Il danno

Post N° 20


Il giorno dopo i postumi si facevano sentire in vari modi...mal di testa con annessi giramenti, sonno arretrato, voglia di chiudermi in una stanza buia a riposare per almeno tre ore. Invece nò, viaaaaa tutti in macchina verso il Lago per trascorrere la giornata all'aria aperta con i bambini.  Volevo morire...lo stomaco gridava vendetta mentre scartavo i panini e li distribuivo alla prole.Era una di quelle giornate di fine Giugno con il cielo blù e neanche una nuvoletta all'orizzonte. L'aria calda ma non afosa e il sole piacevole, che ti sfiora la pelle. Mi sdraiai in riva al Lago, i bambini giocavano, gli amici parlavano...io tentavo di dormicchiare e della telefonata fatta la notte prima, quasi non mi ricordavo più.Passarono cinque o sei settimane e arrivò il momento della partenza per le tanto agognate vacanze, tutti pronti si partiva per la destinazione di sempre...i ragazzi eccitatissimi e noi due felici di sentirli ridere e scherzare pensando al primo bagno nel mare. " Ahahahah ti affogo in un'attimo, lo sanno tutti che sei una schiappa a nuotare!" Disse il maggiore sapendo di terrorizzare la sorella. " Tanto papà è dalla mia parte, se provi a toccarmi vedrai cosa ti fa!"... Il piccolo già dormiva e lasciò scivolare il succhiotto dalla bocca. " Ragazzi dai cercate di riposare ,sennò quando arriviamo siete stravolti" dissi sapendo che era impossibile frenare la loro eccitazione. Dopo circa due ore dormivano tutti...e mio marito prendendomi la mano sorrise con aria soddisfatta; posai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi anch'io.In quelle occasioni, quando i problemi quotidiani erano alle spalle e la routine non poteva più interferire con gli stai d'animo, mi domandavo che cosa non andasse in me...che cosa mi spingesse a vivere una vita parallela se pur innocente...che cosa mi impediva di troncare una storia che in fondo non esisteva. Spesso ho cercato una spiegazione, perchè una spiegazione volevo, volevo risposte al mio comportamento, volevo capire perchè lui, prima o poi ricomparisse, indipendentemente da ciò che io facessi o dicessi. Poi allontanavo tutti i pensieri perchè si aggrovigliavano, come al solito, e il mio pensare diveniva confusione e ansia.E rimanevo con i miei interrogativi e le sole emozioni. Nulla...non mi mancava nulla. Apparentemente era così e me lo ripetevo continuamente, quasi volessi convincermi. E invece cedevo al pensiero di lui...al pensiero di come sarebbe stato. Perchè non era stato, non ancora ma lo volevo...e questo volere così intensamente...col rischio di rovinare tutto ciò che avevo, mi perseguitava, fino ad infastidirmi.Perchè non ha senso. E anche quando provavo a cercarlo e a voler trovare risposte al mio sapere, mi rendevo conto che l'unica soluzione che trovavo era che volevo percorrere quella strada, buia e in salita.Pensavo di aver già visto tutto...di conoscere ogni mio lato oscuro, ogni mia passione e perversione...ogni emozione e sussulto dell'anima.Invece nò...c'era molto altro da scoprire, de capire da arginare...La mia mente faceva viaggi assurdi......e a me...piaceva viaggiare.