Hysteron Protèron

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<< Bisogna chiederselo, ogni tanto, Erica. Bisogna, cazzo: ma la vita è mia o è lei che sta vivendo me? >> insisteva Rachele e a me sembrava scema, completamente: ma si rendeva conto di che cosa stava succedendo? Si rendeva conto che rischiavamo tutti, lì dentro, da un momento all'altro, di dare la buonanotte al mondo, fine, ciao ciao?Sì.Se ne rendeva conto.<< Erica, senti. >> Ha alzato leggermente la faccia, come per guardarmi meglio. Cretina!, volevo urlarle. Dio mio. , metti giù quella testa! L'ha rimessa giù subito, per fortuna. E poi, tutto d'un fiato: << Da quando sei venuta a lavorare qui ogni sera io torno a casa e mi tocco pensando a te. Ecco, l'ho detto. Così, se adesso morirò, almeno morirò da persona che la sua vita la viveva davvero e non si faceva vivere. Io ti amo, Erica. Da un anno, dieci mesi e tre giorni. Ti amo. Ti desidero., ti sogno, ti penso continuamente, ti vorrei leccare tutta, vorrei farti venire, farti felice, portarti a ballare, farti il solletico. Adesso dammi la mano, ti prego. >>Gliel'ho data.O meglio: la mia mano si è data a quella di Rachele.Da sola.E' lì che è cominciato l'effetto sottovuoto, evidentemente, perché assolutamente non ricordo di essere stata io a farlo.A dargliela e stringerla fortissimo.[ Quattro etti d'amore, grazie; C. Gamberale ]