Cosenza (zona bivio luzzi) venga edificata e quindi possa accogliere i beneficiari dell’iniziativa, si procederà ad un inserimento sociolavorativo a fini riabilitativi dei beneficiari nelle aziende limitrofe al territorio della media valle del Crati.

La cooperativa soggetto promotore  ha da tempo attivato dei contatti con il Gal della media valle del Crati e con la Coldiretti.

Per la precisione ha intrattenuto rapporti e scambi con il dott.re Pietro Tarasi Direttore e il dott.re Paolo Onofrio Responsabile provinciale proponendo modelli di convenzione da attivare con le aziende.

I primi di settembre è stata fissata una riunione nella sala consiliare del comune di Luzzi e alla presenza del Sindaco, dei dirigenti della Col diretti e del responsabile referente del progetto saranno ufficialmente individuate le aziende che verranno coinvolte nelle attività progettuali.

Dopo un primo momento di seminario con lo scopo di disseminare l’iniziativa agli enti e inaugurare ufficialmente le attività, si partirà con una fase di formazione in aula che vedrà coinvolti i disabili. Immediatamente a seguire gli stessi verranno inseriti nelle aziende del territorio che si trasformeranno, per loro, in fattorie didattiche.

I soggetti beneficiari verranno selezionati dai CSM e poi abbinati, a seconda delle loro abilità alle aziende………

Durante tutto il periodo di formazione verranno affiancati da tutor scelti dalla cooperativa e dai CSM, in seguito, nel  periodo di inserimento in azienda, al tutor voluto dai soggetti promotori, si affiancherà un tutor aziendale, che li seguirà e affiancherà quotidianamente nelle attività.

Il tempo relativo al seminario, alla formazione in aula e all’abbinamento tra aziende e disabili, durerà circa quattro mesi.

Si prevede un inserimento in azienda dei disabili per il mese di gennaio 2009.

Per tutto il periodo che i disabili trascorreranno in azienda ai fini riabilitativi di inserimento socio-lavorativo relazioneremo sull’andamento dell’iniziativa in modo congiunto agli psichiatri e psicologi dei CSM di riferimento.

Ci auguriamo che entro la fine del 2009 la struttura sia completata per dare un seguito alla riabilitazione e promuovere i disabili formati quali soggetti ospitanti dell’inserimento di 36 nuovi soggetti in fase di riabilitazione.

La richiesta del contributo regionale per avviare la seconda fase del progetto sarà inoltrata entro la fina dell’anno 2008.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

vivere...anche per gli altri

Post n°4 pubblicato il 05 Settembre 2008 da lavitaebella1980
Foto di sandro.angotti

E' bello scoprire come in questo mondo di merda, c'è ancora qualcuno che crede nei valori della vita e negli interessi degli altri. E' un bellissimo progetto e con tanto lavoro e sacrifici. In bocca al lupo!!!

 
 
 

BUONA BEFANA

Post n°5 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da dolcesheva

 
 
 

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Post n°6 pubblicato il 11 Febbraio 2009 da dolcesheva

 
 
 
 
 

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