Il danno

Post N° 27


Non risposi ma per i successivi due giorni scalpitai.I pensieri non avevano forma, ne ombra, ne peso, ne ordine...tutto un groviglio di colpe,voglie,paure e amarezza. Perchè avrei voluto vivere ciò che non potevo...perchè mi ripugnava l'idea di essere felice, ma di volere altro.Però che strana la vita. Alcune persone non conoscono l'amore in tutta la vita, e ad altre, una sola non basta per amare.Io avevo l'opportunità di vivere due amori ma non mi era concesso...forse solo un triste anacronismo che da tempo non mi permetteva di gioire, ne per l'uno e ne per l'altro amore.Prendere una decisione sembrava fosse un fatto che prescindesse dal mio volere.L'avevo anche fatto...ma i risultati erano stati ben diversi da ciò che mi ero imposta. Perchè la vita me lo metteva davanti ancora? Cercai di evitare il più possibile di sostare a lungo nella sala ristorante. Poi scappavo. Rimanevo a mangiare in qualche baita a mezzogiorno...anche se non sciavo per via del bimbo più piccolo da guardare. Una sera fecero una festa in Albergo...i ragazzi si divertirono nelle sale adibite per loro, gli animatori furono meravigliosi.Noi adulti eravamo in un grande salone con un camino spettacolare...sarà stato alto tre metri...il fuoco da solo, avrebbe illuminato tutta quella grande stanza. Saranno state le due, la gente iniziava a crollare. Avevamo conosciuto persone che andavano li da anni... mi divertivo, finalmente ero riuscita a non pensare...cantavo insieme agli altri, i miei amici insistevano perchè lo facessi ed io, lusingata lo feci di gusto." Che bella voce, ma tu canti benissimo..." Disse il gruppo di nuovi...non nascondo il piacere che provai nel sentire tutti quei complimenti. Cantare era la mia grande passione, per pochissimo non diventò una professione.Poi un'uomo sui cinquanta che mi faceva da "coro", si sbracciò gridando a qualcuno che passava...." Francescoooo!!! Dove vai non scappare dai! Unisciti a noi...dai prendi la chitarra e vieni quì !" Lui stava rientrando con un paio di colleghi...era tardi ma...rispose " Due minuti e siamo da voi!".L'alcol iniziava a farsi sentire...le donne ridevano forte, gli uomini ciondolavano...mio marito mi venne vicino e mi disse " Prendo i due piccoli e vado a letto, tu rimani non preoccuparti, lo sò che ti diverti." Mi baciò e salutando tutti con una battuta si congedò.Rimanemmo circa in dieci, le mie due amiche, altre tre donne con i mariti,e un paio di coppie sulla sessantina. Lo vidi scendere dalle scale con la chitarra in mano e dirigersi verso di noi. La persona che lo aveva poco prima chiamato, si alzò in piedi ed esclamò " Ohhh eccolo quà, vieni vieni siediti in mezzo a noi e facci sognare". Poi, rivolto a chi non lo conosceva disse "questo ragazzo ha un dono eccezzionale...suona meravigliosamente e canta pure bene, dai Francè facciamogli sentire due Napoletani doc come se la cavano!"Ero seduta ne divano difronte al suo...lui iniziò a suonare ed io non capii più niente.Non staccò gli occhi dai miei,ne io dai suoi...cantammo fino alle cinque... tra il compiacimento generale. Spaziammo da Battisti ai Beatles, fino alle intramontabili canzoni napoletane...Lui era instancabile...io fresca come una rosa!Qualcuno ci abbandonò...scusandosi e complimentandosi...altri chiusero gli occhi sui divani. Mio figlio maggiore mi venne vicino... " mamma vado a letto, tu che fai?"  "Inizia a salire tra dieci minuti arrivo."Ero catapultata ai miei vent'anni...se non ci fosse stata la neve fuori, avrei giurato di essere al mare, una di quelle sere d'estate in spiaggia a cantare intorno al falò.Cantammo l'ultima... Giulia, delle Vibrazioni...poi mi alzi. Salutai i cinque irriducibili e lui naturalmente. " Bè Franceso...grazie! E' stata una serata indimenticabile, che rivelazione, suoni benissimo!" dissi cercando di non tradire emozioni...la mia amica superstite mi scrutava da ore...Lui si alzò e allungando la mano disse " La sorpresa è stata mia...grazie a lei per questa serata "Gli strinsi la mano e  con mia sorpresa quando la staccai dalla sua, mi resi conto che mi aveva passato qualcosa. Chiusi automaticamente le dita e strinsi il pugno, mi voltai e raggiunsi l'ascensore. Quando fui dentro aprii la mano...una chiave con un piccolo biglietto dove c'era scritto " Quando vuoi "