Il danno

Post N° 28


Adesso, pensai mentre l'ascensore ancora non era arrivato al mio piano. Misi la chiave nel reggiseno ed entrai in camera mia. Dormivano. Per un'attimo fui tentata di andare a cercare quella stanza...ma fu solo un'attimo.Mi infilai nel letto e iniziai a vaneggiare.La mattina seguente, scendemmo tutti insieme a fare colazione. Lui mi sorrise dandomi il buon giorno, sorrisi anch'io in maniera più generica, estendendo il mio sorriso anche ad altre persone. Lo notò, e da quel momento prese decisamente le distanze. Ora potevo guardarlo senza essere vista...evitava. Lo guardavo e il cuore accellerava il suo battito. Lo vedevo muoversi sicuro in quella divisa elegante, cordiale, educatissimo, simpatico...non gli mancava la battuta spiritosa...e vedevo lo gli sguardi delle donne seguirlo a lungo.In quel preciso istante, mentre pensavo a quanto fosse meraviglioso, mi resi conto che il mio desiderarlo fosse qualcosa che andava oltre il sesso, oltre la passione per un ragazzino. C'era qulcosa dentro me che sublimava ogni gesto lui compisse. Lui non camminava semplicemente, camminava benissimo, non gesticolava...muoveva braccia e mani, come in una danza. I suoi non erano sorrisi, ma attimi in cui si scuarciava il cielo. Sentivo di volerlo con tutta me stessa, e allo stesso tempo, sapevo di averlo già.Questa certezza mi accompagnava dal momento in cui lo avevo incontrato.Si girò di scatto e mi guardò, quasi avesse sentito i miei pensieri...io rimasi immobile, con un mezzo sorriso sulle labbra. Scomparve il rumore dei cucchiaini che giravano nelle tazze...il vociare dei ragazzini, lo scricchiolio degli scarponi. Fummo avvolti dal silenzio di attimo magico... magico, come magica era la storia che vivevamo.Verso le due ero seduta nella baita " Il soleren ", il mio piccolo giocava con altri bambini, le mie amiche prendevano il sole, il resto della banda sciava dalle 10 di mattina. Finalmente mi raggiunse mio marito, e io chiesi a Patty se mi accompagnava in Farmacia. " Non offenderti ma vorrei prendere un'altra oretta di sole".Non mi offesi affatto!Presi la seggiovia e scesi, poi di corsa mi diressi alla Farmacia, dove comprai del talco mentolato e pastiglie per il mal di testa. Telefonai a mio marito per dirgli che oramai non stavo a risalire...li aspettavo in albergo.Arrivata in camera mi preparai il bagno e mi immersi nell'acqua calda, finalmente un pò di tempo solo per me. Mi lasciai cullare per venti minuti...poi schizzai fuori, mi asciugai al volo e senza nemmeno accorgermene ero alla ricerca della stanza n° 808.Infilai la chiave con le mani che mi tremavano... entrai e la richiusi. La porta del bagno era semi aperta, e intravidi la sua figura sotto la doccia. Andai fino al letto e mi sedetti. Aspettai il tempo di una sigaretta, poi lui fa davanti a me, con i capelli che gli bagnavano le spalle e un'asciugamano stretto sui fianchi.Mi venne vicino e si inginocchiò davanti a me, poggiando la testa sulle mie gambe.Me le strinse forte, poi alzò lo sguardo e mi disse." Perchè non è il nostro tempo? Perchè non riesco a toglierti dalla testa? Non è giusto stare così male... ma non riesco a farmene una ragione!".Mi scese una lacrima...non sapevo che rispondere. Non era il nostro tempo e non lo sarebbe stato mai. Vivevamo male dal momento in cui ci eravamo incontrati. Io ero diventata ciò che non volevo...mentivo a mio marito che amavo, lo tradivo ogni volta che pensavo a lui... anche se cercavo di impormi di non farlo.Tutto ciò andava oltre. Troppo oltre, anche solo per essere compreso.