Il danno

Post N° 36


Oramai la mia testa era altrove... vivevo in un'altra dimensione. Tutto era in funzione del futuro, ogni pensiero, rivolto a quella creatura... ogni gesto e ogni azione volte a costruire quella famiglia ancora distante. Ma per poco mi ripetevo.Ogni giorno, tornata da scuola ci sentivamo...noi e il nostro dolce segreto, vivevamo momenti meravigliosi anche se a distanza...la sera prima di dormire ancora un saluto...ancora frasi colme d'amore.Una domenica mattina, mia madre si sedette sul mio letto...penso di aver sentito su di me il suo sguardo amorevole e profondo...mi svegliai. " Ciao " le dissi con gli occhi semi chiusi. " Ciao tesoro...dormito bene?" mi chiese con voce carezzevole. Sapevo già cosa mi volesse chiedere, attenta com'era a ogni minimo particolare... e forse lei sapeva già cosa le avrei risposto. Eppure non finì li quel discorso... come mi sarei augurata.Cercai di tergiversare, di prendere tempo ma lei sapeva dove voleva arrivare e ci arrivò, con l'abilità di una donna adulta. " Tesoro, mi sono accorta che sei in ritardo di quasi un mese... vuoi che andiamo dal ginecologo...?" "No" risposi... " Ma Bibi forse c'è qualcosa che non va...una visita credo sia giusto farla." Non sapevo come risponderle e mi girai verso il muro, sussurrandole... " Lasciami stare, va tutto bene, non preoccuparti...". " Ma come faccio a non preoccuparmi, sono tua madre e ho il diritto di sapere come stai e cosa sta succedendo!" Ora il suo tono era infastidito più che preoccupato... e quel diritto che rivendicava mi suonava come una tortura.Andò in cucina a prparare la colazione, poi mi chiamò " E' pronto il tè, vieni a mangiare dai...". Manngiare... parlare avrebbe dovuto aggiungere. Decisi di non prolungare quell'agonia, rimandare avrebbe significato solo vivere male fino a quando non mi fossi decisa a comunicare con lei!Le dissi di aspettare un bambino e della nostra decisione di tenerlo. L'espressione del suo viso era prevalentemente si gioia...ma non si lasciò andare più di tanto. Le uniche parole che le uscirono dalla bocca furono ..." Ma siete sicuri, ci avete pensato bene...avete solo sedici anni... non immaginate neanche che cosa significhi avere un bambino, i sacrifici e le responsabilità che questo comporta.  E poi la vostra vita... è troppo presto... siete ancora voi dei bambini".Mi innervosii subito, le risposi che non si discuteva sul fatto di tenerlo e che era la cosa più importante della mia vita. Non avrei ascoltato altro per quel giorno e le chiesi per favore, che se mi voleva bene, doveva capirlo.Furono giorni di fuoco... ogni cosa era buona per essere scandagliata e riportata al discorso... alternò stati d'animo di rabbia ad altri nei quali mi implorava di ripensarci... per poi venirmi vicino a chiedermi come stavo. Nel frattempo anche i genitori di Luca vennero messi al corrente... e le reazioni dei suoi furono devastanti. Mi chiamò una sera, disperato... sua madre aveva avuto una mezza crisi isterica, e suo padre si era ironicamente complimentato per come non fossimo stati capaci di prendere precauzioni adeguate. Poi si parlarono le due madri... e i toni furono di sconforto, si rincuorarono a vicenda, e mia madre le promise che mi avrebbe fatto "ragionare".Passò un'altro mese... e mi feci convincere ad andare dal medico che confermò la gravidanza. Mi fece sentire il battito della creatura che cresceva dentro di me... a mia madre scese una lacrima... " tesoro mio" disse... e uscì dalla stanza.Venne messo al corrente anche mio padre. Per lui fu un doppio colpo...mi credeva ancora bambina... si commosse per pochi istanti e poi disse " Lo sai che non puoi tenerlo?". " Certo che lo terrò papà ". " Ma come pensate di mantenerlo... come farete alla vostra età, voi non vi redendete conto, siete degli irresponsabili che giocano a fare gli adulti ma un figlio è una cosa seria e io e tua madre non saremo quì in eterno. Lui deve finire il liceo e poi?" Il suo tono era arrrabbiato, mia madre annuiva...io pensavo che erano anni che non li vedevo daccordo su qualcosa.Le discussioni si moltiplicavano ogni giorno, mio padre, da tempo poco presente si palesava ogni sera, tentando, a volte con le buone, altre manifestando la sua autorità, di convincermi a fare un passo che mai e poi avrei fatto!" Si ragionevole..." mi disse una sera, dopo aver compreso che l'arrendevole Bibi, su quell'argomento si stava dimostrando più che decisa.  " Ma hai una vita davanti, questo bambino purtroppo ti porterebbe a fermarti... Luca come farà con l'università!? I suoi genitori sono disperati...e poi deve fare il militare...e vogliamo dargli qualche anno prima che inizi a guadagnare bene...? Voi non vi rendete conto di quante difficoltà ci sono... di quanti sacrifici dovrete e "dovremo" fare. Se vi amate non vi perderete e un domani potrete farvi la vostra famiglia. Dai pesa che noi ti diciamo questo per il tuo bene e quando sarai grande lo capirai e mi ringrazierai."Andai a letto e poggiai le mani sul mio ventre accarezzandolo, come tutte le notti. Le mie ultime parole prima di dormire furono per il mio bambino...come sempre, da quando fui consapevole della sua esistenza" Piccolo mio...c'è la tua mamma che ti protegge, non aver paura!"