IL VOLO DI ICARO

Post N° 390


Sorrisi, ripensando a una barzelletta su un gladiatore che avevo visto in un vecchio film. Però non gliela raccontai, così forse lei credette che sorridessi per le sue parole. Si chinò su di me, appoggiando la testa sul petto. Io le sollevai una manciata di capelli, stavolta con più delicatezza, osservandone le punte strinate. Quindi scivolai con le mani sulla sua schiena, massaggiandogliela e pensando com'era strana tutta quella cura tra noi, adesso, dopo che avevamo veramente lottato come due gladiatori..Mi spostai appena, sfilandomi da dentro di lei. Gemette, ma rimase sopra di me."Stai cercando di dirmi che devo alzarmi, vestirmi e levare i tacchi?""no, Katia. No."Lanciai un'occhiata oltre la sua spalla e constatai che la porta non era chiusa a chiave. Allora ebbi una visione fugace di Giovanni che saliva per controllare se me n'ero già andato e sul letto, nell'appartamento teoricamente vuoto, rinveniva il mostro a due teste. Non me ne fregava niente.Lei sollevò il viso a fissarmi."Che c'è?""Niente. Abbiamo lasciato la porta aperta. Potrebbe entrare qualcuno.""Tu hai lasciato la porta aperta. E' casa tua."La baciai, rendendomi improvvisamente conto che era la prima volta che lo facevo da quando lei mi era venuta incontro. Altra cosa strana."Lo sai, Antonio?""Cosa?""Ci sai fare."Sorrisi e la ringraziai. In qualunque momento una donna scelga di giocarsi questa carta, sa che otterrà questa reazione."Dico sul serio."Per sottolineare il concetto, mi affondò le unghie nel torace. La strinsi a me con un braccio e ci girammo sul letto.Dovevo avere almeno 10 anni più di lei, ma la cosa non mi preoccupava. La baciai di nuovo, poi mi alzai e, raccolti i miei vestiti dal pavimento, andai alla porta per chiuderla.il mio cuore è morto ieri, ieri, tanto tempo fa. Vedi, quello che mi ha stupito di più il giorno dopo la sua scomparsa è che i palazzi fossero ancora lì, e fiancheggiare le strade piene di macchine che continuavano ad andare, e di pedoni che camminavano; tutti sembravano ignorare quello che era appena scomparso dal mio mondo. Io invece lo sapevo, a causa di quel vuoto che si era impresso sulla mia vita come su una pellicola confusa. Perché tutto a un tratto la città aveva smesso di fare rumore, come se in un attimo tutte le stelle fossero cadute o si fossero spente.