SHINING

SCHOPENHAUER


Schopenhauer e l'arte di essere felici.   
La saggezza di vita intesa come dottrina è un sinonimo di eudemonica. Essa dovrebbe insegnare a vivere il più felicemente possibile, e questo a due condizioni: non pretendere un atteggiamento stoico nè un agire machiavellico. Non la prima via (quella della rinuncia e della privazione), perchè la scienza deve regolarsi sull'uomo comune, che è troppo colmo di volontà ( troppo sensibile ) per cercare la sua felicità in questo modo. Non la seconda, il machiavellismo, cioè la massima di raggiungere la propria felicità a spese della felicità altrui, poichè proprio nel caso dell'uomo comune non si può dare per scontata la presenza della ragione necessaria a questo scopo nell'uomo comune. L'eudemonica occuperebbe dunque un ambito intermedio tra lo stoicismo e il machiavellismo, considerando questi due estremi come vie effettivamente pù brevi, ma ad essa negate, per giungere alla mèta; in  quanto essa insegna come si possa vivere il più felicemente possibile, senza grandi rinunce e grandi sforzi per vincere sè stessi, e senza considerare gli altri come semplici mezzi per i propri scopi. Al primo posto andrebbe il principio secondo cui una felicità compiuta e positiva è impossibile, mentre ciò che ci si deve aspettare è soltanto uno stato relativamente poco doloroso. Capire questo può contribuire molto a farci partecipi del benessere  che la vita concede. inoltre solo molto raramente i mezzi utili a tale  scopo sono in nostro potere ( tà mèn ef' emìn= ciò che dipende da noi ). L'eudemonica si suddividerebbe quindi in due parti:1) massime per il nostro comportamento verso noi stessi;2) massime per il nostro comportamento verso gli altri.Prima di stabilire tale suddivisione, bisognerebbe determinare con più precisione il fine, discutendo in cosa dovrebbe consistere la felicità umana definita come possibile e che cosa è essenziale per raggiungerla. In primo luogo la serenità d'animo, l'eucolìa, il temperamento felice, che determina la capacità di soffrire e di gioire. In secondo luogo la salute del corpo, che è strettamente legata al temperamento e ne è quindi la condizione imprescindibile. In terzo luogo la quiete dello spirito ( " Di molto, il primo elemento della felicità è l'essere saggio" Sofocle, Antigone ). In quarto luogo i beni esteriori, in misura assai limitata. Crediare possa bastare?