IL VOLO DI ICARO

Quello ke ero, mi viene sempre sbattuto in faccia come se niente fosse, nessuno scappa al proprio passato


Ma che bella era l'alba quando io vivevo in una stanzaBevendo wisky e toccandole il culoE poi quando aprivo il frigorifero c'era l'arcobalenoMa per fortuna c'era ancora della birraDi quella irlandese che quando bevevo mi veniva il magoneE così mi trascinavo alla stazione a salutare quelli che partivano anche se non li conoscevo…..E poi dentro al bar a fare a botteA fracassare teste con le bottiglie rotteE poi ancora notti sbagliate e grandi mignotteCoi reggicalze slacciati e reggiseno rinforzatiE un giorno mi sono scoperto vecchio e sono partitoSenza fare rumore, come un volo radente di gabbianiCon le calze bucate e sei o sette stelle da toccare con le mani…Dio mio che tempesta di sospiri in quelle stanzette delle pensioniCuli bianchi e coralli, pollo fritto e un cinese che spiava dal buco della serraturaE lo fece per un mese, poi volò via come un aquilone nel cielo di Los AngelesE noi tutti li a guardarlo sparire con il naso insù…Cazzo, ho bevuto troppo per ricordarmi se quella volta c'eri anche tu…Io Charles, il poeta delle poesie sbagliate, delle rime fottute, delle ciglia truccate..Quello che ti cercava piangendo nei vagoni della metropolitana..Quello che ti amava e ti ha perduta, bastarda puttanaHo il cuore a pezzi bambina, portami una lattinaHo la gola secca e se non bevo la mia ordinaria folliaSputerà fuori un'altra poesia…