Fa sorridere ora, pensare che la maggior parte della gente crede che per strapparlo, un sorriso, basti indossare un'esuberante, eccentrica maschera da clown.Ho smesso di vederla così.Ho smesso di vederla così dopo un percorso di contatto e sconvolgimento emotivo che facile non lo è stato per nulla. Al contrario, è stato destabilizzante. Devi smontarti pezzo dopo pezzo, prima di rimetterti insieme e sentirti non nuovo, ma un po' più Fragile, un po' più Te stesso ed accettare di farci pace.Lo capisci quando indossi dei buffissimi vestiti colorati che ti fanno sentire goffo e, già quando ti accorgi di non saper iniziare a ridere di te stesso, come dovresti, li devi coprire per metà con un camice bianco che lasci aperto quanto basta, perché quello scintillio risalti e non si perda. "In fondo - pensi - è l'allegria del colore, che conta"Lo capisci perché in quel momento ti senti estremamente fragile e tutta l'ironia del pagliaccio che vedi allo specchio, mentre ti impiastricci il volto, dentro di te non la senti più: hai il tuo di mondo, dentro, che ti sovrasta. Allora capita che ti ci senti quasi a disagio camminando per le corsie, così concio:" Con che faccia e quale coraggio apri quella porta con la presunzione di poter avere un volto allegro? Come te li senti gli occhi, quanto poco degni, quanto inadeguati, alzandoli sui loro sguardi persi?"Che in quei casi l'allegria che indossi più che una terapia, ti sembra quasi la beffarda silouette di un'Arma.Io ho smesso di vederla così.Ed ho capito, in quell'anno che per farlo, il pagliaccio, non serve una maschera:Quello che occorre è una calda dose di Umana, Calma ed Umile Sensibilità.[ E' da allora che nel cassetto, tengo sempre un piccolo naso rosso da clown ]
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Fa sorridere ora, pensare che la maggior parte della gente crede che per strapparlo, un sorriso, basti indossare un'esuberante, eccentrica maschera da clown.Ho smesso di vederla così.Ho smesso di vederla così dopo un percorso di contatto e sconvolgimento emotivo che facile non lo è stato per nulla. Al contrario, è stato destabilizzante. Devi smontarti pezzo dopo pezzo, prima di rimetterti insieme e sentirti non nuovo, ma un po' più Fragile, un po' più Te stesso ed accettare di farci pace.Lo capisci quando indossi dei buffissimi vestiti colorati che ti fanno sentire goffo e, già quando ti accorgi di non saper iniziare a ridere di te stesso, come dovresti, li devi coprire per metà con un camice bianco che lasci aperto quanto basta, perché quello scintillio risalti e non si perda. "In fondo - pensi - è l'allegria del colore, che conta"Lo capisci perché in quel momento ti senti estremamente fragile e tutta l'ironia del pagliaccio che vedi allo specchio, mentre ti impiastricci il volto, dentro di te non la senti più: hai il tuo di mondo, dentro, che ti sovrasta. Allora capita che ti ci senti quasi a disagio camminando per le corsie, così concio:" Con che faccia e quale coraggio apri quella porta con la presunzione di poter avere un volto allegro? Come te li senti gli occhi, quanto poco degni, quanto inadeguati, alzandoli sui loro sguardi persi?"Che in quei casi l'allegria che indossi più che una terapia, ti sembra quasi la beffarda silouette di un'Arma.Io ho smesso di vederla così.Ed ho capito, in quell'anno che per farlo, il pagliaccio, non serve una maschera:Quello che occorre è una calda dose di Umana, Calma ed Umile Sensibilità.[ E' da allora che nel cassetto, tengo sempre un piccolo naso rosso da clown ]