VOI MI ODIATE TUTTE E IO PER DISPETTO VI AMO TUTTE....
Angele Dei, qui custos es mei,
me tibi commìssum pietàte supèrna
illùmina, custodi, rege et guberna.
Amen
Perche' "tutte le parole scritte dagli uomini sono forsennato amore non corrisposto; sono un diario frettoloso e incerto che dobbiamo riempire di corsa, perche' tempo ce n'e' poco. Un immenso diario che teniamo per Dio, per non recarci a mani vuote all'appuntamento".
Il simbolo ha palesemente origine nella parte orientale dell'Impero romano, nella quale la lingua usata, e quindi l'alfabeto, era quella greca. Il simbolo si compone infatti di due grandi lettere sovrapposte, la 'X' e la 'P'. Corrispondono, rispettivamente, alla lettera greca 'χ' (che si legge kh, aspirata) e 'ρ' (che si legge r).
Queste due lettere rappresentano le iniziali della parola 'Χριστός' (Khristòs), che in greco significa "unto" e che fu l'appellativo di Gesù.
Ai lati di queste due lettere, se ne trovano altre due: una 'α' ed un 'ω', alfa ed omega, prima ed ultima lettera dell'alfabeto greco, usate come simbolo del principio e della fine.
La scelta si rifà all'Apocalisse di Giovanni (21,6):
Post n°374 pubblicato il 13 Luglio 2008 da icarus1981
Il leader della parte scura dietro una barba quasi nera diceva cose alla sua gente a voce bassa come sempre e ricordava cose antiche proibite ma pur sempre vive come il Martini con le olive. Dal millenovecentottanta anno di grazia e d'alleanza felice e immobile la gente viveva solo del presente. ma lui a quei pochi che riuniva come una nenia ripeteva quel suo programma che chiedeva Fosse permesso ricordare fosse permesso ricordare poi ricordò che era vietato nel mondo nuovo anche il passato.
Il leader della parte chiara con quella cicatrice amara sul mento a forma di radice gridava:"Abbasso questa pace". Coi pochi giovani insultava la polizia che costringeva soltanto ad essere felici ed abbatteva e rifaceva palazzi d'arte e di cultura e delle bibite e del niente sì, ma soltanto con la mente e all'occorenza le prendeva davanti ai giudici abiurava, ma appena uscito risognava fosse possibile cambiare fosse possibile sperare ma la speranza era un difetto nel mondo ormai così perfetto.
E il leader con la cicatrice credeva l'altro più felice e l'altro, quello con la barba, di lui diceva "È pieno d'erba". Si sospettavano a vicenda di fare solamente scena d'essere schiavi del sistema e l'uno l'altro beffeggiava e l'altro l'uno ricambiava pur descrivendo alla rinfusa due volti di una stessa accusa che era impossibile cambiare, tornare indietro, andare avanti avere voglia di sbagliare. Come ad esempio ricordare Come ad esempio ricordare questo ricordo era un difetto nel mondo ormai così perfetto né si poteva più cambiare né si poteva più sperare questa speranza era un difetto nel mondo ormai così perfetto.
E il leader della parte chiara pianse di rabbia quella sera seduto sopra la sua vita perduta come una partita ma il servofreno dentro il cuore che scatta al minimo segnale gli eliminò tutto il dolore. E il leader della parte scura contando i passi e la paura si avvicinò alle parti estreme dove correva un giorno il fiume ricostruendo da un declivio l'ultima chiesa, un vecchio bivio, l'acqua e l'amore che non c'era. Si sentì stanco in quel momento tolse la barba e sopra il mento, apparve a forma di radice quella sua vecchia cicatrice.