IL VOLO DI ICARO

Post N° 392


I venti non si sa mai quando arrivano, come arrivano. Sono improvvisi e inspiegabili come i moti del cuore. Un istante prima sei calmo, sei sereno ed ecco che ti senti addosso un’agitazione, una frenesia… i venti cambiano cose che eran lì immutate da sempre: spiagge, boschi, ghiacciai. Abbiamo anche noi forse i venti del cuore? Qualcosa che quando arriva è più forte di tutto e non vuole sentire ragioni? È così, pensa,i che si diventa pazzi? È cosi che appare di schianto una verita’ che non conoscevi e che non volevi conoscere?Lì. in mezzo a quel turbinio, a quel vocio, a quello strusciare angoscioso dell’aria sui muri, lo vidi. Il vento, quello che una volta nella vita entra nel cuore di un uomo e glie lo sconquassa. Fuori era tutto un ululato. E così nel cuore di quel bandito (o era un buono, non ricordavo) che voleva suicidarsi. La pistola mi aveva impressionato: chissà se avrei tirato o no il grilletto. Ma adesso capivo. C’era troppo vento in me perché lo tirassi. E un vento e come il libeccio: quando arriva non è mai per caso. Non è mai senza un perché….E poi quando il vento si attenua, si placa, ti guardi intorno e vedi che tutto è stato sconvolto, che tutto è mutato, irriconoscibile. L’albero pende spezzato, le pietre sono rotolate via, i vetri infranti, i vasi di fiori in cocci, la fontana zeppa di rami e di foglie.  Ti volgi intorno e c’è una luce mai vista, spettrale, come sei il mondo ricominciasse da lì e tutta quella rovina fosse stata necessaria. I venti dell’anima portano qualcosa come questa luce, ma prima devono trascinarti giù, più giù perché senza fine non c’è un inizio.Che straordinaria forza, continuo a pensare oggi, è quella di  trascinarmi gli affetti fino a perderli uno a uno,quanto più ce li hai nelle viscere e nel sangue. Che battaglia perduta e pur combattuta fino all’ultimo respiro contro un nemico che non si vede, che delirante segno di sé conoscersi e soffrirsi fino allo spasmo, sapendo di possedere un’immensa luce dentro di se che esce   a brani, a strappi a barlumi. Che straordinaria, incrollabile fede nella vita, questo andare incontro a Dio, alla fine, sorridendo così, perché si è stati più forti di tutte le gioie e di tutte le sventure, di tutti i misteri, di tutti gli odi e di tutti gli amori. Io sono un uomo:  altro non c’è, non contano né il viaggio né  gli incontri, non contano la tempesta e il sole, non contano i giorni, le ore; non conta nemmeno il senso delle cose, che brilla o si spegne. Io sono un uomo e basta: al di là e oltre, con o senza tutto questo.