Ignazio PiLone

da Cuori allo Specchio: Ti pianto...


Ti pianto: non hai colto mille segnali d'amoreLa fidanzata di una vita mi ha lasciato. Ha detto: «O mi sposi o niente». Ma come fa una che mi ama a preferire il non stare insieme allo starci senza progetti? Dopo cinque anni!Ho preso tempo, ma lei mi ha detto che intendeva rompere col passato e che avrebbe accettato un lavoro all’estero. Mi è crollato il mondo, le ho urlato che se il problema era vivere insieme, ero disposto a soddisfarla. Ha detto che era troppo tardi, che il suo desiderio era che l’iniziativa partisse da me, non che fosse una reazione alla paura di perderla. Quel che aveva sempre voluto, adesso non lo voleva più. E non mi aveva detto cento volte che in una coppia i problemi bisogna saper affrontarli in due? Ora c’è il problema, ma io sono rimasto solo. Sto impazzendo, la cerco al telefono e scoppio a piangere. Dice di non chiamarla più perché sentirmi la fa soffrire. Quindi mi ama ancora. O no? E io sono qui, a pezzi, e senza nessuna voglia di ricominciare da solo. RispostaLa tua riscossa potrebbe partire da un cambio di occhiali. Finora hai guardato l’amore soltanto dal tuo punto di vista. Per te cinque anni di rapporto sono un buon motivo per lasciare le cose come stanno. Mentre la tua ragazza li considera un’ottima ragione per andare avanti: con te o senza. Ancora adesso mi sembra tu faccia fatica a metterti nei suoi panni, ad accettare che per tutto questo tempo lei abbia maturato certi pensieri, certi dolori e certe soluzioni in silenzio, senza farne oggetto di scenate. Eppure ti avrà mostrato mille segnali di insofferenza. Il fatto è che tu non li coglievi: stavi bene come stavi e ti rifiutavi di prendere in considerazione l’ipotesi che per lei potesse non essere la stessa cosa. Ma gli amori non stanno mai fermi, anche quando ti danno l’illusione di esserlo. E se non evolvono in un progetto, arretrano inesorabilmente verso la nevrosi. Ormai credo ci sia poco spazio per un recupero. Proprio perché la sua decisione non è frutto di uno scatto d’ira, una volta presa sarà difficile che possa essere cambiata. La sensibilità femminile si muove lungo percorsi insondabili da noi maschi. Da quel pochissimo che mi illudo di aver capito, la donna si apre all’amore in modo più incondizionato del nostro, ma solo finché crede fino in fondo nel rapporto. Se il suo istinto le dice che è finita, le si spegne proprio la luce degli occhi: e non c’è più niente da fare, neppure se la riempi di parole e di regali, neppure se la assecondi in quelle cose in cui prima la irritavi. Quel che a te sembra assurdo (adesso che sono disposto a darle quel che desidera, non lo vuole più) risponde invece a una logica tutta femminile basata sulla fiducia e sullo slancio emotivo. Quando una donna investe la sua vita in un uomo, lui può farle qualsiasi cosa e lei sopporterà eroica: rileggiti il testo di Grande grande grande di Mina. Ma appena viene meno la fiducia (come nei casi di tradimento) o la speranza di un rapporto felice, non esiste rimonta possibile per noi: la donna ci lascia. Ed è inutile rinfacciarle il tempo in cui proprio lei ci diceva «i problemi si affrontano in due». Perché quella che parlava così era un’altra lei. Una lei che pensava, viveva e respirava «in due». L’amore è un atto di fede. Se una donna smette di crederci, non c’è miracolo che la faccia tornare indietro. Il cuore di lei ha fatto uno scatto e per te è diventato una trappola. Fai uno scatto anche tu, ma nel modo di osservare la vita e coloro che la abitano accanto a te.