Ignazio PiLone

dal Corriere della Sera.it


Ieri sera siamo stati invitati a cena da un amico, Loris e mentre il Cocacolatore giocava con il cane e la sua Peugeot e mentre Pipino aizzava il feroce cane da guardia del vicino, abbiamo notato che nel giardino del nostro amico, ai lati del vialetto di accesso, erano posizionati i famigerati nanetti e la piccola biancaneve.Conta che ti riconta purtroppo i simpatici personaggetti compagni della ns. gioventù e di Biancaneve, erano solo sei e, al di là delle solite battute, ormai scontate, abbiamo immediatamente pensato alla gang che rapisce i nanetti dai giardini.Leggenda metropolitana o verità ? Ho cercato qualcosa sull'argomento ed ecco cosa ho trovato, tratto dal Corriere della Sera.it :Un grido nel mondo: liberate i nani da giardinoSi allarga il movimento per i diritti delle piccole statue di terracotta che ornano i giardini. Nata come un gioco, la vicenda è già finita nelle aule di giustizia di diversi paesi
«Signor presidente, lei non ha mai sentito nella notte le grida del nano da giardino che ha freddo? Tutto ruota attorno al problema dell'umanizzazione dei nani. Bisogna richiuderli in un giardino o lasciarli liberi nella foresta?» Così chiudeva la sua arringa l'avvocato francese Bruno Dubour, difensore di alcuni giovani accusati di aver «liberato» dei nani, rubandoli dai giardini privati nei quali si trovavano. Altra aula di tribunale, sempre in Francia. La signora Tascal mostra ai giudici un pacchetto di ricette mediche: calmanti e antidepressivi. Portano date successive alla sparizione dei suoi nani da giardino. «Solo due mi sono stati restituiti, e uno con il braccio rotto. Signor presidente, vorrei che sapesse che cosa si prova quando si esce di casa e non si vedono più i nani da giardino. E' così che mi sono ammalata».La lotta per la liberazione dei nani da giardino è iniziata come un gioco - circa cinque anni fa in Francia - ed è diventata una vicenda quasi seria in molti paesi del Mondo. Ci sono scuole di pensiero, movimenti, brigate e sette, spesso tra loro divise da questioni di fondo. Problemi ideali, di principo: c'è chi combatte per l'eliminazione fisica della specie, e chi invece si adopera per la sua emancipazione. Gli gnomi in terracotta scompaiono e riappaiono in seguito a imprese spesso spregiudicate e rischiose, che danno vita a un fenomeno sociale che più di una volta è finito nelle aule dei tribunali. A Sydney un centinaio di nani, prima trafugati, sono stati fissati con una colla potentissima sulle scalinate di una banca. Anche se è la Germania il paese più popolato, con oltre 27 milioni di nani sparsi sul territorio, è sicuramente la Francia la nazione dove la lotta «partigiana» ha attecchito maggiormente: 119 sono stati ritrovati dalla polizia in un bosco non lontano da Limonges, 123 nelle Charentes, verso la costa Atlantica, 36 vicino a Saint Etienne, sui bordi della Loira. E chissà quanti altri hanno preso definitivamente la via dei boschi e nessuno ha più ritrovato.Gli gnomi da giardino suscitano da sempre passioni forti. Difficile restare indifferenti: o si amano o si odiano e le «brigate nane» che sono sorte per passare dalla teoria alla prassi sono un miscuglio di goliardia, infantilismo, ecologia, suggestioni New Age e chissà cos'altro. Nel 1998, in Francia, si registrò anche un «suicidio di massa» nei pressi della cittadina di Briey. Undici nani furono trovati impiccati sotto a un ponte. Ai loro piedi c'era un biglietto: «Quando troverete queste poche parole noi non apparterremo più a questo vostro mondo egoistico, dove vi siamo serviti soltanto come superficiale decorazione». Stefano Rodivedi articolo originale